Angela Merkel
4 minuti per la lettura«PROTEGGEREMO gli afghani anche dopo il 31 agosto». È quanto promette la cancelliera tedesca Angela Merkel intervenendo in audizione al Bundestang. La Merkel insiste sulla necessità di «continuare il dialogo con i talebani». È intervenuta al Bundestang, dopo che il presidente Usa, Joe Biden, ha respinto le pressioni dei leader, riuniti al G7, per prolungare la missione nel Paese. Biden ha, infatti, confermando il ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan per fine mese. Ma «la fine del ponte aereo tra pochi giorni non può essere la fine degli sforzi per salvare tutte le persone che hanno bisogno di protezione», ha sostenuto la cancelliera.
Nei giorni scorsi anche il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, secondo quanto ha riferito in una conferenza stampa, aveva detto agli Stati Uniti che l’aeroporto di Kabul doveva essere protetto per tutto il tempo necessario. Ma le richieste dei leader sono rimaste inascoltate dagli Usa. Durante il suo discorso la Merkel ha soprattutto ammesso gli errori della comunità internazionale che «ha assolutamente sottovalutato i tempi rapidi con cui le autorità afghane avrebbero ceduto ai talebani» dopo il ritiro delle truppe Usa e internazionali. «Abbiamo assistito a terribili drammi umani, le famiglie hanno fatto passare i loro bambini e neonati oltre il muro, cercando di consegnarli ai militari», ha ricordato.
Secondo la cancelliera, l’impegno occidentale e dell’Ue sul territorio afghano non può fermarsi ora: «La scadenza del 31 agosto significa che stiamo lavorando intensamente nei giorni che restano per l’evacuazione del maggior numero possibile di afghani a rischio. Continueremo l’operazione per tutto il tempo necessario per proteggere gli afghani che hanno lavorato per noi». Poi ha sottolineato anche che è necessario continuare un dialogo con i talebani per garantire la sicurezza della popolazione afghana. «I talebani sono la nuova realtà in Afghanistan, è una realtà amara, ma dobbiamo affrontarla», ha detto. Questo punto, ha sostenuto, è fondamentale per «preservare al massimo i cambiamenti che abbiamo realizzato negli ultimi 20 anni in Afghanistan».
Rispetto, invece, agli aiuti allo sviluppo, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen ha confermato in conferenza stampa al termine del G7 che l’Ue congelerà un miliardo di euro che era destinato all’Afghanistan per i prossimi sette anni, finché finché non otterrà «solide garanzie» e non vedrà «azioni credibili» a dimostrazione che le condizioni poste dall’Ue sono soddisfatte.
Mentre il premier britannico, Boris Johnson, che ha presieduto il G7, ha dichiarato che il piano dei leader per trattare con i talebani, una road map, include anche la possibilità che i Paesi occidentali possano sbloccare diversi fondi per l’Afghanistan se i talebani garantiranno un passaggio sicuro per i rifugiati, continueranno a permettere alle ragazze di istruirsi fino all’età di 18 anni e impediranno il rifiorire del terrorismo. Il Regno Unito si è impegnato ad accogliere 20mila rifugiati afghani e il Canada promette di accoglierne altrettanti.
L’Unione Europea, dove stanno già intensificandosi le divisioni dei governi intorno ai ricollocamenti dei migranti, non ha ancora comunicato un numero di rifugiati che i Paesi accetteranno di accogliere. I ministri degli Interni europei discuteranno della questione dei ricollocamenti nei prossimi giorni. Ma ai confini europei, e di altri Paesi, iniziano a crescere le tensioni attorno ai primi arrivi dei rifugiati afghani. Sono già scattate scintille per gruppo di afghani bloccato al confine tra la Polonia e la Bielorussia in condizioni terribili.
Le guardie alle frontiere di entrambi i Paesi stanno impedendo il passaggio dei migranti sia in un Paese che nell’altro. «La Polonia deve agire immediatamente per tutelare i diritti umani delle persone bloccate al confine con la Bielorussia che si trovano in una situazione umanitaria allarmante», ha detto Dunja Mijatovic, commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa. Intanto, Mijatovic ha condannato la Bielorussia che starebbe incoraggiando i rifugiati, anche non afghani, a varcare i confini, rendendo in questo modo difficile per gli Stati vicini gestire la situazione. «I Paesi membri del Consiglio d’Europa hanno degli obblighi da rispettare», ha ricordato Mijatovic che nei giorni scorsi aveva già scritto una lettera al governo lituano.
Rivolgendosi questa volta alle autorità polacche la commissaria ha ribadito: «La Polonia non può permettere che persone innocenti e vulnerabili siano vittime dei comportamenti della Bielorussia». Secondo Mijatovic la risposta di un Paese membro del Consiglio d’Europa non può essere quella di «respingere queste persone, di negargli l’accesso alle procedure per richiedere l’asilo, o tenerle bloccate in una situazione d’emergenza umanitaria».
Nel frattempo anche in Olanda si sono scatenate proteste davanti a un centro per l’accoglienza dei rifugiati. Almeno 250 manifestanti si erano radunati martedì notte per impedire ai migranti afghani di raggiungere il centro di accoglienza nel campo militare ad Harskamp, un paese a Est di Utrecht. In questo centro, che fa parte dei quattro luoghi predisposti dal governo olandese per l’ospitalità dei migranti, sono attesi almeno 800 rifugiati afghani.
Mentre la Grecia, secondo quanto riportato la BBC ha costruito un muro di 40 chilometri con un sistema di sorveglianza in corrispondenza del confine greco- turco per prevenire ed eventualmente bloccare nuove ondate di migranti dall’Afghanistan.
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