Massimo Giletti
2 minuti per la letturaMassimo Giletti torna con Non è l’Arena su La7 e si toglie subito un peso, quello delle mascherine. Nel programma di domani sera saranno dati alla platea i nomi delle strutture ospedaliere che utilizzano le ffp2 quelle mascherine la cui certificazione definisce scarsamente protettive.
Sarà l’ennesimo ciclone su una storia che – se non fosse per la drammaticità dell’emergenza sanitaria – avrebbe del grottesco. Lo stop alla dogana, i 190 milioni spesi per acquistarle su richiesta dell’ex commissario Domenico Arcuri, bonifici incassati a destra e a manca, aziende cinesi che le producevano e succursali in Olanda.
Mascherine pagate nel settembre 2020 un euro e 5 centesimi l’una, quando nella regione Marche le stesse sono state pagate 43 centesimi. Tutti i nodi che il programma di Giletti affronta nella prima puntata nella quale interviene un esponente della regione Marche che spiegherà come ha fatto ad acquistarle a quel prezzo. Una vicenda che non ha ancora visto l’epilogo e soprattutto che non ha visto i colpevoli di questo tentativo di raggiro pagare come è giusto che sia.
«Questo Paese deve sapere la verità – sottolinea Giletti – e noi a Non è l’Arena continuiamo a combattere le ingiustizie con le nostre inchieste. Andiamo ostinatamente avanti. Come abbiamo fatto con la scarcerazione dei mafiosi, una vicenda che mi ha fatto finire sotto scorta».
Una protezione che ha cambiato la vita dell’anchorman. «Confesso che alla fine della stagione scorsa ero tentato di lasciare il programma perché comunque è pesante e non è facile andare avanti tra minacce e querele. Alla fine però ho accettato questa nuova sfida perché questo Paese deve conoscere la verità. E noi siamo soli a cercare di scoprirla. Le nostre inchieste non si sono mai fermate: oltre ai mafiosi, abbiamo affrontato le storie delle donne che hanno subito violenza, il caso del ministro della giustizia, le sorelle Napoli e altri casi ancora».
«Sì, ma vi prego non chiamatemi populista – sintetizza – È una definizione che mi dà fastidio perché è ingiusta. Semmai sono un eretico, uno che cerca la verità». «Quello che ha fatto Giletti in 4 anni – sottolinea il direttore de La7, Andrea Salerno – è qualcosa di straordinario. Quest’anno abbiamo alzato l’asticella perché andiamo in onda in mezzo alla settimana, al mercoledì».
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