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Il governatore del Veneto, Luca Zaia

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NO, GRAZIE: la proposta del governatore del Veneto, Luca Zaia, di un gemellaggio con una regione del Sud per dimostrare le sue buone intenzioni sul fronte dell’Autonomia differenziata, non può che essere rimandata al mittente. Per almeno due ragioni. In primo luogo, le amministrazioni del Mezzogiorno non hanno bisogno né di “supporti” né di “lezioni” per gestire l’ingestibile “pasticciaccio” dell’attuale versione della riforma Calderoli. Caro Governatore Zaia, il problema non è quello di spingere il Sud ad accettare la sfida dell’autonomia. Anzi da questo punto di vista il Mezzogiorno avrebbe tutto da guadagnare se davvero venissero fissati livelli essenziali delle prestazioni, dalla sanità agli asili, dai trasporti alle infrastrutture uguali per tutto il Paese.

Il problema vero è di evitare quella frammentazione del Paese che peserà come un macigno sui nostri conti pubblici e ridimensionerà il nostro peso a livello europeo. Il secondo motivo, ancora più evidente, per cui la proposta di Zaia di gemellaggio va respinta, è che già oggi, l’autonomia, rischia di frantumare il Paese in una ventina di “staterelli”. Se passasse la linea delle intese “bilaterali”, il caos istituzionale-normativo diventerebbe ancora più forte, si creerebbe un ulteriore livello burocratico-amministrativo, a danno di cittadini e imprese che perderebbero bussola e riferimenti.

Più che la politica della “mano tesa”, servirebbe invece puntare ad una riforma che tuteli le ragioni inderogabili dell’Unità e della solidarietà e punti sulla crescita e la competitività di tutto il Paese. Nessuna nazione, nel mondo capovolto della neo-globalizzazione, può pensare di farcela da sola. E, tanto meno, può farlo l’Italia pensando, in nome e per conto di qualche interesse egoistico o di qualche bandiera partitica, di poter lasciare indietro la parte del Paese che oggi cresce di più: il Mezzogiorno.


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