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Lo spread ai minimi da oltre un anno mentre le Borse mondiali riprendono a correre, si aprono spiragli sulla politica dei tassi
Il Congresso approva l’accordo sul tetto del debito e gli Stati Uniti evitano il default. «È una grande vittoria» afferma Joe Biden lodando Camera e Senato per la rapida azione. Palesemente soddisfatto per il successo ottenuto con un abile compromesso politico, il presidente americano si rivolge agli americani: «Oggi è una grande giornata» dice trionfante commentando i dati sul mercato del lavoro.
Nonostante l’aggressiva campagna di rialzi dei tassi da parte della Fed, l’occupazione americana resta solida: in maggio sono stati creati 339.000 posti di lavoro, molto oltre le attese degli analisti che scommettevano su quota 195.000. A balzare, però, è stato anche il tasso di disoccupazione, salito al 3,7%. Le borse brinando al via libera del Congresso e al significativo aumento dei posti di lavoro.
LE REAZIONI DEI MERCATI
Le piazze finanziarie europee chiudono tutte in forte rialzo, con Milano che archivia la seduta salendo dell’1,85% spinta da Saipem che guadagna il 5,64%, Iveco il 4,1% e Moncler il 4,01%. Ma soprattutto crolla lo spread, arrivato a 166 punti: un livello così basso non si vedeva da aprile 2022. Il 27 settembre, all’indomani della vittoria del centro-destra, era a 249 euro. Soddisfatto il ministro Urso: «L’Italia continua a crescere. Le fosche previsioni dell’autunno sono state smentite».
Corre anche Wall Street, dove i listini salgono di oltre l’1%, confortati dal buono stato di salute dell’economia americana e dall’aver archiviato l’incubo default. Il balzo dei posti creati è destinato ad alimentare il dibattito interno alla Fed, divisa sulla possibilità di una pausa nella campagna di rialzi alla riunione di giugno.
Per ora la Banca centrale sembra orientata a uno stop, almeno nell’immediato, ma ciò non esclude ulteriori rialzi nell’estate o entro fine anno. Il presidente della Fed Jerome Powell ha indicato di sostenere una pausa al prossimo appuntamento per concedere alla Banca centrale il tempo per valutare l’impatto dei rialzi finora decisi sull’economia.
IL FRONTE INFLAZIONE
Sul fronte dell’inflazione la banca centrale ha sicuramente compiuto progressi, con i prezzi ormai in aumento “solo” del 4,9% rispetto all’8-9% di qualche mese fa. Il target del 2% resta però lontano e questo implica la possibilità di nuovi rialzi dei tassi – appare scontata una stretta dello 0,25% forse già in luglio – per raffreddare la domanda e l’economia.
Indicazioni positive arrivano comunque dal fronte salari: la crescita su base mensile è rallentata allo 0,3%, mentre rispetto allo stesso periodo 2022 si registra un calo al 4,3%, un livello comunque al di sopra del 3,5% ritenuto uno dei prerequisiti della Fed per centrare il target del 2% di inflazione.
Progressi sul fronte prezzi sono stati compiuti anche nell’area euro. La Bce «non è lontana» dalla fine del suo ciclo di rialzo dei tassi, afferma Fabio Panetta, membro del board Bce. «Stiamo facendo tutto il possibile per ridurre l’inflazione al 2%. In meno di un anno – osserva Panetta – abbiamo alzato bruscamente i nostri tassi di interesse, da -0,5% a 3,25%, e l’inflazione sta rallentando».
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