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La missione di Giorgia Meloni in Cina rappresenta un’occasione decisiva per rafforzare i legami bilaterali e ribadire l’autonomia strategica dell’Italia: il nostro Paese ha necessità di ridefinire la propria posizione all’interno del panorama globale.

DI GIORGIA Meloni si può dire tutto, ma di certo non si può non apprezzarne l’abilità politica e strategica. Sicuramente, per lei, questa non è un’estate col vento in poppa, dal momento che sta vedendo, uno dopo l’altro, i suoi punti fermi disgregarsi. Prima l’ondata sovranista europea si è infranta sulla scogliera di un realismo politico più accettabile e praticabile sul piano internazionale. Inoltre, la sua amicizia con Ursula von der Leyen sembra più un tango nel quale a un passo avanti ne corrispondono due indietro. Subito dopo l’aquila americana, tonante di grandeur e proclami suprematisti, più che sferrare acrobatiche picchiate deve stare attenta a mantenere una quota di crociera neppur troppo alta.

ITALIA PORTA SUD DELL’EUROPA PER LA CINA E NON SOLO

Internamente i rapporti con le altre forze di maggioranza (Lega in primis) sono tutt’altro che di armonica fratellanza. E se Trump prima poteva essere il lasciapassare per ricucire lo strappo con il Regno del Dragone, creato con l’uscita dalla “Via della Seta”, e altre distanze causate dalla questione ucraina, ora la questione si fa più complessa. Verrebbe da dire che “Giorgia è sola e abbandonata”. E sarebbe la bugia più grossa che potremmo raccontarci. Donald non è più un mediatore di interlocuzione credibile per risanare i rapporti con Xi Jinping? Non importa. Giorgia fa armi e bagagli e, dal Dragone, ci va da sola.

L’attesa visita ufficiale della premier in Cina, in programma dal 27 al 31 luglio, rappresenta un passo fondamentale per il rafforzamento delle relazioni bilaterali tra Italia e Cina, nonché per la postura internazionale dell’Italia. Questo viaggio non è solo una risposta alla necessità di risanare una perdita di immagine dovuta all’uscita dalla “Via della Seta”, ma anche un’opportunità per riuscire a consolidare il ruolo dell’Italia come hub strategico tra l’Europa e l’Asia. Uno degli obiettivi principali di questo viaggio è rafforzare il dialogo strategico con la Cina, attribuendole uno status commerciale privilegiato. La Cina rappresenta il mercato di destinazione dei prodotti italiani con la crescita più rapida, come evidenziato dai recenti dati del rapporto Ice. Pertanto, è cruciale per l’Italia riuscire a valorizzare il proprio ruolo di porta sud verso l’Europa per l’imponente flusso di merci che transita tra la Cina e l’Europa.

LA SVOLTA GEOPOLITICA CON LA VISITA DELLA MELONI IN CINA

Questo consolidamento è visto come un necessario contrappeso alla recente uscita dall’iniziativa Bri. La visita di Meloni segna un punto di svolta nell’autonomia geopolitica italiana, dimostrando che gli interessi nazionali non coincidono necessariamente con quelli Usa. Questo è particolarmente rilevante in un contesto globale nel quale l’Italia tenta di diversificare le proprie alleanze economiche e politiche. Una delle richieste italiane sarà l’apertura di fabbriche di auto elettriche cinesi in Italia. Questa iniziativa non mira solamente a generare occupazione, ma soprattutto a creare una filiera di subfornitura moderna, adeguata alle esigenze del mercato contemporaneo e alternativa alla tradizionale industria del motore endotermico.

Giorgia Meloni si presenta a Pechino non solo come leader di un Paese che vuole incrementare l’interscambio commerciale, attualmente intorno ai 70 miliardi di euro, ma anche come coordinatrice pro tempore del G7. Questo ruolo le conferisce la responsabilità di portare avanti la richiesta di un maggiore impegno della Cina come mediatore di pace nel conflitto in Ucraina.

AUTONOMIA STRATEGICA E LE RICHIESTE DELLA MELONI ALLA CINA

Inoltre, l’Italia chiederà a Pechino di intercedere con gli Houthi per interrompere gli attacchi che stanno causando gravi perdite ai porti italiani nel Mar Rosso. La visita della premier è stata descritta dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, come «importante e significativa», a venti anni dall’accordo di partenariato siglato dal governo di cui egli faceva parte. Questo accordo rappresenta una base solida per l’attuale viaggio. La preparazione della visita è stata cruciale per garantire che l’Italia possa guadagnare posizioni rispetto alla Germania e alla Francia nelle relazioni con la Cina. È auspicabile che il lavoro diplomatico svolto nei mesi precedenti porti a risultati tangibili, sia in termini di incremento degli scambi commerciali che di consolidamento del ruolo geopolitico dell’Italia.

La missione di Giorgia Meloni in Cina rappresenta un’occasione decisiva per rafforzare i legami bilaterali e ribadire l’autonomia strategica dell’Italia. In un contesto internazionale in rapida evoluzione, questo viaggio potrebbe segnare un passo significativo per l’Italia nel ridefinire la propria posizione all’interno dnel panorama globale, bilanciando interessi nazionali e internazionali con una visione chiara e proattiva. E di sicuro l’Italia ne ha una impellente necessità.


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