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I consumatori italiani “ritrovano” la fiducia ad agosto: l’Istat stima un aumento dell’indice che torna a salire – da 94,8 a 98,3 – dopo due mesi in calo, ricollocandosi ai livelli di giugno. Mentre le imprese appaiono più “guardinghe” di fronte a uno scenario dominato dall’inflazione e della corsa del gas, facendo segnare all’indice una riduzione di oltre un punto (da 110,7 a 109,4), che tuttavia lo posiziona comunque agli stessi livelli registrati nel 2018, prima del rallentamento europeo e dello tzunami Covid.
L’economia italiana “tiene” quindi, come mostra anche il confronto con i numeri registrati in Germania, dove la fiducia dei consumatori appare in picchiata, toccando i minimi storici: l’istituto GfK prevede un calo dell’indice a -36,5 punti per settembre, (dopo il -30,9 di agosto), un nuovo record negativo di fila dall’inizio della serie nel 1991. E sono in peggioramento ad agosto anche le aspettative delle imprese sull’export, che sono scese a -2,7% (-0,4% rispetto a luglio).
FIDUCIA DEI CONSUMATORI ANCHE IN FRANCIA
L’ottimismo sembra prevalere, invece, anche tra i consumatori francesi – con la fiducia a 82 dall’80 di luglio, secondo le stime dell’Insee, Institut national de la statistique et des études économiques – portando l’indice a invertire la rotta dopo sette mesi consecutivi in discesa, pur restando molto al di sotto della media di lungo periodo. Smentendo comunque le previsioni degli analisti che la davano in calo, a 79.
E anche gli americani sembrano guidati da uno spirito più positivo: negli Usa, infatti, l’indice finale sulla fiducia redatto mensilmente dall’Università del Michigan risulta pari a 58,2 punti, dopo i 51,5 di luglio e i 55,1 della lettura preliminare del mese in corso; le attese erano per un dato a 55,2.
FIDUCIA DEI CONSUMATORI PER L’ISTAT IN ITALIA SALE NEL COMMERCIO
Tornando in Italia, stringendo il campo sulle imprese, l’andamento dell’indice complessivo, rileva l’Istat, risente dell’evoluzione della fiducia dei consumatori nel settore della manifattura e dei servizi, dove l’indice scende per il secondo mese consecutivo – rispettivamente da 106,4 a 104,3 e da 103,9 a 103,3 -, e dalla dinamica negativa dell’indice di fiducia nel settore delle costruzioni che passa da 164,4 a 155,8.
Ben diverso il clima tra le imprese del commercio al dettaglio, dove l’indice di fiducia sale per il quinto mese consecutivo e nel passaggio da luglio ad agosto guadagna 5 punti, da 108,5 a 113,5. Nel comparto, evidenzia il report, la dinamica positiva delle aspettative e, soprattutto, dei giudizi sulle vendite si associa ad un aumento delle scorte di magazzino.
Numeri che guidano il giudizio di Confcommercio – che giovedì lanciava l’allarme sul rischio chiusura per 120mila imprese sotto la scure delle bollette impazzite dietro la folle corsa del gas – secondo cui i dati sulla fiducia rilevati dall’Istat “sono il segnale di come il nostro sistema economico continui a mostrare un’inaspettata capacità di reazione ai molteplici e gravi fattori di criticità”.
Se le famiglie non mostrano “ancora particolari stress da eccesso di inflazione ciò non toglie che dopo la fine dei saldi e della stagione turistica verranno al pettine i nodi sulle perdite di potere d’acquisto di redditi e ricchezza liquida, con compressione della spesa e del Pil nella parte finale dell’anno. Tuttavia – rileva Confcommercio – alla luce della complessiva tenuta della fiducia, il fenomeno potrebbe avere dimensioni meno negative di quanto temuto”. Quanto al pessimismo delle imprese, in particolare per quelle del manifatturiero e dei servizi di mercato, secondo l’associazione, oltre al caro energia, a pesare è anche il progressivo rallentamento di molte attività produttive dislocate a monte e a valle nelle catene internazionali di fornitura.
CARO ENERGIA, LA VISIONE PESSIMISTA DI CONFESERCENTI
Più pessimistica la visione di Confesercenti che evidenzia come il caro energia incida sulla fiducia delle imprese “che iniziano a manifestare forti dubbi sulla capacità di gestione economica delle attività” e in questo contesto, si sostiene, “dopo la pausa ‘euforica’ di ferragosto arriverà l’autunno del ‘realismo’. Se la fase di congiuntura positiva del primo semestre ha allungato i suoi effetti fino alla tradizionale pausa estiva, ora al rientro delle vacanze bisognerà vedere quanto i continui incrementi delle bollette energetiche incideranno sul budget familiare e dunque sui consumi”.
Per il Codacons si tratta “di una mera illusione ottica determinata dall’effetto vacanze estive”: “Al ritorno dalle vacanze – afferma il presidente Carlo Rienzi – gli italiani dovranno fare i conti con i rialzi dei prezzi al dettaglio, col caro-scuola e con gli abnormi aumenti dell’energia che faranno scattare ad ottobre nuovi aumenti delle bollette di luce e gas. Un quadro che inciderà sulle aspettative e sulla fiducia di famiglie e imprese, destinati ad un sensibile peggioramento nei mesi autunnali”. Sulla stessa linea Unione Nazionale dei Consumatori, che parla di “miraggio destinato presto a svanire”. Per il Massimiliano Dona, presidente dell’Unc, si tratta “solo di un rimbalzo tecnico dopo il crollo che si era registrato a luglio per via dell’effetto Draghi e della caduta del suo Governo. Un miraggio, quindi, destinato a svanire”.
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