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Il Pnrr e del Pnc evidenziano una grave lacuna italiana ossia l’incapacità di spendere, è fondamentale imparare a spendere bene e presto
Ritengo utile fare prima una premessa: il nostro Paese non è in grado di garantire procedure capaci di assicurare, in tempi certi, la concreta attivazione di programmi e, quindi, non è in grado di dare corso ad una misurabile spesa.
Ci siamo sempre cimentati nel ricercare le cause di una simile grave incapacità e ci siamo anche adoperati nella ricerca delle cause, cioè siamo stati davvero encomiabili nel produrre diagnosi ma nella definizione delle terapie siamo stati sempre perdenti e, spesso, ci siamo anche convinti che prima o poi qualcuno avrebbe trovato una terapia adatta.
PNRR E PNC, L’INCAPACITÀ DI SPENDERE DELL’ITALIA
Ripeto, solo a titolo di esempio, alcune delle diagnosi che descrivono le cause di una simile congenita patologia:
- il numero enorme di stazioni appaltanti
- la carenza di un adeguato bagaglio progettuale
- il lungo iter approvativo delle proposte progettuali
- il lungo iter autorizzativo delle proposte progettuali
- il sistema anomalo del contenzioso
- il ricorso ad un Codice Appalti, quello attuale assurdo, e quello in via di approvazione da rivedere in modo sostanziale
Queste forti anomalie procedurali, senza dubbio, sono la causa dei ritardi nell’iter propedeutico all’apertura dei cantieri e, quindi, alla spesa. Se leggiamo i provvedimenti presi, in modo particolare, dal Governo Draghi proprio sullo snellimento delle procedure ci rendiamo conto che si è riusciti solo a produrre un numero rilevante di bandi di gara relativi a “progetti di fattibilità tecnico economica”, cioè di qualcosa che poi dovrà essere sottoposto ai pareri del Ministero dell’Ambiente, al Ministero dei Beni Culturali, del CIPES e di tutto ciò che sarà necessario perché quella che, a mio avviso, è solo una intuizione progettuale avanzata, diventi “progetto da cantierare”.
QUANTO SI È SPESO FINO AD OGGI
Questa mia premessa non denuncia responsabilità, cerca solo di analizzare oggettivamente un teatro, quello del sistema delle costruzioni, che, pur disponendo di adeguate risorse finanziarie, non riesce ad attivare la spesa. Finora, per tanti motivi, tra cui principali sono stati i comportamenti dei Governi Conte 1 e 2, dei Governi che hanno sempre dichiarato i propri meriti nell’aver ottenuto tante risorse e che per pura demagogia hanno sempre fornito dati rassicuranti sull’avanzamento delle opere, solo oggi scopriamo che i dati sulla spesa sono i seguenti (vedi tabella 1).
Questo è lo stato della spesa di tutto il PNRR, se effettuiamo un approfondimento sul comparto delle sole infrastrutture scopriamo che la spesa relativa non supera, su un valore globale di circa 120.000 milioni di €, la soglia di 4.800 milioni di €. Per recuperare il tempo perso il nostro Paese dovrà quindi spendere molti soldi nei prossimi anni. In particolare: 40,9 miliardi nel 2023, 46,5 miliardi nel 2024, 47,7 miliardi nel 2025 e 35,6 miliardi nel 2026.
Ricordo anche che la spesa modesta di 4.800 milioni nel comparto delle infrastrutture è relativa ad opere in corso cantierate sin dal 2014 con la Legge Obiettivo.
LA VERITÀ SULLA SPESA DEL PNRR E DEL PNC
Adesso, grazie anche al cervellone della Ragioneria Generale dello Stato, cioè grazie al REGIS, sappiamo la verità e non ci sono, come in passato, Ministri che possano nascondere un quadro di dati supportato solo dalla “speranza”, un quadro basato solo su quella logica che crede sulla solita forza imprevedibile del “futuro”. La verità fa paura non per quello che in 32 mesi (il PNRR parte a mio avviso dal giugno del 2020) non siamo riusciti a spendere ma per quello che non riusciremo a spendere nei prossimi 46 mesi (quelli che restano prima del 31 dicembre 2026).
Ho cercato di effettuare una analisi delle varie voci e dei vari comparti del PNRR e del PNC, cioè delle varie Missioni ed ho ottenuto un risultato davvero preoccupante dei circa 222 miliardi, cioè del valore globale del PNRR + PNC (191,5 + 30,5), il livello di spesa dei prossimi quattro anni, quello più attendibile, sarà il seguente (vedi tabella 2).)
Se poi questo approfondimento lo effettuiamo solo sul comparto delle infrastrutture su un valore globale di circa 120.000 milioni di euro sarà possibile spendere solo 28 miliardi di euro.
In realtà sia per quanto concerne l’importo globale, sia per la voce legata alle sole infrastrutture, riusciremo a spendere solo un terzo. La vera urgenza è proprio in questa presa d’atto di un futuro davvero preoccupante; per cui tocca all’attuale Governo ed in particolare al Ministro Fitto:
• sconfessare queste mie previsioni ed ipotizzare un nuovo scenario
• identificare le modalità per raggiungere nei prossimi 4 anni la soglia massima possibile della spesa
IL GOVERNO DOVRÀ RACCONTARE ALL’UE LA VERITÀ SULLA CAPACITÀ DI SPENDERE PNRR E PNC
L’attuale Governo sicuramente durerà per la intera Legislatura, quindi, come ho detto più volte, dovrà presentare un bilancio positivo di fine mandato ed allora penso che subito, addirittura dal prossimo Documento di Economia e Finanza (DEF), sarà cura, sempre del Governo, raccontare alla Unione Europea questa fredda e scomoda analisi e, di intesa con la stessa Unione Europea, costruire un itinerario capace di ridisegnare integralmente il PNRR ed il PNC. Ho detto ridisegnare integralmente il PNRR sfruttando anche la occasione del contestuale avvio del REPowerEU. Come ho detto poche settimane fa la scelta del Ministro Fitto di affrontare in modo organico il PNRR, il PNC ed il Fondo di Sviluppo e Coesione, è, a tutti gli effetti, un modo per non credere in un “futuro risolutore”.
Voglio solo ricordare che ancora una volta le percentuali annunciate nelle passate Legislature sulla spesa garantita al Sud, sì di quella gara variabile da un minimo del 40% fino al 60%, oggi sono ferme ad appena il 12% e al 31 dicembre del 2026, se dovessero verificarsi le mie previsioni, non supererebbero la soglia del 16%.
Sarei davvero felice se venissi smentito sia sui dati generali che su quelli del Mezzogiorno.
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