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Donald Trump

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L’Europa, dopo essersi sottomessa a Trump, sarà lasciata nella mani di Erdogan, quello che ci ricatta sui profughi, sui foreign fighters e sul gas di Cipro. Questo ci ha detto l’incontro alla Casa bianca tra il leader Usa e quello turco, che da Trump aveva ricevuto il via libera al massacro dei curdi siriani del Rojava.

Il tutto è riassunto in un frase assai esplicita del presidente americano: “Sono un grande fan di Erdogan”. E ha aggiunto: “Siamo amici da molto tempo, praticamente dal primo giorno”. Poi, con una mossa inusuale, Trump ha invitato all’incontro bilaterale alcuni senatori repubblicani critici sull’invasione turca contro i curdi siriani e preoccupati per il programma anti-missile S-400 russo comprato da Ankara.

Ma Trump è stato accomodante su tutto. “L’acquisto del sistema missilistico russo rappresenta una sfida per gli Usa: l’auspicio è di risolvere la questione”, ha rassicurato Trump. Quanto alla Siria, la situazione “è complicata” ma la tregua “sta tenendo” e “la Turchia rappresenta un alleato chiave nella lotta contro l’Isis” mentre la presenza militare statunitense nel Paese ora “è solo per il petrolio”. Dimenticando di dire che la tregua nella fascia di sicurezza rubata al Rojava curdo e siriano tiene perché è intervenuto Putin con le sue truppe e quelle di Assad, altrimenti Erdogan avrebbe fatto nuove stragi.

Ma questo è un dettaglio. Trump ha deciso che gli americani devono disimpegnarsi da tutto ciò che non fa cassa, come per esempio il petrolio. Vedremo come reagirà se Erdogan continuerà a reclamare il gas di nella zona di sfruttamento esclusivo della Cipro greca dove ci sono società europee e anche americane. L’Unione europea ha già minacciato sanzioni ad Ankara ma forse alla Casa Bianca non lo hanno ancora informato.

Del resto il presidente Usa, sotto processo per l’impeachment legato al caso Ucraina, ha il senso di responsabilità di un bambino dell’asilo. Lo scorso ottobre, dopo avere deciso di consegnare i curdi all’esercito turco, senza consultare gli alleati europei e della Nato presenti sul campo, Trump ha postato un tweet dalla franchezza ammirevole: “Spero che se la cavino tutti, noi siamo a 11mila chilometri di distanza”. Questo la dice tutta sull’opportunità di tenere ancora soldati italiani in Iraq: ridurre il contingente è il minimo.

Continuare a subire questo personaggio stravagante che pensa solo ai propri interessi _ neppure a quelli degli Stati Uniti _ equivale per l’Europa ammettere una retrocessione definitiva al rango di protettorato,

Per salvarsi all’Europa non resta che uscire dalla Nato e farsene una per conto proprio. Gli Usa, se si afferma come sembra l’ondata Trump, non interverranno più a difendere gli interessi europei. Putin, che lo ha capito da un pezzo, si frega le mani. Inoltre con l’uscita della Gran Bretagna l’Europa apparirà ancora più vulnerabile perdendo un Paese con l’atomica e membro del consiglio di sicurezza Onu. In poche parole a guidare effettivamente la politica estera e di difesa europea resterà la Francia, l’unica potenza europea vincitrice della seconda guerra mondiale. La Germania rifiuta, anche per la suaa costituzione, di prendere parte veramente attiva a qualunque missione militare: i tedeschi sono impegnati a giostrare tra Usa, Russia e Cina per ottenere vantaggi economici e commerciali, come cercheranno di fare con la conferenza sulla Libia convocata proprio a Berlino.

E a proposito di retrocessioni, l’Italia, che in passato conduceva un onorevole campionato di serie B, ormai scivola nel campionato dilettanti. Basta vedere tra i politici chi ci comanda o chi ci vorrebbe comandare. Dei dilettanti allo sbaraglio. Erdogan, il cane sciolto della Nato, liberato da Trump, farà di noi quello che vuole.


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