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Papa Francesco al Gemelli

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L’intervento di laparatomia al colon, in anestesia totale, ancorché complessa data l’età dell’illustre  paziente (Papa Francesco ha 86 anni) è riuscito perfettamente. In tre ore quello che c’era da asportare nell’intestino  è stato rimosso, la plastica è stata applicata. Ora entra in campo il fattore pazienza: il decorso durerà diversi  giorni e dipenderà dalla risposta dell’organismo. Il bollettino medico diffuso in serata dal  Policlinico romano Agostino Gemelli non lascia adito a dubbi: il Papa ha superato bene l’operazione.

LA PREPARAZIONE

L’équipe di chirurghi guidata dal professor Sergio Alfieri, lo stesso che due anni fa, nel 2021operò questo  Papa per una diverticolite acuta, può ritenersi soddisfatta. Un sospiro di sollievo anche per i numerosi fedeli  accorsi per avere notizie. Senza contare, comunque,  che, quali che siano i tempi della ripresa, c’è  tutto l’intervallo necessario per  non compromettere l’agenda internazionale di Francesco: le prossime  scadenze sono infatti il 2, 3 e 4 agosto a Lisbona per le Giornate mondiali della gioventù e, successivamente, il  viaggio in Mongolia dal 31 agosto al 4 settembre.

Tutto è stato stabilito martedì in mattinata, quando il Papa si  è  recato al policlinico per una serie di  controlli preliminari all’operazione. Ieri mattina la Sala stampa della Santa sede, diretta da Matteo Bruni,  aveva anticipato ai giornalisti accreditati il ricovero del pontefice, fornendo dettagliate informazioni sulla  patologia e sulle modalità dell’intervento. Come per Giovanni Paolo II, non solo la malattia non viene  taciuta, ma la salute stessa del Papa si fa comunicazione.

Francesco è arrivato al Gemelli intorno alle 12,30, dopo l’udienza generale del mercoledì. Era a bordo della  sua inseparabile 500 bianca e nera targata Stato Città del Vaticano 1, dopo essere uscito da un varco vicino  al residence di Santa Marta, dove risiede, avendo rifiutato l’appartamento pontificio se non per la recita  dell’Angelus domenicale delle 12.

Al Gemelli è entrato da un ingresso laterale e si è subito diretto al decimo  piano nel settore dedicato ai pontefici, ma anche sede del reparto di gastroenterologia che lo ha in carico.

È la terza volta che Francesco viene al policlinico cattolico della Capitale dopo l’intervento al colon per  diverticolite acuta che fu effettuato nel 2021 e i dieci giorni trascorsi quest’anno a causa di una grave polmonite di cui lui  stesso aveva raccontato ai vaticanisti al seguito durante il volo di ritorno da Budapest, confidando di essersela  vista brutta, ma che, grazie a Dio, era almeno in grado di parlarne pubblicamente.

Tanto per restare nel campo  respiratorio, non tutti forse sanno che nell’ormai lontano 1957 Bergoglio venne sottoposto a un delicatissimo intervento al polmone destro che gli costò l’asportazione di una parte dell’organo. Ma poi, come ha raccontato dopo essere diventato Papa, ha  confidato di non averne mai risentito.

L’INTERVENTO

Ma di cosa soffre oggi Francesco tale da dover richiedere un’operazione così delicata? Senza cedere alle  sirene di un linguaggio eccessivamente specialistico, si può dire che, in un tratto di intestino del pontefice,  il colon appunto, si sono formate delle ernie, cioè delle escrescenze che limitano il regolare funzionamento  della zona intestinale fino a comprometterlo del tutto. Si rende quindi necessaria un’asportazione e i due  lembi di intestino vengono collegati nuovamente grazie a una plastica fatta di materiali compatibili  con l’organismo umano. Se non si interviene ci possono essere complicanze molto gravi,  anzitutto la strozzatura dell’ernia con conseguente blocco addominale.

È un’operazione che, per gli stessi medici, è abbastanza di routine, ma che, nel caso di Francesco, risulta più  complessa per l’età avanzata e per un certo sovrappeso. Di qui anche la necessità dell’anestesia totale per  un intervento che viene definito “a cielo aperto”. Nel 2021 per i diverticoli era bastata invece una  semplice laparoscopia, praticando cioè dei fori attraverso cui operare. Il professor Sergio Alfieri che ha  operato il Papa entrambe le volte avrebbe all’attivo oltre novemila interventi simili. E quello di ieri a  Bergoglio non deve essergli apparso come una novità.

IL GEMELLI “VATICANO II”

Tre volte al Gemelli Karol Wojtyla, altrettante Bergoglio.. Per una curiosa coincidenza l’intestino pare  essere il tallone di Achille dei due Papi. Giovanni Paolo II fu operato per un “citomegalovirus”, un pericoloso  batterio conseguente all’attentato subito in piazza San Pietro nel 1981. Francesco ha sempre avuto una  debolezza intestinale.

E chissà che anche il pontefice argentino non cominci a scherzare sul Gemelli come “Vaticano due”, come  lo  definì il Wojtyla  che dalla finestra al decimo piano del policlinico non esitava a recitare Angelus e  impartire benedizioni alla folla. Conoscendo la determinazione di Francesco, non è escluso che già  domenica decida di affacciarsi. Magari con voce  più flebile, ma sempre inesausto nel  rinnovare  il filo diretto con il suo prediletto popolo di Dio.


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