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Luigi Di Maio al G20 di Matera

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A Matera la povertà ce la ricordano i famosi sassi, passati nell’arco di qualche decennio da vergogna nazionale, come la definì Togliatti nel 1948, a patrimonio Unesco, riconoscimento arrivato nel 1993. Il futuro del pianeta dipende dalle emissioni in atmosfera della CO2 da combustione di fonti fossili che stanno aumentando nei paesi dove la gran parte della popolazione è ancora povera, come eravamo noi tutti in Italia subito dopo la fine della guerra, quando Togliatti, segretario del Partito Comunista, e De Gasperi, segretario della Democrazia Cristiana, si fronteggiavano a Matera.

In Africa i consumi medi pro capite di energia sono intorno a una tonnellata annua equivalente di petrolio, contro i 7 dell’Europa e i 18 degli Stati Uniti. È una questione di etica, di giustizia, di lotta alla schiavitù e alla sottomissione, poi è anche un problema di carattere economico o ambientale.

I consumi nei Paesi poveri aumenteranno, devono aumentare, e ciò sarà la principale spinta verso consumi energetici che a livello globale saliranno dagli attuali 14 miliardi di tonnellate equivalenti petrolio verso i 20 miliardi nel 2040, spingendo sull’uso dei fossili, petrolio, gas e carbone, nonostante le buone intenzioni sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, quelle che vogliono i paesi ricchi, in particolare l’Europa.

Questa, con una quota del 9% delle emissioni globali, da anni s’è messa a fare la prima della classe sulle politiche di decarbonizzazione, come che avesse dimenticato cosa significa essere poveri e avere, come accade in Africa, solo la legna, o lo sterco secco, come combustibile per cucinare, riscaldarsi e illuminare. L’elettricità, quella che in queste ore sta facendo l’aria condizionata per gran parte degli Europei, per un miliardo di africani è un miraggio per tutto l’anno, anche di notte quando devono stare al buio.

Fallito, e dimenticato, il protocollo di Kyoto del 1997, nel 2015 si è arrivati all’accordo di Parigi, per impegnare i singoli paesi a riduzioni marcate delle emissioni di CO2. Sei anni dopo, nel 2021, il trend delle emissioni è invece in crescita e solo una catastrofica pandemia ha determinato un momentaneo calo.

Nell’accordo, aspetto poco sottolineato, ai paesi poveri veniva promesso 100 miliardi di dollari all’anno di finanziamenti da parte dei ricchi, per favorire la transizione, punto su cui poi si impuntò il presidente USA Trump. Molti dei paesi poveri sperano ancora in una riattivazione di quel flusso, una sorta di elemosina che, assieme ad altri trasferimenti, aiuta poco lo sviluppo. Invece, hanno bisogno di energia a basso costo che solo i fossili possono garantire.

Chissà che i sassi di Matera non lo ricordino anche ai tanti italiani che credono in una facile e veloce abbandono dei fossili.


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