Papa Francesco a Bari
2 minuti per la letturaIl monito più forte è contro il commercio delle armi: “La grande ipocrisia”. Altrettanto acceso è l’appello per la Siria che non finisce mai di morire: «un’immane tragedia che si consuma sull’altra sponda di questo mare». Infine un’affermazione tutta controcorrente sulla fortuna di vivere ai bordi del Mediterraneo”: «il mare del meticciato».
Il Papa in visita a Bari, dove ieri ha incontrato i vescovi dei venti paesi mediterranei, ha avuto parole audaci, che rovesciano le convinzioni consolidate e i motti delle propagande. Di tutte le propagande: ha indicato come due risorse le migrazioni e la convivenza con l’Islam.
Non è mancata la preghiera per i contagiati, ma senza cedimenti all’ansia: «Ti invochiamo per quanti sono colpiti dal Coronavirus». Sempre da Bari l’altro ieri il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei – che ha organizzato questo incontro con il motto «Mediterraneo frontiera di pace» – aveva chiarito che la Chiesa è pronta a fare “la sua parte” per limitare il contagio: sospese le celebrazioni nei luoghi a rischio, acquasantiere asciutte, comunione sulla mano, niente bacio di pace.
Era la prima volta nella storia che si teneva un incontro dei vescovi del Mediterraneo: ne sono venuti sessanta dal Sud dell’Europa, dal Nord dell’Africa e dal Medio Oriente. Vescovi che vivono in mezzo ai musulmani, in comunità che spesso hanno più martiri che fedeli.
Ma il Papa non ha fatto lamenti. Lodando il meticciato e il Mediterraneo che ne è la culla, ha rivendicato i vantaggi dell’incrocio di genti e culture: «Le purezze delle razze non hanno futuro. Essere affacciati sul Mediterraneo rappresenta una straordinaria potenzialità: non lasciamo che a causa di uno spirito nazionalistico, si diffonda la persuasione contraria, che cioè siano privilegiati gli Stati geograficamente più isolati».
Bergoglio ha invitato a vincere la “paura” dell’immigrato. A non accettare “mai” che «chi cerca speranza per mare muoia senza ricevere soccorso». A contrastare la «retorica dello scontro di civiltà» e «qualche discorso di alcuni leaders delle nuove forme di populismo», simili a quelli che “seminavano paura e poi odio nel decennio ’30 del secolo scorso».
Tra le conclusioni dell’incontro c’era un appello per «mettere al bando gli armamenti». Il Papa ha aggiunto la sua voce a quella dei vescovi: «La guerra è una pazzia alla quale non ci possiamo rassegnare». Ed ha affermato che occorre smascherare «il grave peccato di ipocrisia, quando negli eventi internazionali tanti paesi parlano di pace e poi vendono le armi ai paesi che sono in guerra. Questo si chiama la grande ipocrisia».
Quando Francesco insiste nella denuncia dei paesi che vendono armi pensa innanzitutto all’Italia, di cui è primate e che le statistiche degli organismi che lavorano per il disarmo mettono ai primi posti in quel commercio. Alla celebrazione di Bari, che ha riunito una folla di cinquantamila persone, era presente il presidente Mattarella, che certamente avrà preso nota del monito papale.
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