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I leader dei paesi del G20 al memoriale di Gandhi

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Agenda per il Piano Mattei, incoraggiare investimenti in Africa risponde anche a un’esigenza di diversificazione geografica dell’offerta di beni e di servizi

Oramai da alcuni decenni, l’Africa è stata definita come la prossima (e forse l’ultima) frontiera anche per il mondo degli affari. Infatti, mentre in genere si dedica molta attenzione all’equilibrio economico internazionale degli scambi di merci, servizi e capitali, la percezione dell’Africa come un mercato importante non solo per gli investimenti pubblici in infrastrutture, ma anche per gli investimenti privati in attività produttive, deve ancora diffondersi per fare entrare i mercati africani nei programmi di sviluppo dei governi e delle imprese.

UN’AGENDA PER IL PIANO MATTEI: L’AFRICA PUÒ CONTRIBUIRE AD UN NUOVO ASSETTO ECONOMICO MONDIALE

Ciò detto, dobbiamo tutti iniziare a considerare il continente Africano come un’area geografica che può contribuire in misura rilevante a stabilire un nuovo assetto economico globale più inclusivo, equo, equilibrato. Incoraggiare gli investimenti in Africa non è più solo una questione di espansione dei paesi del Nord Globale e delle imprese di tutto il mondo ma risponde anche a un’esigenza di diversificazione geografica dell’offerta di beni e di servizi e delle catene del valore per creare un’economia mondiale più sicura e meglio protetta da shock, come quello che, a causa della guerra in Ucraina, ha riguardato i prezzi di molte risorse naturali (in primis, il gas) e materie prime (particolarmente il grano).

Un fattore importante del processo di inclusione dell’Africa al tavolo alto dell’equilibrio mondiale è rappresentato dall’auspicabile maggiore integrazione economica del continente africano con il resto del mondo. L’Africa ospita il 30% delle riserve minerarie globali, il 12% del petrolio mondiale e l’8% del gas naturale. Inoltre, nel 2050 l’Africa ospiterà oltre la metà della prevista crescita della popolazione mondiale, di oltre un miliardo e mezzo di persone, generando così una forza di lavoro giovane e forse più preparata, probabilmente una base più estesa di consumatori (malgrado l’elevata concentrazione dei redditi ancora osservabile) e comunque una crescita dei redditi pro – capite della popolazione. I paesi di tutto il mondo e le imprese globali farebbero bene a riconoscere, sostenere e sfruttare queste opportunità nei processi di sbocco dei loro prodotti e servizi e di creazione di più solide e diversificate catene del valore.

L’AFRICA ENTRA NEL G20: L’ADESIONE DELL’UNIONE AFRICANA

Al recente G20, è stato compiuto un primo importante salto storico, l’adesione dell’Unione Africana al G20. Coerentemente con la visione (affermata dal G20 di New Delhi) di una maggiore inclusione e partecipazione nel Sud Globale del mondo agli equilibri internazionali è stato istituito un Consiglio d’Azione Business 20 (B20), che ha messo in cima alle sue priorità l’integrazione economica dell’Africa, una priorità da considerare come un’agenda di lavoro per tutto il business globale. Tradurre il vasto potenziale dell’Africa in vantaggi per tutti, a partire dalle sue popolazioni, implica uno sforzo coordinato di tutta la comunità mondiale, compresi i governi, le imprese e la società civile.

Oggi, nonostante le sue ricchezze naturali, l’Africa contribuisce per meno del 3% al volume della produzione e del commercio globale. Trentatré dei quarantasei dei paesi meno sviluppati del mondo si trovano nel continente Africano, molti di essi non hanno sbocco sul mare senza essere dotati di adeguate infrastrutture di trasporto ferroviario e stradale (e questa situazione rappresenta per gli investimenti pubblici e privati una barriera logistica tremenda), quasi tutti mostrano importanti deficit nei servizi sociali offerti alle loro popolazioni. Sotto l’egida del B20, l’Action Council on African Economic Integration (ACAEI) ha studiato e definito come promuovere l’integrazione economica dell’Africa con il sostegno dei paesi e delle imprese del G20.
Il G20 ha appoggiato con entusiasmo le priorità dell’agenda africana a medio e lungo termine in tutte le dichiarazioni che sono state fatte a New Delhi.

Rappresentando l’economia globale, e principalmente la comunità imprenditoriale africana, l’ACAEI ha anche previsto l’adozione di norme e pratiche necessarie per potere garantire in un modo efficace uno slancio duraturo nella promozione dell’integrazione economica del continente Africano con il resto del mondo.

LE AZIONI PER AVVIARE UNA INTEGRAZIONE ECONOMICA DELL’AFRICA

A mio giudizio, le principali azioni da intraprendere nella direzione di una reale integrazione economica dell’Africa con il resto del mondo si possono riassumere in cinque. In primo luogo, è necessario migliorare il livello del capitale umano nei settori della sanità e dell’istruzione di tutti i paesi africani.

La popolazione del continente rappresenta un dividendo demografico invidiabile, soprattutto considerando il ruolo centrale che i giovani africani assumeranno nella sua economia nei prossimi anni. Catturare queste capacità richiede una forte attenzione al miglioramento dei risultati sanitari e educativi. Secondo la Banca Mondiale, si stima che ogni anno aggiuntivo di istruzione comporti un aumento del reddito dell’11% per i ragazzi e del 14% per le ragazze. È quindi necessario promuovere grandi investimenti pubblici e privati in questi settori, in modo da garantire ai giovani africani istruzione e competenze di qualità. In secondo luogo, è importante rinvigorire migliorare e ammodernare il settore agricolo dei paesi africani e i loro sistemi alimentari, soprattutto considerando che circa il 70% della popolazione africana è ancora impiegata nel settore agricolo.

IL RUOLO CENTRALE DELL’AGRICOLTURA

L’agricoltura nella regione è caratterizzata da proprietà terriere piccole e di sussistenza. Il divario nella disponibilità di finanziamenti e di input chiave come fertilizzanti e sementi porta a una bassa produttività. Inoltre, il valore aggiunto è a livelli bassi e la maggior parte dei prodotti agricoli viene esportata senza essere trasformata. In merito è stata riconosciuta da tutti gli osservatori la necessità di formare e educare gli agricoltori e di aumentare la meccanizzazione del settore agricolo, assieme all’introduzione di attività sostenibili a maggiore valore aggiunto.

Combinati con un migliore accesso agli input e alle linee di credito, gli interventi possono produrre risultati impressionanti nel settore agricolo dei paesi africani. Tre, come quasi sempre avviene in tutte le economie emergenti, le nazioni africane devono integrare l’attività basata sulle risorse con delle attività industriali che facilitino una maggiore produttività. L’Agenda 2063 dell’Unione Africana articola la necessità di un’industrializzazione basata sul settore manifatturiero per potere utilizzare al meglio le ricche risorse naturali dell’Africa.

LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE AFRICANE

Il rafforzamento delle micro, piccole e medie imprese attraverso un migliore accesso ai finanziamenti e un miglioramento dell’accesso all’elettricità è un corollario di questo obiettivo. Questo, abbiamo osservato, può essere raggiunto nel tempo attraverso un commercio infracontinentale più semplice, l’armonizzazione delle politiche e lo sfruttamento delle dotazioni naturali di energia rinnovabile. Quarto, l’Accordo Continentale Africano di Libero Scambio (AfCFTA) rappresenta un’iniziativa fondamentale realizzata attraverso delle misure di facilitazione degli scambi commerciali.

L’AfCFTA, una volta pienamente attuato, aumenterà la competitività delle economie di tutto il continente, stimolerà l’integrazione con le catene del valore globali e attirerà investimenti. La facilitazione del commercio deve essere accelerata attraverso la tecnologia e il sostegno all’implementazione da parte dei paesi del G20. Infine, mettere in pratica queste raccomandazioni richiede una solida infrastruttura logistica hard e soft. La connettività digitale e fisica sono le arterie di un’economia sana. La costruzione di strade, ferrovie e collegamenti aerei per collegare la vasta distesa del continente deve essere intensificata con maggiori investimenti privati.

PIANO MATTEI STRUMENTO PER RENDERE L’ITALIA PROTAGONISTA IN AFRICA

La mia esperienza diretta nell’Africa sub-sahariana per più di un ventennio mi ha testimoniato il valore incrementale, di accelerare la connettività digitale, sia nella comunicazione, sia nella proliferazione dell’inclusione finanziaria, dell’istruzione e dell’assistenza sanitaria modernizzate. Modelli di finanziamento attraenti, uniformità delle politiche e certezza normativa non potranno che rafforzare un’economia digitale fondamentale, che abbraccia i settori formali e informali e offre nuove strade di crescita e occupazione.

I vantaggi socioeconomici derivanti dalla maggiore partecipazione africana all’economia mondiale non possono essere sopravvalutati. In un contesto geoeconomico in rapida evoluzione, l’attenzione del G20 verso l’Africa non solo è opportuna ma è anche necessaria. Nel quadro più ampio delle cose, i paesi europei e africani rappresentano in modo particolare un passato di storia della civiltà contemporanea e, in qualche misura, anche un passato di storia delle relazioni economiche internazionali. Oggi, queste due grandi aree si sono trasformate in una realtà in cui i paesi UE rappresentano una delle maggiori economie mercati del mondo, mentre l’Africa viene sempre più evidenziata come motore di una crescita equa e sostenibile. In quest’ambito, l’Italia può (direi “deve”) essere un protagonista di rilievo e il Piano Mattei è lo strumento a portata di mano per rilanciare il ruolo nel nostro paese in Africa.

*Fondatore e Presidente di Guizzetti & Associates


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