Emmanuel Macron e Angela Merkel
4 minuti per la letturaIn Italia si discute della proposta arrivata dal fondo di investimento statunitense KKR per l’acquisto delle azioni totali di Tim. In questo modo, KKR punterebbe a dividere in due l’azienda lasciando il controllo della rete allo Stato, tramite Cassa Depositi e prestiti. La francese Vivendi che, però, rappresenta il principale azionista di Tim sembra voler respingere la proposta. Ma qual è il livello di partecipazione e controllo statale sulle principali società di telecomunicazione negli altri Paesi europei?
In Francia ad esempio, è l’autorità garante per le telecomunicazioni, l’Arcep, ad avere il compito di regolare il settore. Nel Paese, Orange, ex monopolio di Stato, resta una grande azienda dove i dirigenti da sempre hanno mantenuto forti legami con il governo francese.
Le attività dell’ex France Telecom sono strettamente controllate dalle autorità pubbliche: lo Stato rimane il suo maggiore azionista, con il 23% del capitale. Mentre Bouygues Telecom, Altice (SFR) e Iliad (Free) sono di proprietà di influenti miliardari di gruppi media e di telecomunicazioni, ossia Martin Bouygues, Patrick Drahi e Xavier Niel. Fino al 2004, però, lo Stato francese deteneva il 10% in più di Orange. Precisamente, dopo la cessione da parte dello Stato francese di un ulteriore 10,85% del capitale di France Telecom, le procedure specifiche di controllo statale di France Telecom non sono più applicabili. Tuttavia, il consiglio di amministrazione deve ancora includere rappresentanti dello Stato in proporzione alla quantità di azioni di France Telecom detenute dallo Stato.
Ad esempio, nel 2009, lo Stato francese aveva quindi tre rappresentanti su un totale di quindici membri nel consiglio di amministrazione di France Telecom. Per garantire l’indipendenza dalle differenti pressioni e influenze sia degli operatori da una parte che dello Stato , nel 1997 è stata creata l’autorità indipendente, Arcep, su richiesta dell’Unione europea.
Bruxelles riteneva che questo fosse il modo migliore per garantire la transizione da un sistema di monopolio statale a un mercato competitivo e regolamentato per le telecomunicazioni. Lo Stato non poteva, infatti, garantire un mercato competitivo mentre era azionista di France Telecom, ossia l’attuale Orange.
Jean-Ludovic Silicani, che è stato presidente dell’Arcep tra il 2009 e il 2015, apparso recentemente su un media francese “La Tribune”, ha ribadito: «Non possiamo essere giudice e giuria, non possiamo essere giocatore e arbitro. Non dobbiamo mettere i funzionari pubblici in una situazione strutturale di conflitto di interessi». Allo stesso tempo, però, «L’idea, che alcuni propagandano, che le autorità amministrative indipendenti siano elettroni liberi, è totalmente errata», ha insistito sempre Silicani sui media francesi. Pur essendo indipendente, l’Arcep è posta sotto il controllo del Parlamento e della magistratura.
Per questo, Silicani sostiene che l’Arcep, come le altre autorità amministrative indipendenti, è parte integrante dello Stato, e più precisamente “dell’esecutivo non governativo”. Per svolgere la sua missione come stabilito dalla legge, l’autorità lavora con le altre istituzioni e i ministri incaricati delle telecomunicazioni. Le responsabilità e i poteri sono quindi condivisi.
In Germania, invece, il mercato delle telecomunicazioni attualmente è dominato da tre società: Deutsche Telekom, Vodafone Deutschland e Telefónica Germania. Nel 1996, con la liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni, l’azienda un tempo monopolio statale, Deutsche Telekom, ha dovuto affrontare la concorrenza sul mercato.
A partire da aprile 2020, il governo tedesco detiene direttamente una quota del 14,5% delle azioni della società, e un’altra quota del 17,4% attraverso la banca statale KfW. Nei dati di bilancio raccolti nel 2016 e riportati da Reuters, il mercato sembra essere relativamente equilibrato: Telefónica Germania ha una quota del 38% dei clienti, Deutsche Telekom del 35,7%, Vodafone del 26,3%. In Germania, attualmente non ci sono restrizioni per le aziende straniere che entrano nel mercato delle telecomunicazioni: si applicano le stesse regole a tutti gli attori del mercato, indipendentemente dalle loro origini.
Tuttavia, le aziende straniere devono designare un destinatario autorizzato tedesco per ricevere la corrispondenza dall’Agenzia federale delle reti (Bundesnetzagentur) (BNetzA). I fornitori di servizi di telecomunicazione devono comunque inviare una notifica sempre all’Agenzia quando intendono offrire i loro servizi al pubblico.
È sempre l’Agenzia federale delle reti (Bundesnetzagentur) a essere responsabile dell’assegnazione dello spettro di frequenza, della regolamentazione di alcuni mercati, come quello delle telecomunicazioni, degli aspetti commerciali, come la regolamentazione dei prezzi e tecnici. Mentre in Belgio, secondo i dati del 2019, lo Stato possiede il 53.5% della principale società di telecomunicazioni belga, Proximus. La società Telenet è posseduta per il 34,48% dalla Regione delle Fiandre.
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