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Per fuggire da essa serve il risveglio della coscienza del mondo e l’Occidente che si rialza dalle ceneri. Ci vuole una leadership politica europea che abbia il rispetto dell’Occidente e del resto del mondo. Perché l’Europa si insinui nei territori dell’orrore globale offrendosi come forza della ragione portatrice di pace e sviluppo. Capace di affermare il primato della democrazia e ricostruire un equilibrio di governance politica e finanziaria del nuovo mondo in grado di ridurre le diseguaglianze.
L’orrore quotidiano nella Striscia di Gaza, con mezzo milione di coloni che hanno tolto la terra sotto i piedi dei palestinesi, è un problema che cambia le cose in tutto il mondo. Le proteste nelle università americane sono sempre più diffuse e acquistano le sembianze di un fenomeno contagioso. Ogni giorno di guerra nella Striscia di Gaza sono anni di odio ipotecati. Siamo a trentamila morti di cui diecimila bambini e all’odio infinito che si autoalimenta. Netanyahu è riuscito nel miracolo di fare dimenticare perfino l’orrore degli orrori che è il sette ottobre con l’attacco terroristico di Hamas a Israele che è una delle grandi pagine della storia nera del mondo che deve invece rimanere impressa per sempre nella memoria collettiva e mai più ripetersi. Hamas alterna ferocia assoluta a abilità negoziale.
Dice: posso accettare la pace se Israele accetta di liberare tutti i detenuti palestinesi perché di fronte a questa società che non ha mai ottenuto nulla, vuole presentarsi da vincitore e potere dire che anche le decine di migliaia di vittime sono state il prezzo da pagare per la vittoria. A questa situazione ci si è arrivati per la insipienza di Netanyahu e né gli ebrei né il resto del mondo lo perdoneranno mai per avere legato la evidente sproporzione della sua più che legittima reazione a interessi effimeri di sopravvivenza nella tolda di comando del proprio Paese. Per questo ci troviamo nella situazione che il primo e il secondo hanno bisogno di dimostrare che hanno vinto, non di fare cessare la guerra. Il risultato di questo terribile gioco al massacro è porre il mondo di fronte all’alternativa del diavolo.
La prima è quella di tirare il resto del mondo dentro questa guerra mediorientale e farla diventare una terza guerra mondiale a tutti gli effetti. La seconda è quella di fare del Medio Oriente, come dell’Ucraina perché l’intreccio è lampante e la morte di Navalny ci ricorda i tempi bui che viviamo dove la ferocia e l’efferatezza di Putin si stratificano e si moltiplicano, un nuovo Vietnam o una nuova Corea. Queste guerre finiranno per disperazione o non finiranno affatto. In entrambe le ipotesi vince il diavolo. Per tali ragioni bisogna arrivare a rompere questo incantesimo malefico. La soluzione da trovare è difficilissima, ma questa soluzione va raggiunta. Un’Europa che fosse un po’ più unita e un po’ più capace di fantasia creativa esprimerebbe quella leadership politica che si insinua nei territori degli orrori e svolge il ruolo che nessun altro può svolgere. Perché gli Stati Uniti sono troppo di parte per potere fare l’arbitro. Perché gli arabi non ce la fanno in quanto hanno opinioni pubbliche schierate contro Israele e spaccatissime tra di loro.
Accanto a loro ci sono gli arabi e i persiani dell’Iran che sono anch’essi spaccati perché in lotta per l’egemonia e, quindi, nemmeno loro possono fare gli arbitri della pace. La Russia è uno Stato imperialista che vuole realizzare militarmente le sue mire espansionistiche in Europa e si pone ormai, come dimostra la scomparsa di ieri di Navalny, fuori da ogni contesto democratico ponendo un problema alla coscienza collettiva mondiale che non può non determinare una reazione morale e militare perché sono in gioco i fondamenti della democrazia e un’intera filiera di valori non negoziabili.
Oggi la Russia di Putin rappresenta un problema anche per la Cina che fa fatica a tenere in mano questo gioco della doppia, tripla guerra e di un’alleanza sempre più scomoda mentre è impegnata a conquistare l’Africa con i suoi soldi e le armi proprio dei russi. L’unica che in teoria avrebbe uno spazio reale di azione è proprio l’Europa anche se gli altri la descrivono come portatrice di disegni neocolonialisti. Non è così anche perché l’Europa ha imparato più di tutti che cosa significa cadere nell’antisemitismo, la Shoah è stata un dramma soprattutto europeo e la tradizione giudaico-ebraica fa parte della cultura europea. Il tempo buio della morte di Navalny che interroga la coscienza collettiva del mondo e l’intreccio di orrori che attraversa il Medio Oriente e si è già allargato ci dicono che forze oscure vogliono mettere il mondo a scegliere tra una nuova guerra mondiale o il Medio Oriente e l’Ucraina trasformati in un nuovo Vietnam.
Questa alternativa del diavolo è intollerabile, oltre che inaccettabile. Per fuggire da essa serve il risveglio della coscienza del mondo e l’Occi – dente che si rialza dalle ceneri. Ci vuole una leadership politica europea che abbia il rispetto dell’Occidente e del resto del mondo. Perché l’Europa si insinui nei territori dell’orrore globale offrendosi come forza della ragione portatrice di pace e sviluppo. Capace di affermare il primato della democrazia e ricostruire un equilibrio di governance politica e finanziaria del nuovo mondo in grado di ridurre le diseguaglianze.
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