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Giorgia Meloni

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“UNA guerra insensata di Mosca non lacera i legami europei”. Il presidente Sergio Mattarella torna sul tema del conflitto tra Russia e Europa sostenendo che la condanna della Federazione Russa non può riguardare la la cultura europea, consolidata in cui i legami si sono fortemente intrecciati. L’occasione per questa riflessione è stata la consegna dei David di Donatello per il cinema.

“La scelta sciagurata della Federazione Russa di fare ricorso alla brutalità della violenza e della guerra non può e non deve lacerare quei preziosi legami tra i popoli europei che la cultura ha contribuito a costruire e consolidare”.

Poi ha affrontato il capitolo del conflitto. “La doverosa indignazione e la condanna non possono certamente riguardare la cultura, grandi spiriti del passato e le loro opere che tanto hanno dato alla civiltà del mondo intero. Sarebbe controproducente per la nostra Italia. Lacerare la cultura europea significherebbe assecondare quella logica di aggressione”.

Le parole d’ordine di Giorgia Meloni al centrodestra

Chissà perché, con un interrogativo retorico, i big dei partiti baciati dalla fortuna dei sondaggi, devono attaccare la libera stampa. Domanda, se vogliamo essere cauti, che spesso non riflette la reale posizione nella scala dei più votati. Ma forse una risposta viene data dal guanto di sfida che molti capi partito intendono dare, di fronte ai loro iscritti/adepti. Una prova muscolare, insomma, per mostrare a chi li segue quella garanzia di forza che non guasta mai esibire.

Il caso di Giorgia Meloni, che ha attaccato la libera stampa, è tra questi. Ma di per sé non crediamo che faccia guadagnare posizioni. Accade spesso, forse per ubriacatura mentale di chi la propone. Ed è accaduto anche a Giorgia Meloni, nella recente kermesse milanese. Ma non sempre ha portato fortuna a chi compie questa scommessa. Un tempo, Umberto Bossi, quando era arrivato a questo punto dava il segnale al suo pubblico per partire lancia in resta contro “Roma ladrona” che tanto interesse ha attirato al Nord. Stavolta, però, la Meloni sa, in prima persona, quali e quanti problemi dovrà affrontare per arrivare alla premiership che ha annunciato alla convention di Milano.

Con una premessa particolare che parte con tre parole d’ordine, orgoglio, chiarezza e regole. “L’operazione – chiarisce- è cambiare la narrazione attorno a Fratelli d’Italia”. In primo luogo, Giorgia Meloni, chiede fedeltà e un’alleanza senza porte girevoli. Tutti dovranno “non andare mai” con la sinistra. Se la sinistra si riempie la bocca di uguaglianza, “noi facciamo la storia”. Magari, con alcuni punti enunciati sul palcoscenico. Promette di istituire il Museo del mare, un liceo per il made in Italy, il blocco navale contro i flussi migratori. Peccato, per l’assenza di Matteo Salvini che si è accontentato di mandare un twitter ammonendo sulla divisione del centrodestra. Va ricomposto, e poi alla guida dell’Italia per altri 30 anni. Per ora, doveva incassare. Accusavano Fdi di sognare una destra sfigata, nostalgica, cupa e perdente. “Invece noi siamo una destra vincente, seria, credibile”.


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