Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri
7 minuti per la letturaSIAMO allibiti. Senza parole. Per la prima volta abbiamo paura. Conosciamo Roberto Gualtieri come persona seria e preparata, ma facciamo fatica a riconoscerlo da ministro dell’Economia. Abbiamo letto una sua intervista sul Sole 24 Ore dove dichiara testualmente: “(…) trovo ogni polemica fuori luogo: siamo in presenza di una sequenza di misure che non ha precedenti nella storia italiana e che sono tra le più ambiziose a livello europeo (…)” Ha ragione ministro Gualtieri: siamo in presenza di una manovra che non si era mai vista prima perché mai (le assicuro, mai!) si era riusciti a concepire una manovra così inefficiente e probabilmente inefficace. Una manovra da 400 miliardi che difende gli stipendi dei burocrati e lascia a secco cittadini e imprese.
Siamo di fronte a un bazooka così pesante che non riusciamo a tenerlo in mano, ma non spara (LEGGI). Abbiamo allungato i giri a vuoto, nessun cittadino italiano ha dimenticato lo spettacolo offerto dalla peggiore burocrazia europea che è quella dell’Inps che la fa ancora franca, e lei che fa? Al posto di disporre i bonifici e inviarli sui conti correnti di cittadini e imprenditori murati in casa per colpe non loro, si inventa la nuova Via Crucis da Coronavirus con fermate davanti alle stazioni del venerdì santo di Sace, che farebbe anche un altro mestiere, di Cdp e Tesoro – non si è nemmeno capito chi comanda – di Mediocredito Centrale, e così via. Per arrivare poi davanti allo stesso funzionario di banca di prima che sa dire solo no o sistemare a spese dello Stato i “buffi” che ha combinato con i suoi amichetti di sempre. No, non ci siamo proprio, siamo su Marte non sulla terra, ci comportiamo in casa come gli olandesi in Europa. Le banche (sì ha capito bene, la burocrazia bancaria) reclama direttive, e sono quelle che hanno più vantaggi perché scaricheranno sul groppone dello Stato un bel po’ delle loro sofferenze, ciò nonostante non sanno come fare, chiedono lumi. Le imprese protestano, soldi non ne vedono e non sanno quando e se arriveranno perché le garanzie non sono soldi e i meccanismi di utilizzo sono tortuosi, indecifrabili. I commercialisti in smart working avvertono i loro clienti di tenersi lontani da quella liquidità che scotta perché non è nient’altro che liquidità a debito che aiuta a fallire chi, soprattutto al Sud, si è visto sottrarre il fatturato per una Pandemia nata altrove e mal gestita. Devono pagare a prestito con interessi sull’85% di un fatturato che non faranno mai per assicurare le entrate che gli uomini che la circondano (solo loro, sia chiaro) temono che non ci saranno per pagare lo stipendio a se stessi, al 90% dei dipendenti in Smart non Working dell’Inps o del personale amministrativo delle ASL “benemerite lombarde” che sono un monumento in onore del peggiore/famelico assistenzialismo italiano.
Davanti a tutto questo pandemonio morale che può incendiare la coscienza di un Paese con diciottomila morti da Coronavirus e che nemmeno sa quanti ne dovrà contare da debiti e da fame, lei che fa? Che dice? “Polemica fuori luogo”. Non è una polemica inutile, ministro Gualtieri, ma utilissima perché lei è lì per conto dei cittadini non dei burocrati. Se non coglie questa differenza di fondo vuol dire che non ha capito che cosa sta succedendo nel mondo e nel suo Paese. Polemiche inutili? Lo dica a Trump che non ne ha azzeccata una sulla Pandemia, ma sa qual è la bestia economica che ha tra le mani e ha tirato fuori i soldi a fondo perduto e li ha messi sui conti delle persone. Se qualcuno dei figuri che le sta intorno e ha scritto questi obbrobri si permette di dire che l’Italia non è l’America e vuole continuare a succhiare il sangue dei lavoratori privati per farsi pagare da loro gli stipendi pubblici, prenda il coraggio a quattro mani e li spedisca tutti in cassa integrazione così quando tornano avranno finalmente la testa girata dall’altra parte. Faccia altrettanto con i dipendenti dell’Inps e vedrà che la piattaforma non andrà più in tilt.
Ma è vero o no che sono proprio questi uomini dell’amministrazione che infilano in un decreto di quasi 50 pagine (bastano 50 righe) le procedure sugli aiuti di Stato che sono sospese? Ma davvero ci vogliamo incatenare anche quando siamo liberi? È vero o no che a fronte di 400 miliardi di garanzie fasulle ci apprestiamo a togliere dalle ambasce la famiglia Benetton riprendendoci con soldi veri quella Aspi che gestisce le autostrade italiane e avrebbe dovuto pagare non so quanto per risarcire le vittime del Ponte Morandi? È proprio vero, allora, che la rendita è sempre dei privati e sempre al Nord e la perdita è sempre dello Stato Pantalone e sempre pagata con i tagli alla spesa pubblica sanitaria, scolastica e dei trasporti dovuta al Sud? Diciamo le cose come stanno: in Lombardia non si è capito nulla perché non si fa prevenzione sul territorio da una vita, perché a fronte di 20 miliardi di trasferimenti statali per la sanità, il triplo di quanto riceve la Puglia, si è buttata nel cestino l’ospedalità pubblica e si è finanziata la rendita privata di affaristi, ex editori, ex siderurgici. Poi, addirittura si è voluto ospedalizzare una crisi che non andava ospedalizzata e si è accesa una miccia sotto il pagliaio delle case di riposo e si vuole far credere che solo in Lombardia ci sono 1300 morti da raffreddore. Le responsabilità verranno accertate ma è chiaro a tutti che la strage di medici e anziani segnano l’anomalia mondiale della Lombardia e hanno obbligato il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a chiudere l’Italia intera (meno male che lo ha fatto) per evitare che un focolaio così anomalo e popolato da abitanti così ostinatamente in movimento potesse diffondersi in tutte le regioni del Paese.
Che cosa facciamo con tutta l’economia non assistenziale del Mezzogiorno, a partire da quella turistica, che si è dovuta bloccare per un lockdown dovuto alle gravi inefficienze del Nord e non avrà più neppure la stagione estiva a tutela dei ricavi mancati? È questa non altre la priorità assoluta.
*** Questo giornale chiude mentre il vertice europeo è ancora in corso. Lo abbiamo detto tante volte e lo ripetiamo ora. Non accettiamo lezioni dagli assicuratori/evasori fiscali olandesi e proviamo ribrezzo per accuse di riciclaggio criminale di risorse europee da quella Germania che è la “capitale” indiscussa dei traffici mondiali della ‘Ndrangheta, ma sappiamo che tra un prima e un dopo l’Europa assicurerà a se stessa e a noi una forza finanziaria di fuoco tra acquisti Bce, prestito Bei, cig Europea, Mes a bassissima condizionalità, fondo europeo di matrice italo-francese con coronabonds dall’inizio o a seguire.
Questa è, al di là della partita politica, delle meschinità morali e della panna montata, la realtà di ciò che avverrà e che è peraltro obbligata perché ci si trova tutti a fare i conti con la nuova Grande Depressione morale che è molto peggio delle due Grandi Crisi Finanziaria e Sovrana. Ciò che mi spaventa è il doppio muro italiano. Quello della burocrazia tremebonda e infida che uccide l’economia e quello di un certo tipo di talk che non vuole fare i conti con la sua ignoranza e la forza dei tempi che mette a nudo insensibilità e sottomissioni.
Per liberarci della prima e costringerla a una rinascita serve un gabinetto di guerra di uomini di valore di cui il Presidente Conte e il ministro Gualtieri si devono dotare al più presto altrimenti i successi europei e le tante scelte giuste non servirebbero a niente perché l’Italia non riparte e loro vengono sopraffatti. Sull’informazione il tema è meno rilevante ma tocca corde sensibili. Lo stupore in diretta di Myrta Merlino, conduttrice dell’Aria che tira su La7, per l’eccellenza mondiale del Cotugno di Napoli rimarrà tra le pagine nere di questi giorni terribili da Coronavirus perché conferma un pregiudizio diffuso, frutto anche di provincialismo, che fa più male quando proviene da donne e uomini del sud.
Nel racconto sbagliato italiano si ignorano due fatti. Che sono: a) un ventennale furto di Stato che sottrae 60 miliardi l’anno dovuti al Sud per regalarli ingiustificatamente al Nord a favore della rendita privata sanitaria, e separare le due Italie con risorse abissalmente distanti in materia di scuola e treni veloci; b) una sanità pubblica del Mezzogiorno che, nonostante tagli abnormi e al netto di scandali evidenti, ha un capitale umano di eccellenza sanitaria che è all’avanguardia in Italia e nel mondo. Se tutto ciò non diventerà opinione condivisa il Paese non ripartirà mai. Nel frattempo, non c’è istituzione economica, contabile, statistica, parlamentare della Repubblica italiana che non abbia sottoscritto l’operazione verità lanciata dal Quotidiano del Sud. Ho voluto che questo lavoro rimanesse e ho scritto La grande balla perché non ne potevo più del coretto informativo senza numeri e della sua telerissa permanente. La potenza del Coronavirus demolisce i luoghi comuni e la leggerezza dei suoi profeti televisivi. Almeno in questo ci dà una mano.
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Manca nel documento una premessa, per me, essenziale racchiusa in questo mio post di qualche giorno fa. Non sono un medico, non sono un biologo, non sono un epidemiologo, ma ho fatto questa riflessione e vorrei conforto o confutazione di eventuali errori perchè se ho ragione la strada del futuro la vedo dura …
Se riduciamo gli spazi naturali, se riduciamo la biodiversità, se riduciamo o modifichiamo i processi di trasformazione naturale accellerandoli o trasformandoli un virus che occupa una precisa nicchia ecologica e si vede ridotta questa nicchia ecologica a vantaggio di una specie che non è quella con cui normalmente convive, magari in una condizione di mutualità, è costretto, se vuole continuare ad esistere, a farsi ‘ospitare’ da un’altra specie. Se l’uomo divenda la specie animale (questo siamo) piu diffusa al mondo è facile che la scelta di ogni virus circolante cada spesso su di noi e fino a quando noi non ci ‘adattiamo’ ne subiamo l’attacco. il pericolo è grande se continuiamo come abbiamo fatto nell’ultimo secolo. La cura è semplice: più natura …