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I Dem alla ricerca del candidato presidente da opporre a Trump dopo la rinuncia di Biden: difficile che sia Kamala Harris
ALLA fine, Joe Biden si arrende: la rinuncia alla candidatura per il secondo mandato alla Casa Bianca arriva ieri (LEGGI), con una lettera agli americani pubblicata su X: “È stato il più grande onoredella mia vita servire come presidente. E anche se era mia intenzione cercare la rielezione, credo che sia nel miglior interesse del mio partito e del Paese ritirarmi e concentrarmi solamente sui miei compiti come presidente per il resto del mandato”, scrive. Pochi minuti dopo la notizia, l’ex presidente Donald Trump descrive Biden come “il peggior presidente in assoluto nella storia del nostro Paese”. Ma è un giudizio fazioso e infondato.
Joe Biden è stato uno dei più grandi presidenti americani degli ultimi decenni. Ha colto per primo e gestito con determinazione ed equilibrio la grande sfida di questo momento storico tra le autocrazie (Cina, Russia, Iran, Hamas, Corea del Nord) e le democrazie del mondo libero. “America is back” è stato il suo motto: per indicare l’impegno degli Usa nella difesa della democrazia. Una difesa che comincia già all’interno dei confini nazionali fronteggiando la minaccia autoritaria e populista di Donald Trump. Allo stesso tempo, Biden ha saputo affrontare la crisi pandemica ed economica rilanciando l’economia statunitense. “Oggi l’America è la più forte economia del mondo” ed è nelle condizioni di fare da “guida”, rivendica egli stesso nella lettera di ritiro, ricordando gli storici investimenti per la ricostruzione del Paese, per l’accesso dei cittadini più deboli all’assistenza sanitaria, per le politiche climatiche.
Ci sarà tempo per esercitarsi nei bilanci. Adesso la domanda più urgente è: chi sarà il nuovo candidato dem da opporre a Trump? Con un tweet Joe Biden ha già dato una risposta, convinto di imporre la sua legacy: “Oggi voglio offrire il mio pieno supporto e appoggio a Kamala Harris come candidata del nostro partito quest’anno”. Trump gongola: contro la Harris è certo di vincere facile. Ecco perché l’investitura di Biden non basta. La palla passa al “caminetto” dei notabili del partito (che vorrebbero un governatore) e ai delegati riuniti alla Convention di agosto. Che il candidato sia una donna è probabile. Ma è difficile che sia Kamala. La battaglia per la candidatura è appena cominciata.
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