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Da un lato un piano per ridurre i consumi di gas, dall’altro un pacchetto di misure per sostenere le imprese e le famiglie di fronte alla corsa senza tregua del prezzo che macina record su record, parallelamente il governo porta avanti il progetto di diversificazione delle forniture in cui rientra anche la velocizzazione della messa in campo dei due rigassificatori acquistati da Snam, con quello di Piombino finito al centro dello scontro elettorale e per cui, a fronte del ribadito no del sindaco di Fratelli d’Italia, Francesco Ferrari – posizione, a suo dire, sostenuta della leader del partito Giorgia Meloni  – arriva il sì del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani del Pd, a patto che sia garantita la sicurezza dell’impianto.

Venerdì intanto le contrattazioni al Ttf di Amsterdam si sono chiuse segnando 339 euro a Megawattora, dove aver raggiunto il picco storico di 341 euro nel corso della seduta. E la prossima settimana si annuncia ancora da primato, dal momento che mercoledì scatterà l’annunciato stop di tre giorni – fino al 2 settembre – del Nord Stream 1, il gasdotto che porta il metano dalla Russia in Europa, via Mar Baltico, ufficialmente per la necessaria manutenzione a un compressore.

L’allarme è altissimo, con le associazioni di categoria che giorno dopo giorno aggiornano il bollettino dei danni provocati dalla guerra del gas dichiarata da Putin all’Europa alleata dell’Ucraina, che arriva nelle famiglie e nelle imprese attraverso le bollette stellari. Ieri Confesercenti ha aggiornato il conto per le piccole imprese del turismo e del terziario che, avverte, senza un intervento immediato per attutire l’impatto degli aumenti di energia e gas si troveranno a pagare nei prossimi 12 mesi una maxi-bolletta da 11 miliardi di euro, circa 8 miliardi in più rispetto ai 12 mesi precedenti. “Una stangata insostenibile – si rileva – che rischia di mettere fuori mercato 90mila attività”. Per le famiglie, valuta poi Codacons, la stangata potrebbe raggiungere nel 2022 quota +965 euro a famiglia (+380 euro la luce, +585 euro il gas) rispetto alla spesa sostenuta per le medesime forniture nel 2021.

A breve l’esecutivo dovrebbe varare il piano di emergenza per ridurre i consumi su cui lavora, in particolare, il ministero della Transizione ecologica, che  tra le altre cose dovrebbe prevedere il rinvio di una settimana dell’accensione dei riscaldamenti nelle abitazioni private e negli uffici pubblici, che verranno poi chiusi con un settimana di anticipo. Mentre la temperatura dovrà essere ridotta di un grado, da 20 a 19 e l’indicazione è quella di tenerli accesi un’ora in meno. Per il momento si cercherà di evitare il ricorso a razionamenti per le attività industriali, le imprese dovranno valutare in via preventiva la possibilità di stop temporanei, turni e riduzione dei consumi.

Sul fronte degli aiuti al sistema economico e alle famiglie, un nuovo provvedimento dovrebbe arrivare a breve, forse anche la prossima settimana. Il nodo sono le risorse a fronte di un intervento che dovrebbe essere “massiccio” per tamponare le emergenze.

Il finanziamento dovrebbe far conto sugli incassi fiscali che sono stati superiori alle aspettative, e dalla tassazione degli extraprofitti delle aziende dell’energia. Posto che queste versino il dovuto, dal momento che – come rileva la Cgia di Mestre – dei 4,2 miliardi di euro attesi con la prima rata, lo Stato ha incassato poco meno di 1 miliardo. L’associazione stima pari al 60% l’incremento di fatturato realizzato dalle imprese energetiche nei primi 5 mesi dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2021, grazie ai rincari di luce e gas. Questo, si sottolinea, a fronte del rischio blackout di tante imprese, non solo quelle energivore: dal vetro alla ceramica, dal cemento alla chimica, dalle acciaierie alla logistica, dagli alberghi ai ristoranti, l’elenco dei settori in sofferenza è lungo.

Per quanto riguarda le misure che dovrebbero rientrare nell’intervento allo studio a Palazzo Chigi, vi rientrerebbero la proroga dello sconto sulla benzina, in scadenza il 20 settembre, la cassa integrazione scontata, il rinnovo del credito d’imposta che potrebbe essere rafforzato, e pacchetti di energia a prezzi calmierati.

Mentre sul fronte europeo la riunione straordinaria dei ministri per l’energia, da tenersi entro la metà di settembre, dovrebbe affrontare la questione del price cap e del disaccoppiamento del prezzo del gas e dell’energia, due temi già posti sul tavolo dal governo Draghi.


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