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Joe Biden e Donald Trump durante l'ultimo dibattito televisivo

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Malgrado non si conosca ancora chi sarà il futuro presidente che siederà alla Casa Bianca, queste elezioni hanno confermato un tratto caratterizzante la realtà americana che condizionerà per molto tempo la politica, l’economia, e la cultura degli Stati Uniti. La grande democrazia che ha guidato l’Occidente ed è stata per un secolo all’avanguardia del progresso, è un Paese profondamente diviso, dominato da una conflittualità interna che rischia addirittura di compromettere l’unità nazionale.

SFIDA ALL’ULTIMO VOTO

Comunque si concluderà il voto con la vittoria dell’uno o dell’altro, alla fine il vincente e il perdente risulteranno testa a testa distanziati da pochi voti nel collegio elettorale e da altrettante modeste differenze nel voto popolare. Ma dietro queste cifre si è aperto un baratro di modi di pensare, di vivere e di lavorare che separa due Americhe, l’una contro l’altra armata. Gli urbani contro i rurali, i più colti contro i meno istruiti, i tradizionalisti contro i liberal, e i bianchi contro i neri.

Se si guarda indietro alla storia, si trova una situazione simile all’attuale nell’America che precedette la Guerra civile scoppiata nel 1860 quando l’elezione del nordista Abraham Lincoln, abolizionista della schiavitù, scatenò la reazione dei sudisti la cui economia agricola era retta dalla massa degli schiavi che erano stati importati a forza dall’Africa.

QUESTA È L’AMERICA DIVISA

Oggi le divisioni tra le regioni costiere e quelle interne sono il frutto di profondi sommovimenti sociali e territoriali, di radicali cambiamenti nell’economia, di immigrazioni interne e di scontri sul modo di considerare quei diritti civili che riguardano il rapporto tra uomo e donna, le libertà al femminile, le minoranze sessuali e di genere e le loro rivendicazione egualitarie.

Nei quattro anni di presidenza Trump ha fomentato questi conflitti interpretando non per ideologia ma per vocazione personale la parte più tradizionalista dell’America che ha il suo punto di aggregazione nelle chiese evangeliche fondamentaliste che credono nella lettura originale della Bibbia e detestano il darvinismo come tutto ciò che attiene alla modernità.

Proprio perché la divisione che è stata sancita dallo scontro elettorale è ormai talmente aspra da non consentire neppure una conclusione pacifica e concordata degli scrutini elettorali, il conflitto tra le due Americhe si protrarrà nel futuro colorando di tinte forti la politica, le istituzioni e perfino la storia patria di cui si è avuto un assaggio nella ridicola questione della distruzione delle statue.

LO SCENARIO

Se Trump resterà alla Casa Bianca, correranno tempi difficili in quanto il presidente uscente insieme ai suoi ideologi di riferimento, ritiene al fondo che i bianchi abbiano avuto in dono sacro l’America per farne un’altra Gerusalemme in terra in cui la razza privilegiata “suprematista” deve comandare. Se ce la farà Biden, cercherà di affrontare la questione delle diseguaglianze che si trascina da sempre ma sarà messo sotto accusa da parte dai tradizionalisti di volere consegnare la nazione al socialismo ed alla gente di colore.


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