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Severodonetsk è caduta. Dopo settimane di aspri combattimenti è arrivato l’annuncio del sindaco, Oleksandr Striuk: la città del Lugansk è «completamente sotto il controllo delle forze russe». Nel mentre i filorussi hanno conquistano l’impianto chimico di Azot, sino a ieri difeso da quel poco che restava delle forze ucraine. E dove avevano trovato rifugio oltre ottocento civili che sarebbero stati evacuati.
Da giorni gli invasori occupavano più dell’80% della città. Il completamento dell’occupazione sembrava, quindi, inevitabile, agevolato anche dall’ordine di ritirata arrivato da Kiev con l’obiettivo di rafforzare nuove posizioni. Aspetto, quest’ultimo, ben spiegato dal capo dell’intelligence ucraina, Kyrylo Budanov, secondo cui la perdita di Severodonetsk non influenzerà l’esito, nella sua previsione favorevole, della guerra. «Per ottenere una vittoria strategica, il nostro comando ha deciso di raggrupparsi su nuove posizioni – ha detto – E personalmente credo che questa decisione sia corretta».
L’Ucraina, ha rassicurato, «tornerà ai suoi confini del 1991, non ci saranno altri scenari e non stiamo considerando altri scenari. A partire da agosto si svolgeranno alcuni eventi, che dimostreranno al mondo intero che la svolta comincia ad avere luogo. Prima della fine dell’anno, i combattimenti attivi diminuiranno praticamente a zero. Siamo irremovibili nel nostro punto di vista. Riprenderemo il controllo dei nostri territori nel prossimo futuro».
Lo stesso destino di Severodonetsk potrebbe presto toccare alla città gemella Lysyschank dove ormai si combatte strada per strada. Intanto Kiev ha denunciato il primo raid condotto con missili lanciati dalla Bielorussia verso la regione di Cherniv. Per gli 007 ucraini l’attacco va letto come un primo tentativo di Mosca di «coinvolgere l’esercito di Minsk nella guerra». Quasi a confermare il sospetto, proprio ieri Vladimir Putin ha annunciato la fornitura alla Bielorussia, nei prossimi mesi, «di sistemi missilistici tattici Iskander-M, che possono utilizzare sia razzi balistici che da crociera, sia nella versione convenzionale che nucleare».
Per Putin «Russia e Bielorussia sono obbligate a garantire la propria sicurezza» visto che «in Europa, gli Stati Uniti hanno 200 armi nucleari tattiche, principalmente bombe atomiche in sei Paesi europei membri della Nato. E 257 aerei sono stati preparati per il loro possibile utilizzo».
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