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Coldiretti: gli italiani hanno speso per pranzi e cenoni 3 miliardi, investito sulla tavola imbandita il 10% in più rispetto al 2022
Qualcuno ha dovuto rinunciare alle vacanze dopo mesi di inflazione che ha eroso i risparmi, gli amanti degli sci sono stati costretti a fare i conti con un Natale “tropicale”, ma al cibo gli italiani non hanno rinunciato. Anzi quest’anno la spesa è aumentata, tra tavole “allungate” ritornate ai tempi pre Covid e i prodotti alimentari che anno dopo anno stanno guadagnando posizioni nella lista dei regali. I consumi sono cresciuti nonostante gli aumenti dei prezzi pronosticati alla vigilia delle festività dall’Unione Nazionale Consumatori. In particolare l’associazione dei consumatori aveva segnalato rialzi consistenti, soprattutto per i listini di frutta e verdura, dall’uva schizzata in alto di oltre il 21% alle patate che hanno raggiunto +18,7% fino ai carciofi (+10,7%).
GLI ITALIANI, SECONDO I DATI DI COLDIRETTI, HANNO SPESO 3 MILIARDI PER ALLESTIRE LA TAVOLA PER LE FESTE
Gli italiani, secondo il primo bilancio stilato dalla Coldiretti, hanno speso quasi 3 miliardi, il 10% in più dello scorso anno, per i cibi e le bevande da portare in tavola tra la cena della vigilia e il pranzo di Natale. Quasi nove italiani su dieci hanno trascorso in casa le feste con un numero di commensali in media di otto perone che arrivano a 10 in Sicilia e Sardegna. Ma c’è stata anche una buona presenza nei ristoranti e negli agriturismi scelti da oltre 300mila persone grazie alle crescita delle presenze di italiani e stranieri dei piccoli borghi.
E sono proprio i piccoli Comuni la patria delle specialità alimentari di qualità Dop e Igp e dei vini più pregiati. La gran parte delle produzioni tipiche nazionali che si consumano soprattutto a Natale, rileva uno studio Coldiretti/Symbola, nasce nei comuni italiani con meno di cinquemila abitanti. Nei 5.538 piccoli comuni con al massimo 5.000 abitanti, in cui vivono quasi 10 milioni di italiani, infatti si produce il 92% dei prodotti di origine protetta e il 79% dei vini blasonati. Tra i prodotti che hanno dominato i menù natalizi, spiega Coldiretti, vini, spumanti e altre bevande per una spesa di 600 milioni, il pesce, le carni e i salumi per un miliardo, 330 milioni per i dolci, 600 milioni di per ortaggi, conserve, frutta fresca e secca, 210 per pasta e pane e 210 milioni per formaggi e uova.
COLDIRETTI, A TAVOLA PER LA VIGILIA SI È SPESO DI PIÙ PER IL PESCE
Il principe delle tavole alla vigilia è stato come al solito il pesce, mentre per il pranzo del 25 i più gettonati sono stati bolliti, arrosti e fritti. Super star lo spumante che si appresta ad affrontare il prossimo test del Capodanno. Secondo l’analisi di fine d’anno dell’Osservatorio Uiv-Ismea i consumi delle bollicine si attestano a 936 milioni di bottiglie, in linea con i volumi del 2022 ma con un balzo del 24% rispetto al 2019.
A saltare durante tutto il periodo festivo saranno in tutto il mondo i tappi di 333 milioni di bottiglie tricolore, di cui 95 milioni in Italia. La crisi però, secondo i dati Nielsen, Ismea e Uiv, ha spostato le scelte verso bottiglie più economiche come metodo charmat anche varietali e di annata (+7,5% a 206 milioni di bottiglie) rispetto a denominazioni “bandiera” italiane come Prosecco (Doc, Conegliano Valdobbiadene, Colli Asolani) e Asti Spumante o ai metodo classico ( dal Trento Doc, Franciacorta, Oltrepò Pavese all’Alta Langa) che chiudono la stagione con una contrazione del 3% (727 milioni di pezzi).
I listini sono comunque più elevati di oltre il 5% per effetto dell’inflazione e dell’aumento dei costi produttivi. Negli ultimi 10 anni le vendite di spumante italiano nel mondo sono triplicate, con crescite in valore del 351% negli Usa , ma anche in altre destinazioni come Regno Unito (+350%), Germania, (+42%), Francia (+416%) o nell’emergente Est Europa, con la Polonia in testa a +983%. Bollicine dunque sempre superstar. Queste giornate sono caratterizzate da consumi e investimenti in cibo e regali con una spesa media per i doni di 189 euro a testa, grazie anche alle tredicesime.
OLTRE 7,5 MILIONI DI ITALIANI NON HANNO FATTO DONI PER LE FESTE
Ma non è così per tutti. Dal sondaggio realizzato da Coldiretti/Ixe’ è emerso infatti che 7,5 milioni di italiani non hanno fatto doni, alcuni per scelta, altri per mancanza di risorse assorbite da spese più urgenti. Più di 3 milioni sono in condizione di disagio e quest’anno sono riusciti a mangiare grazie alle donazioni, secondo quanto emerge dai dati sugli aiuti alimentari distribuiti con i fondi Fead. Un’emergenza sociale – ricorda Coldiretti – con il numero dei bambini sotto i 15 anni bisognosi di assistenza per mangiare che ha superato quota 630mila, un quinto del totale degli assistiti, ai quali vanno aggiunti 356 mila anziani sopra i 65 anni ma ci sono anche oltre 90mila senza dimora che vivono per strada, in rifugi di emergenza, in tende o anche in macchina e quasi 34mila disabili.
Fra i nuovi poveri ci sono anche coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività colpite dal balzo dei costi dell’energia con il caro bollette.
AUMENTA LA POVERTÀ MA CRESCE ANCHE LA SOLIDARIETÀ
Ma se è aumentata la povertà è cresciuta anche la solidarietà non solo delle organizzazioni di volontariato, ma anche di imprese e cittadini . Quasi la metà degli italiani quest’anno ha infatti partecipato a Natale a iniziative di beneficienza. Come, per esempio, la spesa sospesa di Campagna Amica con i mercati contadini in tutta Italia dove è possibile sostenere le famiglie in difficoltà sul modello dell’usanza campana del “caffè sospeso”, quando al bar si lascia pagato un caffè per il cliente che verrà dopo. Nei farmer market si possono acquistare prodotti alimentari da destinare ai più poveri. Un’esperienza, ricorda Coldiretti, che ha consentito di raccogliere e consegnare oltre 10 milioni di chili di frutta, verdura, formaggi, salumi, pasta, conserve di pomodoro, farina, vino e olio 100% italiani, di alta qualità e a chilometri zero.
Ma anche nelle case dove non sono mancate pietanze e piatti prelibati è scattata l’ora del riciclo. Anche in Italia si sta affermando una nuova cultura anti spreco e non solo per risvolti economici, ma soprattutto etici e di sostenibilità ambientale. Nell’82% delle case si procede al “rito” di riutilizzare gli avanzi. Solo nel 9% delle famiglie – evidenzia il report Coldiretti/Ixe’ – non avanza niente, mentre il 4% dona in beneficenza e solo l’1% dichiara di buttare gli avanzi nel bidone. E per evitare che il cibo finisca nella spazzatura l’organizzazione agricola ha messo a punto un vero e proprio vademecum con indicazioni a partire dall’uso corretto del frigorifero e del microonde.
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