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Marco Hannappel, presidente e amministratore delegato di Philip Morris Italia

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La centralità del Mezzogiorno nel bacino del Mediterraneo è una opportunità di sviluppo da non lasciarsi sfuggire: servono investimenti

L’Economia del Mare per la competitività, attrattività e crescita del Sud Italia e del Mediterraneo. Il Settore Energetico e la doppia sfida della transizione sostenibile e della sicurezza degli approvvigionamenti. Le Specializzazioni Produttive/Industriali nelle nuove catene globali del valore. Il Settore Turistico come leva di sviluppo territoriale.

Sono le 4 filiere strategiche, determinanti per la realizzazione di un Sud che possa diventare baricentro del percorso di crescita e di cooperazione del Mediterraneo, proposte e definite nel “Libro Bianco” analizzato nella prima delle due giornate del Forum “Verso Sud”, realizzato da The European House-Ambrosetti in corso a Grand Hotel Excelsior Vittoria di Sorrento a cui hanno preso parte esponenti del mondo dell’imprenditoria e della politica. Non sono mancate defezioni eccellenti come quella del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e del ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

IL MEZZOGIORNO E LA SUA POSIZIONE STRATEGICA NEL MEDITERRANEO

“Il Mezzogiorno è un territorio su cui l’attenzione del governo è massima soprattutto adesso che i nuovi equilibri geopolitici aprono nuovi spazi di crescita. Il Sud Italia, vista la sua posizione strategica nel Mediterraneo, è in grado di collegare le periferie più estreme del mondo al cuore della grande manifattura europea e ha pertanto l’opportunità di divenire l’hub energetico e manifatturiero dell’Europa e dell’Italia”. E’ quanto ha scritto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in un messaggio inviato al Forum internazionale.

IL MEDITERRANEO RAPPRESENTA IL 20% DEL TRAFFICO MARITTIMO MONDIALE

Il Mar Mediterraneo, pur coprendo soltanto l’1% della superficie dei mari mondiali, rappresenta il 20% del traffico marittimo e il 27% dei servizi di trasporto container mondiali ed è anche punto d’incontro di quattro grandi aree geoeconomiche: l’African Continental Free Trade Area (AfCTA), l’Unione Europea, il North American Free Trade Agreement (NAFTA) e il Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP). I Paesi che ne fanno parte pesano per il 9,7% del Pil mondiale e contano 550 milioni di abitanti.

Proprio nel macro-settore dell’Economia del Mare, il Mezzogiorno registra un elevato posizionamento rispetto il resto del Paese: il comparto infatti conta oltre 107 mila imprese (pari al 47,9% del totale nazionale), 345mila occupati (37,5% del totale nazionale) e genera 15,6 miliardi di Euro Valore Aggiunto (pari al 30,4% del totale nazionale). Tra tutti i comparti che compongono il settore, portualità e trasporto merci e passeggeri sono determinanti nel sostenere la centralità dei porti del Sud.

PER SOSTENERE LA COMPETITIVITÀ DEL MEZZOGIORNO NEL MEDITERRANEO SERVE INVESTIRE

Per sostenerne la competitività occorre però investire ed intervenire in alcuni ambiti prioritari: sviluppo intermodale e integrazione del trasporto su rotaia (solo 8 su 32 porti del Sud sono collegati all’Infrastruttura Ferroviaria Nazionale), digitalizzazione (abilitatrice di semplificazioni logistiche e sburocratizzazione), green transition (incentivando ad esempio l’elettrificazione e lo sviluppo dello small scale LNG) ed una miglior efficacia della governance del sistema portuale.

Nell’ambito del Settore Energetico, il Sud è già oggi piattaforma energetica di riferimento per l’area Euro-Mediterranea ricoprendo un ruolo chiave nella sicurezza degli approvvigionamenti del Paese. Il Sud, attraversato dalle principali infrastrutture energetiche, che collegano la sponda meridionale e settentrionale del Mediterraneo, l’Europa e l’Africa, rappresenta già oggi il serbatoio di energie rinnovabili del Paese, al primo posto nel Mediterraneo per quota dei consumi coperti da fonti energetiche rinnovabili (31,6% del totale).

“Obiettivo Pniec, che porta una centralità del Sud, al 2030 è rovesciare il rapporto” di produzione di energia elettrica per arrivare “a due terzi da fonti rinnovabili e un terzo da fossile, dove il fossile di transizione è il gas” ha sottolineato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin.

“Rinnovabili significa – ha aggiunto – nuova energia da fotovoltaico, eolico, con una valutazione forte sull’offshore che può essere di maggiore produzione, e geotermico. Parlare di fotovoltaico ci porta a fare un ragionamento che investe il Mediterraneo a sud e sudest in una valutazione complessiva che significa poter utilizzare aree del Sahara per produrre energia elettrica che può essere trasportata direttamente nel nostro Paese. C’è un grande progetto di Terna che ha avuto anche un finanziamento dell’Ue sul quale sto valutando in questi giorni un intervento anche con RePowerEu”.

MEZZOGIORNO CENTRALE NEL MEDITERRANEO CON POTENZIALITÀ DI SVILUPPO DEL SETTORE MANIFATTURIERO

Ulteriori potenzialità per la crescita socioeconomica e competitiva del Sud Italia derivano dallo sviluppo di settori produttivi e filiere industriali ad alta tecnologia. Il settore manifatturiero pesa per l’8,8% del Pil e per il 9,8% degli occupati del Mezzogiorno. Sul fronte del Turismo, i margini di miglioramento riguardano soprattutto l’attrattività internazionale per il Sud che oggi richiama solo il 12,7% dei turisti stranieri in arrivo nel Paese. Con 15 Parchi nazionali (>30% del totale nazionale), 24 aree marine protette (75% del totale), 22 siti tutelati dall’Unesco (38% del totale nazionale) e 175 borghi autentici (86% del totale italiano), il settore turistico può crescere ulteriormente.

MEDITERRANEO, INTESA SP PROTAGONISTA “SOSTIENIAMO LA CRESCITA DEL MEZZOGIORNO”

“La nostra Banca sostiene da sempre la crescita economica del Mezzogiorno, che rappresenta la settima area europea in ambito manifatturiero e ospita un quarto delle filiere del Paese”. A sottolinearlo è stato Anna Roscio, Executive Director Sales & Marketing Imprese di Intesa Sanpaolo.

“Incentiviamo i processi di indipendenza energetica delle Pmi attraverso il nostro programma ’Motore Italia Transizione Energetica’ che prevede linee di finanziamento dedicate – ha spiegato – Inoltre, grazie a un plafond di 5 miliardi di euro, favoriamo gli investimenti nelle Zone Economiche Speciali meridionali per rafforzare la competitività del nostro sistema portuale nel Mediterraneo, un mare che intercetta il 20% del traffico marittimo globale e gestisce il 27% delle rotte commerciali dei container. Abbiamo infine già accompagnato quasi 7.000 imprese ad aggiudicarsi bandi del Pnrr, in un’ottica di rinnovata collaborazione tra pubblico e privato”.

PHILIP MORRIS INVESTE IN CAMPANIA

“Abbiamo investito al sud perché ci sono eccellenze che possono essere fatte venire fuori nel nostro Paese in ogni regione: qui abbiamo una presenza sostanziale in ambito di acquisto di foglia di tabacco, compriamo il 65% della produzione della Campania e diamo lavoro per oltre 11 mila posti”. Il Presidente e amministratore delegato di Philip Morris Italia, Marco Hannappel ha annunciato l’apertura del nuovo Digital Information Service Center di Marcianise (Caserta): il Philip Morris DISC Campania.

“Un centro analogo a quello di Taranto, inaugurato a novembre del 2020, dove avevamo cominciato con 165 persone e oggi sono quasi 400 – ha spiegato Hannappel – Oggi non solo è un buon giorno perché questa apertura è stata fatto nei tempi previsti e con più persone di quante pensavamo, ma perché il nostro è un centro che ha possibilità anche di sviluppo nel futuro ed è collegato: non è un’isola a Marcianise, ma è Marcianise collegata a Taranto, Terni, Bologna, Veneto, Emilia Romagna, Umbria e a tutti gli investimenti che abbiamo in Italia”.


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