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Giorgia Meloni

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Meloni su mutui e migranti: «Quanto è scritto nelle conclusioni del Consiglio europeo sui migranti era impensabile otto mesi fa»

Quando alle 12.30 Giorgia Meloni atterra a Bruxelles per il vertice con i ventisette capi di Stato e di governo, nei palazzi della politica romana si parla solo e soltanto del caso Santanchè. Non a caso i cronisti la incalzano, a margine della riunione a Palazzo d’Europa, la interrogano sul futuro della titolare del ministero del Turismo.

Maggioranza compatta. O almeno vanno in questa direzione le rassicurazioni dell’inquilina di Palazzo Chigi. Tutte parole che precedono la due giorni del Consiglio europeo, dove è previsto un pranzo di lavoro con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, un confronto con la presidente del Parlamento europeo, una sessione sul conflitto tra Russia e Ucraina.
Va da sé che nell’agenda del vertice di Bruxelles non possono non esserci temi come il rafforzamento della difesa europea, l’esame della situazione economica, il dossier migranti e le relazioni con la Tunisia nonché i rapporti con la Cina.

MELONI PRIMA DEL NODO MIGRANTI: BCE, MUTUI E AUMENTO DEI TASSI

C’è il tempo anche per una dichiarazione sulla Bce e sull’aumento dei tassi, in scia con l’intervento del giorno in prima alle Camere: «Ho detto che cosa penso, sui mutui siamo già intervenuti, si tratta di un tema sensibile – ha detto la premier – Bisogna fare di più, soprattutto a fronte delle scelte che vengono portate avanti. Ne sto discutendo con il ministro dell’Economia, l’impegno del governo deve essere quotidiano».

Tutto questo rispetto alle polemiche italiane. Dopodiché c’è un vertice europeo in cui l’Italia gioca da protagonista. O, almeno, questo è lo spin che arriva da Palazzo Chigi: «Per noi le conclusioni del Consiglio europeo – scolpisce Meloni – sono un’ottima base di partenza. Su migrazione, Tunisia, flessibilità nell’utilizzo dei fondi per quello che riguarda le materie economiche, sui primi passi per un fondo sovrano europeo, ci sono le posizioni italiane».

A questo punto la premier esalta il ruolo dell’Italia nella mediazione del documento finale in materia di politiche migratorie: «Quello che oggi c’è scritto nelle conclusioni del Consiglio europeo era probabilmente impensabile otto mesi fa. Siamo davvero riusciti a cambiare il punto di vista, anche col contributo di altre nazioni, dall’annosa divisione tra Paesi di primo approdo e Paesi di movimenti secondari a un approccio unico».

PER MELONI NON SOLO TASSI E MUTUI: IL NODO MIGRANTI

E ancora: «I dodici miliardi in più annunciati da Ursula von der Leyen per la migrazione nell’ambito della revisione di bilancio sono un buon punto di partenza. È importante capire che per risolvere questo problema abbiamo bisogno di soldi, che non devono essere spesi solo a livello di sicurezza. Abbiamo bisogno di cooperazione». Sia come sia, «la discussione è aperta anche per il bilancio dei prossimi anni. Vedremo cosa diranno gli altri Paesi, ma quello dei fondi per la migrazione e la cooperazione con i Paesi terzi è un punto strategico».

La soluzione, secondo Meloni, sta nel concentrare le risorse nel Mediterraneo. Ed è qui che l’Italia può avere un ruolo da protagonista, essendo un Paese al centro tra l’Europa e l’Africa.

Non a caso, insiste la premier, «l’Italia ha mandato un documento sulla revisione del bilancio pluriennale nel quale chiede in buona sostanza soprattutto due cose: di tenere conto dell’instabilità del Nord Africa e del Mediterraneo e di considerare, a fronte dell’innalzamento dei tassi, i debiti del Next Generation tenendo in considerazione il quadro mutato».

Nel contempo, a margine dei lavori del vertice Ue, Meloni si confronta con il presidente della Repubblica di Cipro, Nikos Christodoulids. Al centro del colloquio, a quanto si apprende, «la sicurezza e la stabilità del Mediterraneo, la necessità di risposte efficaci da parte dell’Ue, la difesa dei confini esterni e un approccio costruttivo e non predatorio nei confronti dei Paesi di origine e transito, come previsto nel Piano Mattei per l’Africa».

IL PIANO MATTEI

E il Piano Mattei, come ha detto Meloni mercoledì alle Camere, verrà presentato in autunno. Lo scambio con il presidente di Cipro viene definito «proficuo» e si focalizza «anche sulla collaborazione energetica che vede l’Italia come hub energetico per il continente europeo, conferma la stretta cooperazione tra Italia e Cipro che rappresenta un partner importante per l’Italia anche nel contesto del Med9 e Med5».

E, sempre nel medesimo contesto, il premier polacco Mateusz Morawiecki esalta i contatti con il governo italiano: «Abbiamo ottimi rapporti con la premier italiana. Ci incontriamo oggi. Potremmo avere interessi diversi, ma elaboriamo soluzioni che servono a tutti».

Il riferimento è alle politiche migratorie, su cui tra Italia e Polonia ci sono state divergenze. Non a caso Morawiecki sottolinea «con forza che difenderemo sicuramente il diritto della Polonia di garantire non solo il nostro sistema politico, ma soprattutto che la nostra sicurezza, tutti i parametri relativi alla sicurezza, sia nelle nostre mani».

Il premier polacco esclude l’accoglienza in Polonia di migranti arrivati in altri Paesi Ue: «Guardate cosa sta succedendo nei sobborghi di Malmö o Parigi, Marsiglia, Lille o anche in Italia. Il trasferimento forzato non sarà consentito finché ci sarà un governo di diritto e giustizia».

I PROBLEMI IN ITALIA, DAL MES AL CASO SANTANCHÈ

E mentre Meloni è a Bruxelles, oltre al caso Santanché in Italia si dibatte sul Mes, il Fondo salva Stati. La premier continua a ripetere che l’Esecutivo non è d’accordo sulla ratifica della riforma del Mes, anche perché sta portando avanti una trattativa complessiva con Bruxelles che tiene dentro anche il Patto di stabilità.

Di sicuro, in sede di Consiglio europeo qualcuno le avrà domandato: «Quando darai il via libera al Mes?». L’inquilina di Palazzo Chigi avrà potuto che la commissione Esteri ha approvato il mandato al relatore al ddl di ratifica del Mes. Con un dettaglio: la maggioranza era assente e il governo, con il viceministro Edmondo Cirielli, si è rimesso alla Commissione.


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