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L’Eurozona va verso tassi d’inflazione ancora più alti, in uno scenario di crescita ulteriormente ridimensionata. È quanto emerge dalla Survey of Professional Forecasters (Spf), l’indagine della Bce sulle aspettative degli istituti di ricerca esterni, relativa al terzo trimestre 2022: numeri che potrebbero aver avuto un peso, ieri, nella decisione del Consiglio direttivo di alzare i tassi di 50 punti base, il doppio di quanto atteso fino a pochi giorni prima.

Le risposte della Survey indicano in media un’inflazione al 7,3%, 3,6% e 2.1% rispettivamente per il 2022, 2023 e 2024, in rialzo di 1,3, 1,2 e 0,2 punti percentuali rispetto all’indagine precedente. Il rialzo – si legge in una nota della Bce – riflette principalmente i prezzi energetici e alimentari, ma anche una trasmissione più forte del previsto dell’impulso dei prezzi da questi settori all’economia nel suo complesso. Le previsioni d’inflazione più a lungo termine sono riviste di 0,1 punti percentuali al 2,2%. Riviste in peggio le previsioni di crescita per il 2022 e 2023, a 2,8% e 1,5% rispettivamente, mentre è confermata la stima di 1,8% per il 2024.

La frammentazione dello spread potrebbe creare altri problemi. Per questo è nato lo scudo della Bce dietro cui, però, c’è la crisi politica che ha colpito l’Italia. Lo ha voluto chiarire Pablo Hernandez de Cos, governatore della Banca di Spagna e membro della Bce. E Francois Villeroy de Galhau, governatore della Banca centrale francese e anche lui membro della Bce, ha solo precisato che la Bce sarà determinata nell’uso del nuovo programma di acquisto di bond per combattere la frammentazione finanziaria tra i Paesi della zona euro, se necessario: «Se necessario, saremo determinati nell’attivare il programma come lo siamo stati nell’istituirlo, e non ci sono limiti predefiniti sull’ammontare dei possibili acquisti», ha detto Villeroy.

Già il 21 luglio alcune fonti hanno riferito all’agenzia Reuters che la Bce non prevede al momento di utilizzare il Tpi per acquistare Btp, affrontando eventuali allargamenti disordinati dello spread tra Btp e Bund utilizzando i proventi del programma Pepp.

LE REAZIONI DEGLI ESPERTI

La decisione della Bce sul rialzo dei tassi di 50 punti base è vista dagli analisti finanziari come una iniziativa «storica» e «aggressiva per la stabilità dei prezzi». Il ritmo del rialzo dei tassi sarà «imprevedibile nei prossimi mesi e ciò comporterà un aumento della volatilità sui mercati finanziari. Lo scudo anti-spread sarà una perfetta scatola nera perchè sarà la Bce a decidere quando applicarlo, se utilizzarlo e come», afferma Michele Sansone di iBanFirst per l’Italia.

«Una decisione storica e la fine di un’era – sostiene Peter Goves, Fixed-Income Research Analyst, Msa Investment Management – Niente più tassi negativi da parte della Bce dopo l’audace rialzo di 50 punti. Chiaramente, la Bce rimane concentrata sul suo obiettivo primario: la stabilità dei prezzi».

La riunione della Bce ha riservato un’altra sorpresa «da falco – dice Mark Dowding di BlueBay – La Bce ha attenuato il colpo commentando, nel successivo comunicato stampa, che l’intenzione è quella di anticipare l’inasprimento, fornendo un po’ di conforto in merito al tasso finale che potrebbe non dover aumentare materialmente».

La Banca centrale europea, secondo SebastianVismara di Bny Mellon Investment Management, si imbarca ora in un «viaggio difficile per rialzare i tassi in un momento in cui l’inflazione è ben al di sopra dei livelli obiettivo e i rischi di recessione sono in aumento. Il rialzo di 50 punti base è aggressivo ed evidenzia la determinazione a restaurare la stabilità dei prezzi nonostante il rallentamento della crescita».

INCERTEZZE SULLO SCUDO

L’aumento dei tassi deciso giovedì dalla Bce «è fisiologico» e non produrrà «sconquassi» afferma il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, in un intervento da remoto all’assemblea annuale di Federcasse. La fase dei tassi negativi, archiviata ieri dalla Bce «è stata più che eccezionale, non se ne ricordavano nella storia precedenti dall’Unità d’Italia in poi, è un fatto fisiologico, atteso e maturo che non produrrà degli sconquassi ma la ripresa di una fisiologia meno eccezionale tra risparmio e prestiti».

C’è invece «un’incertezza» legata al nuovo strumento, lo scudo anti frammentazione deciso dalla Bce. «Sarà da verificare in concreto – nota Patuelli – tutta l’applicazione delle nuove scelte sul possibile intervento sul mercato dei debiti pubblici dei Paesi membri, quando sarà necessario. Gli spazi di discrezionalità che la Bce ha mantenuto sono amplissimi e quindi ieri è stato dato solo l’annuncio di un itinerario che la Banca centrale intende sviluppare e di cui dovremo vedere in concreto quali saranno effettivamente gli indicatori, le metodologie, le regole e le eventualità di intervento».


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