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Si guarda al passato e ci si divide, si parla di molte, troppe cose delle quali alla gente non frega niente. La cultura di massa sta cambiando, ma i partiti quando vogliono pensare alla pancia delle persone dicono che il contadino sfama il Paese. Invece a questo mondo nuovo andrebbe proposta una guida nuova della politica. Dove il nuovo non è solo aggiornamento del vecchio. Siete di qua o siete di là? Oppure: occupate la Rai o non la occupate? Sono questioni che riguardano solo chi è dentro questa combinazione di potere. Perfino nel confronto sul Medio Oriente si usano parole a vanvera, magari solo perché non si sa nemmeno che cosa significano
Un interrogativo da porsi con qualche preoccupazione è come mai i politici continuano a pensare che gli italiani siano legati ai vecchi mantra. Perfino Sanremo, con le sue genialità e i suoi difetti, pur muovendosi dentro i binari dello share che prevalgono su tutto, ha dimostrato certo che non esiste più il valore della canzone e della cultura italiane di altre stagioni dove tutti condividevano almeno un’idea di Paese, ma ha cercato a modo suo di trovare un nuovo equilibrio tra giovani e anziani, di fare dialogare e convivere tra di loro più generi musicali, ha aperto spazi di confronto dove a volte si fa confusione con le parole, volendo però esprimere sentimenti e lanciare messaggi.
Nella politica, purtroppo, ciò ancora non accade. Sono tutti, o quasi, dentro un’altra storia. Si guarda al passato e ci si divide, si parla di molte, troppe cose delle quali alla gente non frega niente. Alla gente non interessano i dibattiti ideologici sempre autoreferenti sul fascismo o sulla Rai pur sapendo bene quanto sia importante la percezione comune dell’orrore di quella stagione come patrimonio condiviso e quanto sarebbe importante potere tornare ad avere una Rai che fa cultura e innovazione. La gente ha problemi veri su cui si misura ogni giorno, molto più diretti e immediati, ma di questi non sente nessuno che ne parla se non a volte per fare polemica di bottega politica.
Vorrebbero risposte a questi problemi, penso alle liste di attese della sanità e a una domanda di occupazione di qualità che continua a venire troppo dall’estero, non chiacchiere ideologiche, litigi rumorosi sul nulla. La cultura di massa sta cambiano, ma i partiti quando vogliono pensare alla pancia delle persone dicono che il contadino sfama il Paese. Invece a questo mondo nuovo andrebbe proposta una guida nuova della politica. Dove il nuovo non è solo aggiornamento del vecchio. Siete di qua o siete di là? Oppure: occupate la Rai o non la occupate? Sono questioni che riguardano solo chi è dentro questa combinazione di potere. Quelli che devono entrare e quelli che devono uscire e pensano già a come fare per rientrare. Magari, ragionano, se alziamo la voce, esce qualche posto in più per noi.
La gente invece è lontanissima da questi posti e da queste logiche della politica. Anche il confronto della politica sul Medio Oriente resta lontano dal sentiment della gente. Le parole troppo spesso vengono usate a vanvera, ma magari solo perché non si sa nemmeno che cosa significano queste parole. La morale è che non basta riverniciare i vecchi slogan per riportare la gente almeno a interessarsi della politica.
Nei sondaggi quelli che si disinteressano della politica sono al 40% in più, nonostante una politica presentissima che fa polemica su tutto e che vuol dire la sua su tutto. Parla di cose che non sono i problemi della gente. Quelli veri. Quelli profondi. Che purtroppo è un modo di fare sbagliato anche contagioso, per cui questa presenza rumorosa sul nulla, spesso, riguarda anche tutta la classe dirigente che è impegnata solo a preservare il proprio centimetro di potere dentro una lotta per fazioni. Ciò che davvero colpisce è l’assoluta impermeabilità della politica rispetto alla capacità di uscire da questo gorgo in cui si è infilata da sola. Anche la campagna elettorale si continua a fare in modo assurdo agitando spettri a ripetizione, ritenendo che ciò consenta di attrarre i consensi della gente. Invece non è così. È vero, piuttosto, che con la partecipazione coatta tutti sono concentrati a tenersi i fedeli come loro pasdaran.
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