X
<
>

Share
4 minuti per la lettura

Il conflitto in Ucraina sta divenendo più brutale. I bombardamenti sulle città e sui civili in fuga si moltiplicano. A detta di un nostro inviato nella provincia di Mariupol, i soldati ucraini feriti, ricoverati nello scantinato di un ospedale, sarebbero stati giustiziati dai russi. Anche la sorte dei prigionieri russi è incerta, A parte il “buonismo di maniera” della propaganda di Kiev, che li fa vedere addirittura coccolati con cornetti e caffè dalle donne ucraine, sono di certo oggetto di violenze e rappresaglie.

La situazione sul campo di battaglia è di stallo. Evolve lentamente. Esistono di certo problemi nel comando russo nell’adeguare la strategia e la tattica iniziali da quelle di un blitzkrieg corazzato a combattimenti di logoramento, simili a quelli della prima guerra mondiale. Non sono più i carri armati russi a precedere la fanteria meccanizzata. Sono i fanti appiedati che devono proteggere i carri dalle temibili armi controcarro fornite agli ucraini prima dell’inizio dell’aggressione russa dagli USA (i Javelin) e dall’UK (i NLAW) e, dopo il suo inizio, da un’altra decina di paesi. I giovani fanti russi (hanno 20-25 anni, rispetto ai 35 delle forze ucraine), devono assaltare le trincee o le macerie delle case. Subiscono consistenti perdite. Il loro morale, anche per il caos operativo e logistico in cui si trovano, non è molto alto. Sono segnalati casi di sabotaggio dei mezzi di trasporto, fatti dai loro occupanti per non raggiungere le linee di combattimento. Forse si tratta di propaganda. Ma indubbiamente le difficoltà sono elevate.

Ne è prova la ridotta velocità d’avanzata delle forze russe, non solo nei combattimenti urbani, ma anche nelle manovre per circondare le città. Ne è prova anche l’annunciato ricorso dell’esercito russo ai “tagliagola” ceceni e siriani. Di certo è stato propagandato anche per terrorizzare gli ucraini. Dipende però anche dallo scarso morale e volontà combattiva della fanteria russa, nonché dal suo ridotto numero di effettivi. Come ha detto Napoleone “la vittoria dipende per il 20% dalla potenza materiale, e per l’80% dal morale”, a sua volta legato alla fiducia nei propri comandanti. Per quanto riguarda il numero, quello delle truppe russe è del tutto insufficiente per occupare un paese di 600.000 kmq e di una quarantina di milioni di abitanti, di cui al massimo solo il 20% potrebbe essere neutrale o favorevole all’occupante (il 17% della popolazione è russofona). Invece di 150-200.000 uomini ce ne vorrebbero 600.000 (1 soldato per kmq o 150 soldati per 10.000 abitanti).

Le perdite aumentano. Secondo gli ucraini sarebbero stati distrutti 360 carri armati, 1.205 veicoli corazzati, 60 aerei e 80 elicotteri. Mi sembrano dati alquanto esagerati, dichiarati per propaganda. Fonti britanniche producono dati inferiori di un terzo. Sono, a parer mio, più credibili. Anche Mosca comincia a registrare perdite dirette per gli errori di intelligence, strategici e tattici e, soprattutto, logistici compiuti dallo Stato Maggiore. I dirigenti della 5^ Direzione “Operazioni Speciali” del Servizio di sicurezza, forse incarcerati, avrebbero consapevolmente ingannato Putin con notizie false sulla capacità e volontà di resistenza dell’Ucraina e di Zelensky. Molto probabilmente hanno detto al “padrone del Cremlino” quanto quest’ultimo desiderava gli fosse detto! A parer mio, vi saranno altre destituzioni. Putin non può ammettere, come avviene per tutti gli autocrati, di aver sbagliato. Può accettare solo di dire di essere circondato da incapaci, che ha sostituito e punito duramente.

Un fatto che lascia perplessi è quanto poco il comando russo abbia impiegato la sua aeronautica. Essa era stata recentemente ammodernata con nuovi aerei, come i cacciabombardieri SU-30, SU-35 e Su-57, nonché con una decina di nuovi bombardieri SU-34, che si sono aggiunti alla cinquantina di SU-160 Blackfire, capaci di sganciare “il padre di tutte le bombe”, cioè la potente bomba termobarica FOAB, sviluppata dalla Russia nel 2007, pesante 10 ton, con la potenza di 44 ton di tritolo e capace di polverizzare ogni cosa entro un diametro di 300 m dal punto di scoppio (vaporizzando anche i cadaveri). Di bombe termobariche sono in servizio altre meno potenti e più leggere. Risulta che talune siano state impiegate in Ucraina. A parer mio, i russi userebbero la FOAB per segnalare la loro volontà di escalation. Spero invece che Putin non faccia la pazzia di ricorrere ad armi nucleari di piccola potenza, come ha recentemente previsto anche Alexander Dugin, ben noto ai lettori della Casa Editrice Barbarossa di Milano, consigliere di Putin ed esperto di geopolitica alla Duma russa.

Il conflitto, da blitzkrieg fallita, si è ormai trasformato in una guerra di attrito. Potrà rimanere tale, se Putin giudicherà di non potersi permettere le perdite inevitabili in un attacco su larga scala delle città. Si trasformerà in una guerra di guerriglia qualora i russi riescano a conquistare l’intera Ucraina e installino un governo russofilo loro vassallo, a meno, beninteso, che non si giunga a uno scontro diretto fra la Russia e la NATO.


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE