Christine Lagarde
3 minuti per la letturaAncora un aumento dei tassi da parte della Bce, l’annuncio di Christine Lagarde dinanzi all’Europarlamento
Christine Lagarde anticipa le prossime mosse della Bce: la riunione del direttivo di marzo aumenterà i tassi ancora di mezzo punto, poi si vedrà. «Valuteremo il successivo percorso di politica monetaria in base ai dati».
La presidente della Banca centrale parla dinanzi all’Europarlamento in una sessione iniziata in ritardo per via di una manifestazione che ha bloccato gli accessi al palazzo. L’annuncio non arriva a sorpresa, ma è difficile valutare l’impatto sui mercati, visto che le dichiarazioni arrivano quando ormai le Borse hanno chiuso la giornata.
BCE, TASSI IN AUMENTO: SI RIPETE IL COPIONE USA
La prudenza di Lagarde è giustificata dal fatto che l’inflazione è più resistente di quanto previsto. Secondo la stima preliminare di Eurostat, a gennaio i prezzi nell’area euro hanno segnato una moderazione all’8,5%, «ma è probabile che il dato definitivo risulti leggermente più elevato una volta che si terrà conto dei dati sulla Germania – ha detto – complessivamente le pressioni sui prezzi restano forti, e l’inflazione di fondo resta elevata».
Si sta ripetendo il copione già visto negli Usa. A gennaio, infatti, i prezzi sono saliti dello 0,5% rispetto ai dicembre, mentre il mese precedente erano scesi. Il ribasso dei prezzi dell’energia, ritenuto decisivo per raffreddare i prezzi, evidentemente non basta. Le altre componenti, a cominciare dalla pressione salariale, restano ancora orientate al rialzo.
«Ci impegniamo a riportare l’inflazione al nostro obiettivo del 2% e adotteremo le misure necessarie per farlo» ha aggiunto Lagarde, ricordando che per statuto la Bce ha come compito principale la stabilità dei prezzi.
In ogni modo il bilancio dei rischi, sia sulla crescita economica, sia sull’inflazione, sono diventati «più equilibrati, specialmente sul breve termine» ha detto Lagarde.
L’anteprima sulle prossime mosse della Bce non è usuale. Serve a dimostrare la determinazione della Banca centrale e, soprattutto l’indipendenza dai governi che, invece, premono per un comportamento meno aggressivo allo scopo di non aggravare le condizioni delle finanze pubbliche. Un discorso che vale soprattutto per l’Italia. Non a caso oggi lo spread è salito di quasi dieci punti, fermandosi a quota 185 e facendo temere la fine della tregua che finora ha accompagnato il percorso del governo Meloni.
I MERCATI
Prima delle parole di Lagarde le Borse avevano chiuso con buoni rialzi che hanno consentito ai listini europei di raggiungere nuovi record. Il Ftse100 di Londra con +0,5% tocca il nuovo record storico. Eurostoxx 50 con un +1% tocca il massimo da 12 mesi. Cac 40 di Parigi +1,2%, nuovo top da gennaio 2022. Ibex spagnolo +0,5%, nuovo top da giugno 2021. Ftse Mib di Milano +0,12% a 27.533 punti, consolidando il top da dicembre 2021.
A Piazza Affari prepotente rialzo di Anima (+3,06%) all’indomani del collocamento accelerato del 7,2% Fsi Holding, il fondo guidato da Maurizio Tamagnini.
A fare da assist contribuisce anche la promozione giunta dagli analisti di Banca Akros che hanno alzato il giudizio da neutral ad accumulate e confermando il prezzo obiettivo di 4,3 euro.
Secondo gli analisti di Banca Akros la mossa di Fsi riapre «le speculazioni sul risiko ben prima di quanto aspettassimo». Inoltre «potrebbe essere una scommessa di un rimpasto del sistema bancario italiano con la creazione di un gruppo più grande che potrebbe controllare Anima alla fine del percorso».
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