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Fabio Panetta

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I tassi d’interesse sono materia esplosiva. Maneggiare con cura per evitare incidenti. Un avvertimento per Christine Lagarde e per i “falchi” del Nord che spingono per una stretta aggressiva allo scopo di strozzare l’inflazione. Dopo il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, anche Fabio Panetta, membro italiano della Bce, insiste sulla necessità che la dinamica dei tassi d’interesse sia moderata per non aggravare i rischi di recessione.

La Bce ha fatto bene a dicembre, a stringere ma «qualsiasi indicazione incondizionata – ossia slegata dall’evoluzione prospettica dell’economia – che vada oltre febbraio si discosterebbe dal nostro approccio basato sui dati» dice Panetta in un’intervista rilasciata al quotidiano tedesco Handelsblatt.

NO A IMPEGNI PREVENTIVI

Una precisazione importante, dopo che la presidente della Bce, Christine Lagarde, aveva indicato rialzi dei tassi nell’ordine di mezzo punto a partire da febbraio. «L’incertezza nell’economia è troppa per impegnarsi preventivamente e incondizionatamente su una linea specifica» ha risposto Fabio Panetta. «Oltre febbraio qualsiasi scelta incondizionata, ovvero non correlata alle prospettive economiche, si discosterà dal nostro approccio basato sui dati».

Insomma, è troppo presto per ipotizzare altri due rialzi da 50 punti base, come aveva fatto Peter Kazimir, governatore della Banca nazionale slovacca. Quei rialzi dovevano essere l’ultimo strappo per bloccare l’inflazione senza intaccare l’economia. Panetta ha sottolineato che le decisioni devono essere basate sull’evoluzione dei prezzi al consumo e di quelli dell’energia e sui dati più recenti riguardo l’economia globale e dell’Eurozona.

IN CALO GAS E INFLAZIONE

«Le proiezioni di dicembre prevedevano un’inflazione oltre il 2 per cento fino a metà 2025. Per questo era ragionevole aumentare i tassi a dicembre e segnalare un passo simile a febbraio» ha detto il banchiere italiano. Troppo presto, però, per dare indicazioni anche dopo. Soprattutto considerando che il prezzo del gas sta scendendo a rotta di collo. Anche ieri si è registrata un’altra riduzione dell’11 per cento che ha portato la quotazione a 58 euro.

A marzo la Bce avrà nuove proiezioni e quindi il consiglio direttivo dovrà valutare le scelte da fare secondo gli ultimi dati, secondo Panetta. Sul fronte inflazione, tra l’altro, Panetta segnala che sono arrivate «buone notizie» perché «è probabile che gli shock di offerta che hanno colpito l’economia negli ultimi mesi stiano iniziando a invertirsi».

Chiaramente prudenza e attenzione devono essere le parole d’ordine, ha sottolineato il membro italiano del board della Bce nell’intervista, ma «i recenti sviluppi suggeriscono che possiamo respingere i rischi di effetti di secondo impatto e abbatterla continuando ad aggiustare i nostri tassi ufficiali in modo ben calibrato e non meccanico». L’obiettivo principale è quello di non mandare l’economia in recessione. L’attività delle imprese della zona euro, infatti, è tornata inaspettatamente a crescere, in modo moderato, nel mese di gennaio, dando così segnali che la crisi dell’area potrebbe non essere profonda come si temeva e che l’unione monetaria potrebbe sfuggire alla recessione, secondo quanto emerge da un sondaggio di Reuters.

L’INDICE PMI DI S&P

L’indice Pmi di S&P Global, considerato un buon indicatore della salute economica generale della zona euro, è salito questo mese a 50,2 da 49,3 di dicembre. Per la prima volta da giugno ha quindi superato la soglia di 50 punti – quella che separa la crescita dalla contrazione – e, soprattutto, la previsione media di 49,8 del sondaggio Reuters. L’inverno finora mite, il calo dei prezzi del gas e i recenti dati economici positivi hanno fatto sì che alcune previsioni di crescita trimestrale siano state aggiornate, sebbene si preveda ancora una recessione tecnica, sempre secondo un sondaggio Reuters.

A dimostrazione di un maggiore ottimismo, questo mese le aziende hanno aumentato gli organici a un ritmo più sostenuto. L’indice sull’occupazione è salito a un massimo di tre mesi di 52,5 rispetto a 51,9 di dicembre. Il Pmi relativo ai servizi, settore dominante in Europa, ha sorpreso in positivo, raggiungendo un massimo di sei mesi di 50,7. Il valore era di 49,8 a dicembre, contro le previsioni di 50,2 del sondaggio Reuters.


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