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La velocità di raccolta firme a favore del Referendum contro l’autonomia differenziata ricorda le battaglie del ’74 e ’81


Obiettivo centrato con una rapidità che ha sorpreso e entusiasmato anche i promotori. Le 500 mila firme necessarie per presentare la richiesta di referendum abrogativo della legge 86 sull’autonomia differenziata sono state raccolte in meno di dieci giorni. Ha di certo aiutato la possibilità di firmare online, ma sta di fatto che mezzo milione di cittadini (per ora) hanno urlato il loro no alla secessione di ricchi architettata dalla Lega di Matteo Salvini per mano di Roberto Calderoli.

La raccolta delle firme continua con l’obiettivo di doppiare il plafond e arrivare al milione, un grande viatico per la battaglia (quella vera) che sta iniziando. Questa prima mobilitazione è stata una passeggiata, per vincere la guerra (dando per scontato il via libera della Consulta alla consultazione) bisognerà convincere la metà degli aventi diritto al voto di recarsi alle urne. Impresa difficile, certo, ma non impossibile proprio ripensando alle grandi battaglie referendarie del passato: aborto e divorzio.

Perché il livello è quello: battaglie di civiltà, di presa di coscienza, di mobilitazione appassionata. Allora, l’affermazione di nuovi diritti civili che ora sono inscritti nel nostro Dna sociale: oggi l’affermazione di una unità nazionale intoccabile e il ripristino di regole basiche di solidarietà, giustizia, equità. L’autonomia differenziata è il tronfio egoismo regionale che si fa sistema, metodo, prassi.

I poveri restino poveri e i ricchi si arricchiscano ancora, di più, per sempre. Lo spirito referendario deve essere quello del grande sforzo per accelerare la storia come avvenne nel 1974 e 1981 con divorzio e aborto.
Ora si tratta di difendere lo Stato unitario con una sorta di spirito risorgimentale. E far decollare una fase nuova di consapevolezza nazionale e, soprattutto, meridionale. Ma attenzione, la vittoria abrogazionista non avrà padri, ma solo figli che andranno liberi e orgogliosi in una terra più giusta, più ricca, più solidale, più unita.


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