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Raffaele Fitto

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Negoziato Pnrr Roma-Bruxelles , la flessibilità dei fondi al centro degli incontri tra il ministro Fitto e i commissari Gentiloni e Ferreira

Va avanti il confronto tra il governo e la Commissione europea sulla revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza anche in vista della scadenza, il 30 aprile, dell’aggiornamento del piano con l’inserimento del capitolo RepowerEu. Ovvero i progetti di investimento green, per fronteggiare la crisi energetica e raggiungere l’affrancamento dai combustibili russi.

L’implementazione del Recovery per l’Italia, nelle intenzioni dichiarate dal ministro degli Affari europei, Politiche di Coesione, Pnrr e Sud, Raffaele Fitto, diventa l’occasione per «riallineare» i programmi Pnrr, RepowerEu e politiche di coesione. E soprattutto per sì che le risorse del Next Generation Eu non vadano perdute perché impegnate su progetti che faticano a tenere il passo con l’orizzonte del Piano (2026) e mettere a terra quelli della coesione, con un arco temporale più ampio, che l’Italia fatica a spendere. E in questo senso fa gioco la flessibilità sull’uso dei fondi esistenti spuntata al tavolo del Consiglio europeo dello scorso 9 febbraio.

PNRR, SI INTENSIFICA IL NEGOZIATO TRA ROMA E BRUXELLES

Il tema è stato al centro della due giorni a Bruxelles del ministro Fitto. Questi, tra lunedì e ieri, ne ha discusso con i commissari all’Economia, Paolo Gentiloni, e per la Coesione e le riforme, Elisa Ferreira. Ma anche di un confronto a livello tecnico con la Commissione europea.

“Gli incontri si collocano nel quadro del dialogo intrapreso dal ministro Fitto con i competenti interlocutori della Commissione europea sul Pnrr e sulla Politica di coesione allo scopo di migliorarne l’efficienza e le ricadute positive nell’interesse dei cittadini e delle imprese del nostro Paese”, il resoconto della missione affidato a una nota.

Se, impiegando il 7,5% delle risorse della coesione, il RepowerEu gioca il ruolo di trait d’union fra i tre programmi, favorendone il “riallineamento”, è sulla flessibilità dei fondi europei esistenti che si gioca la partita sul tavolo a Bruxelles.

PNRR, NEGOZIATO TRA ROMA E BRUXELLES CHE MIRA A NON PERDERE FONDI

Le conclusioni dell’ultimo Consiglio europeo mettono nero su bianco l’apertura della Ue su questo fronte in un sorta di scambio con la spinta sugli aiuti di Stato nell’ambito della strategia europea di contrasto dell’Inflation Reduction Act (l’Ira, il piano di aiuti alle imprese da circa 400 miliardi) che agevola i Paesi con maggiore capacità fiscale, come la Germania e la Francia che l’hanno fortemente sostenuta.

L’obiettivo del governo sarebbe dirottare sulla programmazione europea gli investimenti che rischiano di sforare i tempi fissati da Bruxelles per la chiusura del Pnrr, rispettando le “quote Sud”, come ha garantito la stessa premier Giorgia Meloni.

L’ALLARME SPERPERI LANCIATO DALLA CORTE DEI CONTI CAMPANIA

Se la preoccupazione del governo è non perdere nemmeno un euro, dalla Corte dei conti della Campania arriva l’allarme «sperperi». Un rischio che è in parte legato alla ristrettezza dei tempi. A lanciarlo è stato il presidente Michele Oricchio in occasione della cerimonia, a Napoli, per l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Oricchio ha messo l’accento sul «rischio che i flussi di spesa pubblica facilitata dal Pnrr e l’urgenza di utilizzare i relativi fondi possano favorire nuovi imbarazzanti sprechi consumati attraverso progetti ed azioni che non rispondono alle concrete esigenze locali, non tengono conto dei “costi di gestione” delle opere che, ove realizzate nei ridotti termini imposti, andranno spesso a pesare sui bilanci degli enti locali nel cui territorio cadono senza effettivi miglioramenti sulla qualità della vita dei cittadini».

«Quando ci sono molte risorse che vanno spese in tempi rapidi spesso questa spesa non è efficiente – ha commentato il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, intervenendo a margine della cerimonia. «È molto importante la qualità della progettazione e seguire con attenzione anche quelli che sono i percorsi organizzativi così da coniugare qualità dell’organizzazione con il rispetto dei tempi – ha proseguito – È un lavoro complesso perché i tempi sono molto brevi, ma come Comune stiamo lavorando in questa direzione anche per evitare di commettere errori che in passato sono stati molto gravi».

ALLARME ANCHE PER LA GESTIONE DEGLI APPALTI

Dall’alert per gli sprechi a quello sugli “appetiti” della criminalità organizzata, e non solo. «Il Pnrr è oggetto di intuibili interessi crimino-affaristici», ha detto il direttore dell’Aisi, Mario Parente, durante la presentazione della relazione 2022 sulle politiche di sicurezza. «Oltre alle grandi organizzazioni criminali – ha affermato – si sono evidenziati circuiti che vedono affiancati non solo esponenti della criminalità organizzata ma anche di altri soggetti, funzionari pubblici, professionisti, altri soggetti che si muovono nelle istituzioni e che possono essere in grado di incidere nell’applicazione del piano». Una questione su cui l’intelligence, ha sottolineato Parente, manterrà i fari puntati.

Un altro rischio per il Pnrr potrebbe arrivare dal blocco della cessione dei crediti fiscali per i lavori edilizia previsto dal decreto legge varato dal Consiglio dei ministri il 17 febbraio. Lo ha prospettato l’Ance durante un’audizione davanti alla commissione Finanze della Camera. Lo stop imposto dal governo, ha sostenuto il vicepresidente dell’associazione, Stefano Betti, «determina una carenza di liquidità nelle imprese di costruzioni che le porterà, a brevissimo, al fallimento. Le stesse imprese che sono chiamate a realizzare i lavori del Pnrr».


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