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Non si arresta la folle corsa del prezzo del gas, e procede di rialzo in rialzo segnando record su record: ieri al Ttf di Amsterdam, la borsa di riferimento per l’Europa, il metano ha chiuso a 339 euro al Megawattora, poco sotto il massimo storico di 341 euro segnato quando mancava un’ora dalla fine dall’ultima seduta della settimana. Questo mentre la Russia starebbe bruciando enormi quantità di metano (per un valore di circa 10 milioni di dollari al giorno) destinati all’esportazione nel suo impianto di Portovaya, vicino al confine con la Finlandia, dove il Nord Stream 1 inizia il suo percorso nel Mar Baltico verso l’Europa.

I numeri stellari delle quotazioni del gas spingono il pressing dei partiti e delle imprese sul governo per un intervento immediato, mirato a calmierare l’aumento dei costi per le famiglie e le imprese. Un intervento che sia il premier Mario Draghi sia il ministro dell’Economia, Daniele Franco, avevano comunque assicurato in caso la situazione lo avesse richiesto.

PREZZO RECORD DEL GAS, LA STRATEGIA DEL GOVERNO

Sul tavolo del prossimo Consiglio dei ministri, in programma per la prossima settimana, dovrebbe approdare quindi la strategia con cui il Paese intende fronteggiare il ricatto di Putin sul gas. Il tema sono le risorse, e anche i poteri di intervento dell’esecutivo nonostante la formula “allargata” degli affari correnti indicata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella assegni a Draghi margini di manovra più ampi dell’ordinaria amministrazione.

L’intervento potrebbe essere declinato su due tempi. In prima battuta, già la prossima settimana, si dovrebbe dare il via libera alla proroga della cassa integrazione scontata per le aziende in maggiore sofferenza, e al rinnovo e al rafforzamento del credito d’imposta – che passerebbe dal 25 al 30% per le energivore e gasivore – e che le associazione di categoria reclamano anche per le altre imprese. Del pacchetto dovrebbe far parte poi la proroga del taglio delle accise sulla benzina (in scadenza il 20 settembre). Nel secondo tempo dovrebbero rientrare le misure per la cessione di gas ed elettricità a prezzi calmierati a specifici settori strategici.

PREZZO RECORD DEL GAS, LE ISTANZE DEI PARTITI

Un intervento più “delicato” riguarda poi il meccanismo di formazione del prezzo dell’energia, oggi saldamente ancorato a quello del gas anche per le rinnovabili – che pertanto registrano profitti enormi – in quanto richiederebbe un governo nel pieno della sua operatività. Lo sottolinea il leader di Azione, Carlo Calenda, che torna a sostenere la necessità di una “tregua elettorale” per ritrovarsi tutti insieme di fronte al premier e assicurargli un impegno comune.

Uguale consenso richiederebbe anche un eventuale scostamento di bilancio. Il leader della Lega, Matteo Salvini, garantisce il voto del suo partito su un provvedimento da miliardi per sostenere imprese e famiglie, stimando in 30 miliardi l’importo necessario per un piano di emergenza nazionale. E intanto paventa il ricorso al razionamento di luce e gas in caso la corsa dei prezzi energetici proseguisse “indomata”.

I Cinque stelle rivendicano la primogenitura della richiesta di scostamento e il capo politico, Giuseppe Conte, vi associa quella di “una vera tassazione degli extra-profitti delle società energetiche per recuperare 9 miliardi”. Rilancia Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, chiedendo che la tassazione arrivi al 100%. Secondo Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia, devono essere previsti “adeguati ristori” per “evitare la paralisi. Non possiamo più perdere letteralmente neppure un giorno”, esorta.

La ricetta di Enrico Letta del Pd, invece, contempla un intervento “drastico” e in due mosse: un tetto al prezzo dell’elettricità e il raddoppio del credito d’imposta per l’energia: “Ne va della tenuta del Paese”, afferma e intanto sollecita il governo a un impegno a livello europeo “affinché si raggiunga nella riunione annunciata nelle prossime giornate un accordo sul tetto europeo del gas”.

A BRUXELLES COMINCIA A MUOVERSI QUALCOSA

A Bruxelles sembra che qualcosa cominci a muoversi. Dovrebbe arrivare a breve la convocazione di una riunione urgente dei ministri dell’energia da tenersi entro la metà di settembre, “per discutere le misure di emergenza specifiche per affrontare la situazione energetica”, assicura Petr Fiala, presidente della Repubblica Ceca, che guida il turno del semestre europeo. Le continue accelerate del gas non consentono infatti di aspettare il consiglio informale dell’energia programmato per l’11-12 ottobre a Praga. Sul tavolo dovrebbe approdare il “nodo” del tetto al prezzo del gas, ma soprattutto la valutazione sulla possibilità di svincolare il prezzo dell’energia elettrica dal prezzo massimo del gas – come ha anticipato il premier Draghi nel suo intervento al Meeting di Rimini – su cui spinge anche il ministro dell’Ambiente tedesco Robert Habeck.

Intanto dovrebbe arrivare a giorni il varo del piano di emergenza per garantire la sicurezza delle forniture su cui lavora il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che, tra le altre cose, dalla soglia massima di 19 gradi per il riscaldamento di uffici pubblici e abitazioni private, alla riduzione dell’illuminazione pubblica e luci spente delle vetrine, fino a interventi progressivi che partono dallo stop di pochi giorni per le imprese che possono interrompere la produzione.


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