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Il ministro per gli affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli

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Firmiamo, tanti, tutti, arrabbiati e consapevoli che questa autonomia differenziata, questa secessione dei ricchi, è uno scippo che diventa legale, una violenza che diventa prassi. Un abuso che diventa diritto. I barbari sono alle porte, ma siamo ancora in tempo per respingerli.

È LA risposta forte che avevamo auspicato. E che potente e rapida è arrivata. Perché “L’Italia siamo noi, nessuno si senta escluso”. Firme contro la furfanteria di un partito egoista che vuole spaccare l’Italia. Convinto di aver messo a segno il colpaccio che progettavano da quarant’anni. L’obiettivo era la secessione dei ricchi e sembrerebbe ci siano riusciti. È servita la complicità connivente e consapevole di un governo che finge (e se non finge peggio è) di non aver capito le vere esigenze del Paese e che pure si definisce nazionalista, patriottico, unitario. Ecco la risposta che serve: partiti, sindacati, associazioni, cittadini contro l’autonomia differenziata, l’ennesima ruberia ai danni delle Regioni del Mezzogiorno. Umberto Bossi almeno era stato più onesto, più chiaro: secessione. Nord con gli schei, i danè da una parte, i terroni da un’altra. Confini, dogane e chi si è visto si è visto.

Invece questa secessione morbida (perché è comunque di questo che si tratta) viene ipocritamente spacciata come la madre di tutte le opportunità per l’intero Paese avviato a entrare in una nuova età dell’oro. Con i leghisti che si sono affrettati ad assicurare che nessuna Regione del Sud sarebbe stata lasciata indietro. Certo, più indietro di cosi…

Tanto per fare un esempio, nel Nordest c’è un’offerta di 35,1 asili nido ogni cento abitanti, nel Mezzogiorno non si superano i 15 posti. Per non parlare di sanità, redditi pro capite, trasporti, servizi, scuole. Vogliamo tornare ai ducati, principati, piccoli regni in una Europa che si sforza di essere protagonista su scala planetaria?

Firmiamo, tanti, tutti, arrabbiati e consapevoli che l’autonomia differenziata è uno scippo che diventa legale, una violenza che diventa prassi. Un abuso che diventa diritto. I barbari sono alle porte, ma siamo ancora in tempo per respingerli.


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