Diego Armando Maradona e Francesco Totti
4 minuti per la letturaMaradona e Totti, Roberto Baggio e Carlos Tevez, e tante altre storie di campo e di campioni. Mentre il cinema si chiede cosa farà da grande e quale sarà il futuro della sala cinematografica nell’epoca del Covid, le produzioni hanno ripreso a pieno ritmo coniando un nuovo genere, ormai collaudato e vincente, l’epica calcistica. Al di là del linguaggio utilizzato – film di finzione, documentario o serie tv – le gesta dell’eroe sportivo appassionano e avvincono, e in qualche modo possono essere equiparate alle prodezze dei supereroi della Marvel: così come SpiderMan vola sui grattacieli o Thor inforca il suo martello, qui Francesco Totti e Diego Armando Maradona illuminano praterie con le loro giocate sensazionali dove altri non vedrebbero neanche crescere l’erba.
Proprio ai due grandi numeri 10 della storia del Napoli e della Roma sono dedicate alcune delle produzioni cinetv più attese della prossima stagione. È ispirato agli anni napoletani del Pibe de Oro il nuovo film di Paolo Sorrentino “È stata la mano di Dio”, una storia personale e intima nella Napoli degli anni 80 con le prodezze del fenomeno argentino a fare da cornice. Si tratta di un’altra produzione Netflix che si aggiunge allo straordinario documentario presente già sulla piattaforma e diretto da un altro premio Oscar, Asif Kapadia, con immagini inedite sul più grande campione calcistico di tutti i tempi (insieme a Pelé, Messi e Cr7, ognuno scelga il preferito). Sempre sul magico Diez e sempre su Netflix, da non perdere, la docuserie “Maradona in Messico”, due stagioni emozionanti vissute dentro lo spogliatoio a contatto con Maradona allenatore di una piccola squadra, i Dorados di Culiacán, nel territorio del cartello di Sinaloa patria del narcotraffico internazionale.
Sono invece dedicati ad uno dei calciatori italiani più forti di sempre, la bandiera più amata della storia della Roma, le due produzioni dedicate a Totti: il docufilm “Mi chiamo Francesco Totti” di Alex Infascelli (in anteprima a metà ottobre alla Festa del Cinema di Roma e poi in sala) e “Speravo de morì prima”, la serie tv di Sky Original dove il fenomeno di Porta Metronia è interpretato dal giovane figlio d’arte Pietro Castellitto. Un altro giovane talentuoso interprete per un’altra leggenda del calcio italiano: Andrea Arcangeli sarà Roberto Baggio nel film “Divin Codino” che attraverserà tutta la carriera del gigantesco numero di 10 di Fiorentina e Juve, con momenti di vita privata intervallati ad immagini di repertorio che narrano il finale di carriera in provincia senza dimenticare quella serpentina ubriacante contro la Repubblica Ceca ad Italia 90.
Un filone, quello dei campioni del calcio, che ormai sulle piattaforme sta letteralmente spopolando. Su Netflix è scaricatissima “Sunderland ‘Til I Die” con le telecamere che seguono passo dopo passo il cammino verso il riscatto del Sunderland per tutta la stagione 2017-18; mentre “89” è sulla storica vittoria dell’Arsenal sul Liverpool che ispirò anche il film cult “Febbre a 90”; “Apache” è un biopic sulla vita di Carlos Tevez oppure c’è il recente “Ultras” sulla tifoseria del Napoli, interpretato dall’attore di punta del cinema partenopeo del momento, Aniello Arena.
Stesso trend per l’altra major dello streaming Amazon Prime Video che, nella sua library, vanta titoli come “Take us home” sul Leeds United; la biografia di Steven Gerrard o l’affascinante “Inside Borussia Dortmund”, dove le immagini entrano dove nessuno aveva mai osato, raccontando cosa succede davvero fuori e dentro un rettangolo verde, tra furibonde liti e gesti di straordinaria amicizia.
E se volete vedere gratis documentari sui campioni del Barcellona c’è la piattaforma Rakuten Tv, dove vi imbatterete in un’ampia sezione di fuoriclasse blaugrana di cui Rakuten è sponsor, da Messi a Iniesta, immortalati in campo e negli spogliatoi con immagini inedite incredibili. Non è un caso allora se, nelle tante arene sparse per la penisola e nei (pochi) cinema riaperti, uno dei film più programmati è “La Volta Buona”, intenso dramma “calcistico” con un portentoso Massimo Ghini nei panni di un talent scout caduto in disgrazia, partito in un viaggio catartico in Sud America alla ricerca del campioncino Pablito che potrebbe riscattarlo da una vita amara e avara di soddisfazioni (la regia è di Vincenzo Marra, prodotto da Marco Belardi con TimVision).
I film sul calcio si arricchiscono così in maniera esponenziale unendo due grandi passioni: il pallone e il grande schermo, la cui narrazione sembra ideale e andare a braccetto. Si pensi al capolavoro “Fuga per la vittoria” diretto da un maestro del calibro di John Huston: una partita di calcio – girata in presa diretta grazie ai veri calciatori coinvolti, tra tutti Pelé – per raccontare il dramma della guerra e, nella fattispecie, della deportazione nazista nei campi di concentramento, con l’indimenticabile rovesciata di O Rei che fece balzare dalla tribuna anche il gerarca Max Von Sydow per la spettacolare bellezza del gesto atletico.
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