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Il presidente americano Joe Biden e il presidente russo Vladimir Putin

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In piena pandemia mondiale di tutto abbiamo bisogno – soldi e vaccini – ma non di una nuova guerra fredda Politica o incontinenza senile? Joe Biden ha detto in un’intervista tv di ritenere che Vladimir Putin sia un assassino. “Lei conosce Vladimir Putin. Pensa che sia un assassino?”, gli ha chiesto George Stephanopoulos di Abc. “Lo penso”, ha risposto il presidente americano, promettendo che il leader del Cremlino “pagherà un prezzo” per aver tentato di influenzare le elezioni presidenziali del 2020. Un’affermazione durissima alla quale Mosca ha reagito richiamando per consultazioni l’ambasciatore negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, di stanza a Washington.

Ci troviamo di fronte ad una strategia muscolare del presidente degli Stati Uniti Biden – perfino più di Trump – alle prese con un ginepraio non districabile di questioni interne e che non riesce a risolvere. Anche se la campagna contro il Covid va molto bene, gli Usa, dopo l’assalto al Congresso, sono un Paese sull’orlo della crisi di nervi. L’effetto “guerra fredda” è voluto ed esplicito.

Biden ha rilasciato una lunga intervista su molti aspetti nevralgici della situazione Usa, dalla tragedia dei migranti lungo il muro allungato da Trump, ma voluto da Clinton, con 4mila bambini detenuti dalle guardie di frontiera, il caso Cuomo che destabilizza i democratici, il nodo del ritiro o no dall’Afghanistan. E proprio nel giorno dell’ennesima strage a sfondo razziale in Georgia ha sentito bene il dovere di chiamare a raccolta gli alleati atlantici, indicando per l’ennesima volta il “nemico”.

Ma qui oltre Atlantico abbiamo già un nemico, la pandemia, le nostre inefficienze, la nostra vulnerabilità. Il presidente Biden a noi europei non deve dire che è il nemico ma darci vaccini e speranze di vita, magari non opporsi a togliere i brevetti a Big Pharma sui farmaci salvavita. Cosa farà se l’Unione europea dovesse acquistare il vaccino da Putin? Bombardarci come l’Iraq o l’Afghanistan? Biden nel 2003 votò con il repubblicano Bush l’attacco all’Iraq che scoperchiò il vaso di Pandora del Medio Oriente. Noi ce lo ricordiamo, perché abbiamo buona memoria e ora non abbiamo nessuna voglia di cascare in un’altra trappola.


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