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Giorgia Meloni a Granada con il premier britannico Sunak

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Contenta per l’intesa raggiunta sui migranti al vertice europeo di Granada, la Meloni ribadisce il sostegno dell’Italia all’Ucraina

ROMA e Granada distano più o meno 2.200 chilometri. Nonostante le diverse ore di viaggio dalla Capitale italiana, nella cittadina spagnola arriverà l’eco delle questioni interne italiane: la Nadef, il Mes, la manovra di bilancio, il no del Cnel al salario minuti. Meloni per 24 ore congela questi nodi e si concentra sul Consiglio europeo informale a guida spagnola che si apre con le parole del presidente ucraino Vladimir Zelensky. La guerra tra Russia e Ucraina prima di ogni cosa. Il consesso è ideale per un faccia a faccia con Giorgia Meloni. L’inquilina di Palazzo Chigi rassicura Zelensky: gli aiuti continueranno ad arrivare, l’Esecutivo italiano è allineato agli ucraini. L’incontro si svolge a margine del vertice della Comunità politica europea di Granada. Meloni conferma il «continuo e convinto sostegno a 360 gradi alle autorità ucraine per la difesa delle infrastrutture critiche e per le esigenze di Kiev in vista della stagione invernale finché sarà necessario e con l’obiettivo di raggiungere una pace giusta, duratura e complessiva».

MELONI, L’ITALIA E L’INTESA SUI MIGRANTI

Zelensky si mostra soddisfatto e lo scrive su X: «Con Giorgia Meloni abbiamo riaffermato il forte partenariato italo-ucraino. Ho ringraziato l’Italia per il suo sostegno di principio e costante nel proteggere la nostra libertà, il nostro popolo, le nostre famiglie. Ho informato il primo ministro dei progressi della nostra controffensiva e delle nostre esigenze prioritarie di difesa. Abbiamo discusso del prossimo pacchetto di aiuti militari dell’Italia, compresi i modi per rafforzare la nostra difesa aerea». Tutto questo ha un peso, visto che in Italia, e anche fuori dai confini, sono molteplici i mal di pancia. L’insofferenza del Carroccio di Salvini, per dire, monta sempre di più e anche all’esterno il sistema di alleanze di Meloni comincia a scricchiolare.

In questo contesto l’altro grande tema rimanda alla questione migranti, molto sentita in Italia: la Meloni si presenta al vertice europeo con il risultato di aver fatto rimuovere dal testo del regolamento il riferimento alle attività di soccorso delle Ong. L’intesa si sarebbe sbloccata grazie alla triangolazione tra Meloni, il tedesco Scholz e il presidente francese Macron. Non a caso la premier italiana dice: «Sono soddisfatta, siamo tutt’altro che isolati. La percezione sta evolvendo verso la tutela dei flussi legali».

Oggi la premier italiana incontrerà il cancelliere tedesco Olaf Scholz, un bilaterale che servirà a far rientrare il caso, soprattutto perché Berlino rimane un’alleata sul Patto di stabilità e non conviene approfittarne. «Ci siamo sentiti nei giorni scorsi dice Meloni – sicuramente sarà un’occasione per ragionare di come fare passi davanti soprattutto su quello che sui migranti interessa l’Italia, che è il tema della dimensione esterna, che sono gli accordi con il Nordafrica, la guerra e i trafficanti». Da qui la necessità di accelerare, passare dalla diagnosi alla cura con azioni concrete per intensificare la lotta contro immigrazione illegale e trafficanti di esseri umani coinvolgendo in un’azione comune quanta più Europa possibile, cioè anche i Paesi extra Ue. Ed è per tal ragione se – a margine del vertice a Granada della Comunità politica europea – viene promosso un incontro da Meloni e dal primo ministro britannico, Sunak.

IL VERTICE A SEI

Una riunione a 6 a cui hanno partecipato anche il presidente francese Macron, la presidente della Commissione europea, von der Leyen, e i premier di Paesi Bassi e Albania, rispettivamente Rutte e Rama. Un vertice aperto anche ad altri leader inaugurato per allargare il fronte del contrasto agli scafisti coinvolgendo Paesi Ue ed extra Ue – da nord a sud Europa – oggetto di movimenti secondari e primari. A problemi comuni – ovvero i trafficanti di esseri umani – devono corrispondere azioni condivise e concrete. Questo il ragionamento che anima l’asse Meloni-Sunak.

Al centro dell’incontro le possibili iniziative operative, in ambito bilaterale e multilaterale, per combattere l’immigrazione illegale. Dice Emmanuel Macron: «Quello che dobbiamo fare è registrare molto meglio ed essere più efficaci nei confronti di coloro che arrivano sul suolo europeo, ma soprattutto occorre proteggere meglio le nostre frontiere, prevenire meglio i movimenti ed evitare i drammi nel Mediterraneo. Questo è il lavoro che vogliamo fare con Paesi d’origine e di transito. Ed è il centro di quello che abbiamo iniziato con la presidente von der Leyen e la presidente Meloni e che vogliamo fare al livello della Comunità politica europea».

L’ITALIA, I MIGRANTI E IL PIANO MATTEI

Resta una priorità il cosiddetto Piano Mattei che la premier italiana vorrebbe presentare il prossimo 5-6 novembre, quando a Roma si riunirà il vertice Italia-Africa. Un progetto ambizioso, sul quale la diplomazia è al lavoro su più tavoli. Quelli con i governi degli Stati africani e quelli con i partner Ue. C’è, però, una novità. A confermarla è la stessa Meloni, a margine dei lavori del summit della Comunità politica europea a Granada: «Siamo in dirittura d’arrivo con una norma sulla governance di questo nostro Piano».

La premier non si sbottona, ma non è difficile ipotizzare che possa essere creata una cabina di regia apposita, che gestisca i vari negoziati sotto la guida della stessa presidente del Consiglio. I testi, comunque, saranno portati anche in Parlamento e all’attenzione delle istituzioni europee. Perché «per essere efficace» il Piano Mattei ha bisogno «di un’Europa che ci creda nel suo complesso. Da soli non possiamo risolvere tutti i problemi del continente».


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