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Un'immagine della Silicon Valley

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Nel giro di pochi giorni il cielo della nuova industria si è appannato. Di colpo nei primi giorni del nuovo anno le stelle di Amazon, Apple, Twitter e lo stellone di Elon Musk sono diventate sirene lampeggianti di crisi e per la prima volta compaiono deficit galattici e licenziamenti biblici nell’orizzonte già dorato di imprese che parevano invincibili.

Cosa è successo nel Paradiso 4.0? Le spiegazioni che vengono fornite, aldilà dei capitomboli di una Borsa che visibilmente non credeva più da tempo ai maghi di Internet, è di tipo Crisi Post-Bellica.

I RISCHI DI CRISI A CATENA

Alla fine della Prima Guerra Mondiale le grandi imprese produttrici di acciaio crollano in tutta Europa perché con la fine del conflitto non servono più cannoni e corazzate e quindi le migliaia di lavoratori, o meglio lavoratrici assunte nella industria bellica doveva essere licenziata a tutela dell’economia di mercato.

Similmente le grandi imprese 4.0 dichiarano che, avendo assunto in via eccezionale durante il Covid, con il ritorno alla normalità debbono licenziare: i loro conti in rosso sono effetto della fine della eccezionalità del mondo chiuso in casa e connesso solo via internet. Ricordo che proprio la crisi dell’industria postbellica aprì la porta a sconvolgimenti devastanti per l’economia e la democrazia, tanto che nel Secondo dopoguerra si agì rilanciando la economia e non chiudendo le porte delle fabbriche, ma cercando nuove prospettive di crescita.

Credo quindi che la crisi delle grandi imprese high-tech meriti qualche riflessione in più. L’economia sta cambiando, la società sta cambiando, il mondo sta cambiando. Quelle imprese erano giunte al punto di essere troppo grandi, tali da condizionare la vita, il pensiero, il modo di essere di milioni di persone in tutte le parti del pianeta. In pochi anni queste imprese e poche altre avevano cumulato un potere ben superiore a molti Stati che siedono all’Onu e, soprattutto, erano divenute esse stesse i motori non solo della ricerca, ma della società in tutti continenti.

Dalla loro decomposizione, o almeno ridimensionamento, possono derivare crisi a catena, oppure possono sorgere migliaia di nuove imprese che, avvantaggiandosi delle competenze e delle relazioni cumulate in questi anni proprio nei grandi gruppi, possono creare finalmente una nuova industria rispondente ai bisogni umani, operanti per un nuovo benessere green e solidale.

SERVONO INCENTIVI

Bisogna però accompagnare queste imprese nuove e innovatrici con interventi che permettano non solo di nascere, ma anche di crescere e a loro volta figliare nuove imprese. Mentre in America i grandi e piccoli fondi privati di investimento stanno riorientandosi per capire cosa c’è dentro la Nuova Silicon Valley, in Europa e in Italia da anni chiacchieriamo di start up, ma per un giovane che voglia metter su la propria impresa partendo dalle proprie competenze e conoscenze continua a essere difficilissimo trovare finanziamenti, accompagnamento e fiducia.

Anche i grandi enti pubblici di ricerca e le università, dopo una prima fase di innamoramento superficiale per i loro spin off, sono rientrati, nonostante il profluvio di risorse Pnrr, nelle loro stanze, intenti più a pubblicare che a promuovere vie nuove per i loro studenti, ma è questo il momento in cui – di fronte alle stelle cadenti – esprimere e magari realizzare nuovi desideri.


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