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Una riflessione amara e pungente di Giuliano Cazzola sul negazionismo e sugli scienziati negazionisti del clima in una società sempre più polarizzata
Le librerie di tutta Italia segnalano una richiesta inusuale di pubblicazioni che riportino il testo dell’abiura di Galileo Galilei, il 22 giugno 1633, al Santo Uffizio che lo aveva processato e condannato con l’accusa di voler sovvertire la filosofia naturale aristotelica e le Sacre Scritture.
Galilei, per salvare la pelle, abiurò le sue concezioni astronomiche, basate sulla ricerca empirica (‘’la scienza è figliola dell’esperienza’’ era la sua dottrina) sulla via tracciata prima di lui dal polacco Keplero. Il grande astronomo aveva perfezionato la teoria della terra che gira intorno al sole, smentendo un passo della Bibbia, in cui si narrava di Giosuè il quale, dopo aver guidato il popolo a Canaan, per avere una vittoria completa sul nemico sconfitto e in fuga, si rivolse al Sole dicendo: “O sole, fermati su Gabaon, e tu o luna, nella valle di Aialon”. E così: “si fermò’ il sole e la luna rimase immobile finché il popolo non si vendicò dei nemici”.
In realtà, il condottiero del popolo di Israele si era appropriato in buona fede di un’eclissi. Ma la storia non finisce qui. Se nel corso dei secoli il valore delle opere di Galileo venne gradualmente accettato dalla Chiesa, solo 359 anni dopo, il 31 ottobre 1992, papa Giovanni Paolo II, nella sessione plenaria della Pontificia accademia delle scienze, riconobbe “gli errori commessi” sulla base delle conclusioni dei lavori cui pervenne un’apposita commissione di studio da lui istituita nel 1981, riabilitando Galileo. Meglio tardi che mai. Ma chi sono le persone che si preoccupano di correre dei seri rischi personali a causa delle loro idee e si preparano ad abiurarle?
In generale, sono gli scienziati c.d. negazionisti (siano essi scienziati, fisici o anche onesti presentatori del meteo in tv) del cambiamento climatico, che, messi all’indice sui media e in tv, potrebbero essere incriminati proprio per queste loro convinzioni. Angelo Bonelli, verde di rabbia, pare intenzionato ad emendare l’articolo 656 del codice penale, aggiungendovi il reato di negazione del cambiamento climatico. In realtà, a leggere il testo di quell’articolo (Chiunque pubblica o diffonde notizie false, esagerate o tendenziose, per le quali possa essere turbato l’ordine pubblico, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato [ 265, 269, 501, 658 ], con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a trecentonove euro) dovrebbe prendersela proprio con Bonelli e con i facinorosi di ‘’Ultima generazione’’ che, invece, partecipano assiduamente ai dibattiti televisivi ostentando la fede cieca, pronta e assoluta dei ‘’testimoni di Geova’’.
Il nostro è uno strano Paese: sono ammessi i club dei terrapiattisti; si può negare l’allunaggio dell’uomo sul nostro satellite, immaginare la presenza delle scie chimiche e degli Ufo; è stato consentito – a parità di condizioni con scienziati di fama internazionale – ai maghi e alle fattucchiere, ai saltimbanchi e agli invasati di disarmare l’opinione pubblica contro il covid-19; è un’opinione ammessa quella di avere tolleranza e comprensione per lo sterminatore degli ucraini; guai però a non voler attribuire tutti i guai possibili (persino la retrocessione della squadra del cuore) al cambiamento climatico.
Se qualcuno si azzarda a dire che in estate ha sempre fatto caldo, lo si zittisce dicendo che non si sono mai raggiunte temperature così elevate, fino a credere, magari, che la chiamata in causa dei piromani come autori di incendi devastanti è un sotterfugio dei negazionisti, per distorcere la verità rivelata da Greta Thunberg. Poi ci sono le alluvioni, gli eventi straordinari, ma se qualcuno si azzarda a prendere provvedimenti (costruire invasi, rafforzare gli argini e quant’altro) se riesce a superare l’ostilità degli ambientalisti, viene preso in giro perché perde tempo anziché organizzare una manifestazione contro il governo, insensibile alla catastrofe del cambiamento climatico, al grido di “È caldo! Governo ladro!”.
A dire il vero Angelo Bonelli sta compiendo un salto di qualità: trasformare le opinioni “non politicamente corrette” (fino ad ora meritevoli solo della gogna e del discredito) in veri e propri reati. Nessuno si rende conto che dalle situazioni difficili si può uscire solo in avanti, fidandosi del progresso e delle nuove tecnologie contro le teorie della “decrescita felice”. Se è l’uomo ad aver compromesso la natura è solo l’uomo che ha i mezzi per salvarla.
Ma non è solo in materia di ambiente che siamo sottoposti a forme di dittatura talebana. Si prenda il caso dei c.d. nuovi diritti. Se qualcuno si azzarda ad affermare che il sesso è un dato di fatto, insuperabile in natura e che pertanto ci sono – a prescindere dalle loro attitudini di vita – maschi e femmine, viene trattato come un oscurantista. Ognuno è quello che vuole essere, al di là degli organi genitali che si è trovato tra le gambe alla nascita.
Un tempo per spiegare l’ordinamento istituzionale del Regno Unito si diceva che il Parlamento può decidere su tutto tranne che trasformare l’uomo in donna e viceversa. Oggi questo limite del diritto naturale è stato superato dal diritto positivo. Le associazioni pro vita sono sottoposte ad una vera e propria “caccia all’uomo”. Tra un po’ verranno messe fuori legge al pari delle associazioni eversive. Persino le femministe storiche devono fare attenzione a parlare dei diritti delle donne. Sono accusate di non combattere la discriminazione, ma di crearne una più grande, rifiutandosi di adottare l’asterisco (*) al posto della desinenza.
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