Gaetano Manfredi
INDICE DEI CONTENUTI
- 1 Nel marzo scorso, la città di Napoli, grazie al suo intuito e alla sua disponibilità, ha ospitato il primo Festival Euromediterraneo dell’economia. Che bilancio fa di questa esperienza?
- 2 La Carta di Napoli raccoglie i frutti dell’elaborazione e del dibattito emersi dai lavori del Feuromed. Quale contributo può offrire?
- 3 Questa estate, sempre in Campania, presso il Paideia Campus del Future Food Institute di Pollica, si svolgerà la Summer School ispirata alle riflessioni del Feuromed. Che cosa pensa di questa iniziativa?
- 4 Qual è il ruolo di una città come Napoli in questo disegno di sviluppo? Quali talenti può mettere a disposizione la città da lei guidata?
- 5 In questo senso il ruolo di Napoli come città del mare può diventare strategico…
- 6 In questo senso il Pnrr può diventare una grande opportunità.
La Carta di Napoli, intervista al sindaco Gaetano Manfredi «Per troppi anni abbiamo immaginato il Sud come un problema e non un’opportunità, ma ora questa idea sta cambiando»
Cambiare la narrazione del Sud. Programmare e pianificare nel medio e lungo periodo. Il capitale umano come leva strategica dello sviluppo. Sono alcuni dei punti cardine della Carta di Napoli, documento presentato ieri al ministero della Cultura, frutto del lavoro di analisi ed elaborazione seguito alla prima edizione del Feuromed-Festival Euromediterraneo dell’economia. Presente al lancio era anche Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, uomo del riscatto e del rilancio della città, che ha puntato sull’iniziativa fin dal suo esordio perché «la riscoperta del Sud come luogo di crescita e dialogo allargato può dare grande chance all’Italia e all’Europa».
Nel marzo scorso, la città di Napoli, grazie al suo intuito e alla sua disponibilità, ha ospitato il primo Festival Euromediterraneo dell’economia. Che bilancio fa di questa esperienza?
«Il Feuromed svolto a Napoli esprime un’alta potenzialità e affronta temi cruciali per lo sviluppo dell’Italia e dell’Europa in una fase della storia caratterizzata da profondi cambiamenti geopolitici che trasformano il nostro Sud in una piattaforma di sviluppo del Mediterraneo. Abbiamo ospitato a Napoli un evento di grande rilievo nazionale e internazionale: un’occasione per consolidare un confronto costruttivo sul ruolo della nostra città e dell’intero Mezzogiorno nel Mediterraneo alla luce dei mutati equilibri politici, sociali ed economici nel mondo. Per troppi anni abbiamo immaginato il Mezzogiorno come un problema per l’Europa e non un’opportunità, ma nell’ultimo periodo questa idea sta cambiando. Tutti abbiamo sofferto di questa narrazione negativa, spesso ingenerosa ben al di là della realtà. Viceversa, il Sud può essere un luogo di crescita e dialogo tra Nord Europa e Mediterraneo allargato. Dobbiamo rimettere al centro una politica del Sud fatta di crescita, dialogo e rapporto privilegiato con le tante culture e città del bacino allargato del Mediterraneo. Questo metterà in campo tante opportunità per l’Italia e per l’Europa. Il Sud può dare molto su dossier cruciali, dall’energia alla formazione, dallo sviluppo economico ai sistemi infrastrutturali».
La Carta di Napoli raccoglie i frutti dell’elaborazione e del dibattito emersi dai lavori del Feuromed. Quale contributo può offrire?
«Dalla Carta emergono molti spunti interessanti: la necessità di cambiare la narrazione del Sud e il suo ruolo nel Mediterraneo, la volontà di programmare e pianificare nel medio e nel lungo periodo, l’idea di rendere il nostro Paese una piattaforma energetica e logistica nel Mediterraneo, il capitale umano come leva strategica dello sviluppo, la creazione di una nuova classe dirigente del Mediterraneo a partire dalla formazione dei giovani talenti, il ridimensionamento delle differenze tra le diverse aree della Ue. Da questa elaborazione emerge un fatto importante: il rapporto paritario con i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Per la sua stessa geografia il Mezzogiorno è un ponte naturale di collegamento per favorire il dialogo. Nello specifico, Napoli è una incubatrice naturale di questi processi».
Questa estate, sempre in Campania, presso il Paideia Campus del Future Food Institute di Pollica, si svolgerà la Summer School ispirata alle riflessioni del Feuromed. Che cosa pensa di questa iniziativa?
«In generale mi fa piacere che ci sia una continuità tra i risultati raggiunti con il Festival e il momento della formazione. I processi di formazione sono fondamentali per una fase storica come questa, caratterizzata da profondi cambiamenti. Noi dobbiamo assolutamente puntare sulla formazione dei giovani talenti provenienti dai diversi Paesi del Mediterraneo. Questa è una leva straordinaria per governare i processi e per co-progettare soluzioni per il futuro del Mediterraneo».
Qual è il ruolo di una città come Napoli in questo disegno di sviluppo? Quali talenti può mettere a disposizione la città da lei guidata?
«Napoli ha una straordinaria eredità sul piano della cultura e della creatività. Le storie di Napoli e la sua cultura sono spesso protagoniste nel cinema, nelle serie televisive e nel teatro. Ma Napoli non è più soltanto questo e oggi può offrire nuovi talenti come città dell’industria. È la città che può vantare un importante distretto tecnologico aerospaziale. Allo stesso modo offre eccellenze nei comparti dell’automotive, delle bioscienze e del digitale. Insomma, stiamo parlando dei settori traino delle nuove imprese. In più, Napoli è storicamente, anche nell’immaginario collettivo, la capitale del Mezzogiorno. Soprattutto, è stato il luogo di sintesi di tante culture. A partire da quella greca, ha dialogato con tutte le grandi culture europee e quelle del Mediterraneo. Insomma, è una capitale che può dare un nuovo apporto all’Europa nel Mediterraneo, per una nuova politica di sviluppo, grazie alle nostre Università, centri di ricerca e di innovazione».
In questo senso il ruolo di Napoli come città del mare può diventare strategico…
«Certamente. Il mare rappresenta uno straordinario elemento di collegamento. Napoli ha la capacità di dialogo e di integrazione che, in un mondo sempre più globale alla ricerca di una propria affermazione di un’identità culturale, le permette di diventare il luogo ideale per costruire reti e mettere in campo nuove costruzioni. Inoltre, Napoli è sede delle più grandi imprese globali dello shipping».
In questo senso il Pnrr può diventare una grande opportunità.
«Sì, e non possiamo sprecarla. Come amministrazione ci stiamo muovendo rispettando i tempi. È una priorità del governo della città perché potrà aiutarci a provocare dei cambiamenti strutturali».
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