Fabio Panetta e Christine Lagarde
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L’inflazione in netto calo a giugno nell’eurozona fa sperare le Borse, con Milano che sale ai massimi post Lehman Brothers. Negli ultimi dodici mesi è stata la migliore al mondo: +32,4%. Fra gli indici big si registra poi il +27,97% del Nikkei e il +26,15% del Dax di Francoforte, seguito dal Cac 40 parigino (+25%) e dal Nasdaq (+24%). I peggiori, rispetto al 30 giugno dello scorso anno, sono quelli delle Borse cinesi, tutte sotto il 15%.
GLI APPELLI ALLA BCE
Il dato sull’inflazione apre ufficialmente il dibattito sulle prossime mosse della Bce. Se il rialzo di luglio è ormai dato per certo, per settembre la decisione è ancora tutta da prendere: molto dipenderà dai dati in arrivo dopo l’estate, ma anche dagli equilibri tra falchi e colombe che si vanno modificando sulla scia di prezzi che calano in sempre più Paesi.
Sotto il 2%, infatti, non è tornata solo la Spagna, ma anche il Belgio e il Lussemburgo, e in Italia, Francia e Olanda il tasso è comunque in netto calo. In Germania, invece, sale ancora.
Dopo la stima flash di Eurostat, che ha registrato nel mese di giugno un’inflazione in calo al 5,5 % dal 6,1% di maggio, il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, è tornato a chiedere «prudenza e cautela» alla Banca centrale europea. La strada intrapresa finora, secondo il ministro, ha scatenato la recessione in Germania e il rischio è che contagi anche l’Italia, il cui sistema industriale «è legato in maniera indissolubile a quello tedesco».
Anche il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, si dice «preoccupato» dall’annuncio di ulteriori rialzi dei tassi, perché l’aumento dei mutui mette in difficoltà «il nostro tessuto economico e sociale».
EUROZONA, IN CALO L’INFLAZIONE A GIUGNO MA CRESCE LA PREOCCUPAZIONE PER I MUTUI
In particolare, sottolinea il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, le rate sempre più alte dei prestiti manderanno in crisi le Pmi e le fasce più deboli della popolazione, aumentando così le disuguaglianze sociali.
La linea della cautela a Francoforte è sostenuta anche da Spagna, Portogallo e Grecia, pronti a schierarsi con l’Italia fin dalla prossima riunione del board il 27 luglio. Ma la strada non è del tutto spianata. Il dato di Eurostat indica un’inflazione nominale in calo, grazie alla componente energetica scesa a -5,6% dal -1,8% di maggio. Mentre quella di fondo, cioè al netto di alimentari ed energetici, continua a salire. Resta inoltre elevato il tasso di alimentari, alcolici e tabacco (11,7%, rispetto al 12,5% di maggio).
LA POSIZIONE TEDESCA
Per questo la Germania, nonostante sia scivolata in recessione, resta convinta che la lotta all’inflazione debba proseguire con il sostegno di tutti. «È nostro compito comune assicurarci che l’inflazione scenda – ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz – La Bce ha perseguito le sue politiche con i recenti sviluppi sui tassi di interesse e altre misure, ma non dobbiamo allentare gli sforzi».
Del resto, anche la Fed non ha ancora finito con il ciclo di rialzi, nonostante questo mese abbia fatto una pausa. I dati non sono ancora tranquillizzanti: l’inflazione misurata dall’indice Pce, il personal consumption expenditure che la Fed Usa come uno dei principali indicatori delle pressioni sui prezzi, è ancora salito a maggio, anche se meno rispetto a quanto ci si attendeva.
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