Vladimir Putin
5 minuti per la letturaGIULIO Andreotti era solito dire – dando sfoggio di un’ironia maliziosa – che a pensare male si commette un peccato, ma spesso ci si indovina. Noi che siamo più ingenui ci limitiamo ad attribuire a un caso telepatia il fatto che Matteo Salvini, a Cernobbio, abbia anticipato, a proposito delle sanzioni alla Russia, ciò che Dmitrij Peskov – l’anima nera di Putin – ha affermato poche ore dopo. “Mi domando solo se le sanzioni servono a danneggiare coloro che vorremmo danneggiare – ha detto il leader della Lega usando, con il sostegno di slides, quasi tutto il tempo a disposizione. Non vuol dire che ci arrendiamo domani a Putin, ma mi chiedo da europeo, e lo chiedo all’Europa, se questa sia la strada. Noi dobbiamo proteggere le imprese e i cittadini italiani”.
E Peskov è arrivato di rincalzo: “La colpa è dei politici che hanno deciso le sanzioni. Sono questi sfortunati politici – ha sostenuto il portavoce del Cremlino – che ora stanno costringendo i loro cittadini a morire di ictus quando vedono le bollette dell’elettricità. E ora, quando farà più freddo, la situazione peggiorerà ancora” ha aggiunto Peskov, convinto che Mosca “sarà in grado di preservare la macrostabilità in mezzo a questa tempesta”.
La Russia non si avvale più nemmeno dell’alibi delle difficoltà di manutenzione connessa all’embargo dei materiali e delle tecnologie necessarie, ma fa sapere, papale papale, che le sanzioni – quelle vere – le mette il Cremlino, mentre la Ue discute, minaccia, ma non ha ancora assunto decisioni attinenti alle forniture di gas russo. Peskov – a pensarci bene – si è mosso sulla medesima linea del superfalco Dmitrij Medvedev, il quale ha invitato gli elettori europei a punire i loro governi che li avevano messi in difficoltà con i loro errori. A noi sono fischiate subito le orecchie, visto che il 25 settembre si va alle urne solo in Italia.
A Cernobbio e nei giorni seguenti, Salvini è stato smentito da tutti, a cominciare dalla sua principale alleata Giorgia Meloni. Possiamo dunque concludere che il Conducator sia isolato? Succede anche quando c’è nebbia sul Canale della Manica che, oltre le Bianche Scogliere di Dover sostengono che non l’Isola, ma il Continente sia isolato. Il segretario della Lega investe su di un futuro prossimo che potrebbe ben presto divenire realtà. L’atto di fede degli italiani nella solidarietà all’Ucraina, nel quadro dei nostri impegni europei e internazionali, non è al riparo dalle tentazioni. La guerra in quel martoriato Paese non costituisce più il principale argomento di attualità, come è avvenuto a tutte le ore su tutti i canali televisivi dalla fine di febbraio sino a luglio inoltrato quando il Paese è precipitato verso le elezioni. Ma non abbiamo dimenticato il commento di Paolo Mieli: “I russi non sfondano sul terreno in Ucraina, ma stanno vincendo alla grande in Italia”. Tanto che gli osservatori rimasero sorpresi quando la Lega non battè ciglio, il 17 febbraio del 2021, ascoltando Mario Draghi affermare nel discorso al Senato sulla fiducia: “Questo governo nasce nel solco dell’appartenenza del nostro Paese, come socio fondatore, all’Unione europea, e come protagonista dell’Alleanza Atlantica, nel solco delle grandi democrazie occidentali, a difesa dei loro irrinunciabili principi e valori”.
Certo, dai pacifisti a senso unico ci si aspettava e si temeva un impegno maggiore nelle elezioni politiche. Ma quelle istanze miserabili non si sono dileguate, anzi, hanno trovato posto, non solo nella frattaglie dell’estremismo, ma persino all’interno dell’alleanza ufficiale di centrosinistra. Gran parte dell’opinione pubblica è solidale con l’Ucraina come lo sono gli spettatori di un film dedicato allo sterminio subito dalle popolazioni native, in molte nazioni, nel corso del XIX Secolo. Molte “anime belle” in giro per il mondo sono pronte anche ad aderire alla nouvelle vague della (abominevole) Cancell Culture. Mettiamo però il caso che i costi per le famiglie e per le imprese dell’energia divengano ancor più insostenibili, che spingano in alto l’inflazione fino a devastare il potere d’acquisto e a determinare di conseguenza una stretta sulle politiche monetarie e sui tassi di interesse. Mettiamo il caso che molte aziende chiudano o sospendano l’attività produttiva ricorrendo ad un uso della cig come al tempo del covid-19 (sempre presente tra noi con le sue varianti). E che soprattutto finisca per smarrirsi una qualunque prospettiva di futuro. La tragedia della pandemia è stata affrontata grazie al miracolo della scoperta e dell’impiego dei vaccini.
Risolvere la crisi energetica sarà più difficile e richiederà tempi più lunghi. Perché la chiusura dei rubinetti del gas (a cui si è aggiunta la minaccia del blocco dell’esportazione del grano) rappresenta una escalation nella guerra che la Russia ha dichiarato all’Occidente. Quando i problemi si aggravano e impongono sacrifici (magari a fronte di dubbi ed incertezze, come quando si combatte una guerra), la gente è portata a lasciarsi convincere da chi propone soluzioni semplici. Da ministro degli Interni, Salvini aveva convinto gli italiani che la questione epocale dell’immigrazione poteva essere risolta con la chiusura dei porti e l’ostilità nei confronti delle ONG.
Che cosa può sembrare più semplice tra qualche settimana di un ragionamento siffatto? “La Russia ci taglia il gas perché l’Italia prende parte all’inutile e dannosa (per i nostri interessi) campagna delle sanzioni. Basta un banale atto di revoca di provvedimenti sbagliati per tornare amici come prima”. E l’Ucraina? Non manderemo più armi ma fiori da infilare nei cannoni. E magari qualche tonnellata di scatole di tonno, quale testimonianza della nostra solidarietà col popolo ucraino. Oggi è l’8 settembre: la ricorrenza del giorno della vergogna nel 1943. Eppure dopo lo smarrimento, gli italiani seppero ritrovare da soli la via dell’onore. Altri tempi?
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