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UN mio caro amico, Giovanni, mi chiede costantemente come stia andando il cinema in sala. Lui ha poco più di 30 anni, ha un buon lavoro e ha tutto per considerarsi una persona agiata, un medioborghese nell’accezione migliore del termine.

È appassionato di cinema, anzi di buoni film, così come di calcio, di cucina, di musica, di viaggi, di sport da praticare, talvolta perfino di arte, complice qui l’amore della sua fidanzata per mostre e musei. Non ultimo, pur essendo grandicello, non rinuncia a qualche partita a Fifa con la sua nuova PlayStation 5, magari in una rimpatriata nerd tra amici maschi, con birra e spaghettata al seguito.

Nel suo paniere, alla voce tempo libero il cinema occupa una fetta importante, non c’è dubbio, esattamente come andare a mangiare in un buon ristorante, fare un weekend fuori, visitare i Mercati di Traiano o Palazzo Braschi, giocare a padel, guardare il calcio in Tv o allo stadio, andare ad un concerto e a teatro.

Giovanni, con grande candore mi ha detto, proprio qualche giorno fa: «Sono abbonato a Netflix, Amazon Prime, Sky, la mia compagna ha TimVision e AppleTv, vediamo tutto lì. Perché dovremmo andare al cinema? Ormai possiamo vedere tutto in qualsiasi momento, scegliendo tra cataloghi sterminati. Che poi dopo il passaggio al cinema quel film ce lo ritroviamo dopo poche settimane su qualche piattaforma, e se non è proprio quello ce ne sono centinaia di altri che non abbiamo mai visto che, francamente, vanno bene lo stesso».

Ho evitato di dirgli che il cinema è linguaggio, che è un’esperienza, che è magia. È stato lui a citarmi Christopher Nolan, perché Giovanni si occupa di economia e marketing, e mi fa: «Hai visto che contratto si è fatto fare per passare alla Universal? Dovranno passare almeno 100 giorni dal passaggio in sala prima di andare in streaming o altri sfruttamenti. Pare che lui avesse voluto 120-130, ovvero quattro mesi, e poi si sono accordati per tre».

Ha concluso così Giovanni: «Tre mesi è un tempo giusto, mi sembra anche poco». Ha ragione Giovanni, è questa la vera battaglia per la sala.


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