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Il Papa chiede ai governanti di essere “molto uniti” nella crisi e invita a più largo raggio a non “fare cambiamenti” quando si è nella prova. Il secondo richiamo lo rafforza con un proverbio argentino: “non cambiare cavallo in mezzo al fiume”.
Parlava al mondo, ma le due raccomandazioni – a essere uniti e a non fare cambiamenti – cadono a pennello sulla nostra situazione politica. Alludeva specificamente all’Italia? Con la prima di sicuro, perché nel formularla ha nominato in sequenza governanti, sindaci, presidenti regionali che ora per l’appunto qui da noi stanno contrapponendosi.
Ma la tentazione di chi applica all’Italia il monito del Papa argentino sarà poi di individuare il premier Conte nel “cavallo” che non devi cambiare quando sei in mezzo al guado: e qui il riferimento resta dubbio. Perché quel proverbio arriva con un consiglio che non era riferito direttamente alla politica.
Il primo richiamo lo ha svolto nell’intenzione che propone ogni giorno prima della messa delle 07.00: “Preghiamo oggi per i governanti che hanno la responsabilità di prendersi cura dei loro popoli in questi momenti di crisi: capi di Stato, presidenti di governo, legislatori, sindaci, presidenti di regioni”.
“Preghiamo – ha continuato – perché il Signore li aiuti e dia loro forza, perché il loro lavoro non è facile. E che quando ci siano differenze tra loro, capiscano che, nei momenti di crisi, devono essere molto uniti per il bene del popolo, perché l’unità è superiore al conflitto”.
Il proverbio sul cavallo l’ha citato invece nell’omelia, commentando un passo del Vangelo di Giovanni dove molti “entrano in crisi” ascoltando le paroledi Gesù: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna”. A un certo punto ha detto: “Anche questa pandemia è un momento di crisi sociale” ed ha aggiunto che “nel momento di crisi” dobbiamo “rimanere dove siamo:non è il momento di fare dei cambiamenti”.
Questo passaggio l’ha concluso con il motto del cavallo: “Nella mia terra c’è un detto che dice: quando tu vai a cavallo e devi attraversare un fiume, per favore, non cambiare cavallo in mezzo al fiume”. Francesco ha incontrato Conte a fine marzo e forse – chissà – vuole dargli una mano. Non ne abbiamo la riprova ma l’ipotesi è legittima. Del resto non sarebbe la prima volta: già in un paio di occasioni l’aveva aiutato invitando a ubbidire – in pandemia – alle “disposizioni delle autorità”.
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