4 minuti per la lettura
Ballano 387 miliardi di fondi europei per 27 Paesi e, con questi soldi, sono stati comprati i trattori che hanno occupato Bruxelles, marciano verso l’Olanda, e continuano a bloccare da Nord a Sud le arterie italiane. Per noi 6 miliardi all’anno di Pac 2021/2027 e 6,53 del Pnrr più 1,2 nazionali per un totale di 8 miliardi. Dalle casse europee in Italia arriva più del 40% di reddito medio. Sugli eccessi di ambientalismo la correzione è in atto e sul cibo sintetico si è vinto. Evitiamo che le bandierine della demagogia di lotta e di governo creino un pandemonio tale da bruciare il capitale sul quale poggia la nostra agricoltura.
Non vorremmo guastare la sacrosanta battaglia del mondo agricolo europeo contro gli eccessi di ambientalismo della Commissione formato Timmermans che non c’entrano niente con la transizione epocale di cui tutti dobbiamo farci carico nel modo giusto. Vorremmo sommessamente ricordare che la seconda posta di bilancio dell’Europa si chiama politica agricola comune e vale, malcontata, da qui al 2027 la bellezza di 387 miliardi per i 27 Paesi europei e che, con questi soldi, sono stati praticamente comprati tutti o quasi i trattori che hanno occupato Bruxelles, marciano verso l’Olanda, e continuano a bloccare da Nord a Sud molte delle arterie italiane.
Vorremmo sempre molto sommessamente segnalare a tutti che mediamente il 40% del reddito degli agricoltori è alimentato dai trasferimenti del bilancio europeo e che il rischio di buttare il bambino con l’acqua sporca è molto più che reale. Anzi, di questo passo, potremmo dire che è una certezza. Anche perché l’unica politica integrata d’Europa che certamente esiste è proprio quella agricola e rappresenta da sola il secondo bilancio europeo. Vorremmo, infine, ricordare all’ineffabile vicepremier Salvini che riesce a recitare allo stesso tempo tutte le parti in commedia, facendo ridere il mondo intero, che sono gli olandesi e i danesi che vogliono sempre tagliare i fondi all’agricoltura con qualche complicità di troppo di una Germania economica ormai allo scatafascio. Lo fanno proprio perché sanno che sono i produttori agricoli italiani tra i primi beneficiari assoluti di questo colossale bilancio europeo.
Per l’Italia sono circa 6 miliardi all’anno per la programmazione politica agricola 2021/2027 a cui vanno aggiunti 6,53 miliardi di fondi sempre europei del Piano nazionale di ripresa e di resilienza (Pnrr) con una dote ulteriore di 1,2 miliardi del Piano nazionale complementare per un totale di circa 8 miliardi. Stiamo parlando, per capirci, di 3 miliardi per i contratti di filiera che arrivano fino alla trasformazione delle catene di distribuzione e di 2,3 miliardi per l’agrisolare se ci limitiamo alle voci principali a elevato contenuto strategico. Come dire: in casa nostra molto più del 40% medio di reddito degli agricoltori è sostenuto interamente dalle casse del bilancio pubblico europeo e non è un caso che danesi, olandesi e, in genere, i Paesi del Nord non perdono occasione per chiedere di tagliare questi trasferimenti perché sono consapevoli che i principali beneficiari di tutto siamo noi e i Paesi del Sud Europa.
Questi pochi numeri sono, a nostro avviso, indispensabili per capire come stanno davvero le cose e evitare errori da cui non potremmo più riprenderci. Se la discussione riguarda il taglio delle agevolazioni Irpef per i lavoratori delle imprese agricole professionali con le quali si è ritenuto di finanziare la meccanizzazione e il futuro delle stesse imprese agevolando gli acquisti di nuove macchine agricole e facendo i conti con le ristrettezze di bilancio italiano che obbligavano a scegliere, si può ovviamente discutere e trovare quello che serve con un apposito emendamento senza bloccare l’Italia e dichiarare guerra all’Europa.
Visto che si tratta, per capirci, di una diversa allocazione di 100 milioni di sostegno a fronte, come abbiamo già detto, di trasferimenti europei annui di 6 miliardi fino al 2027 con l’aggiunta nello stesso periodo di altri 8 miliardi tra fondi sempre europei del Pnrr (6,53 miliardi) e nazionali del Fondo complementare che valgono da soli 1,2 miliardi e, quindi, 12 volte di più dei cento milioni redistribuiti di agevolazioni fiscali.
Nessuno discute che sia giusto protestare contro la politica agricola europea che misura i centimetri delle zucchine, ma è anche vero che proprio sul cibo sintetico, i “grilli” e così via la battaglia italiana è risultata vincente in Europa imponendo una brusca frenata con etichettature ad hoc e vendite in scaffali separati.
Per tutte queste ragioni prima che sia troppo tardi, è bene fermare il cortocircuito della demagogia. Credo che gli agricoltori farebbero bene a chiederne direttamente conto del problema italiano al vicepremier Salvini di governo e di lotta. Questo problema è una cosa diversa dal rapporto con l’Europa dove il dare-avere è a nostro spropositato favore. È bene che tutto ciò avvenga prima che il gioco delle maschere della politica italiana arrechi danni incalcolabili a un pezzo strategico della nostra economia. Evitiamo che le solite bandierine italiane della demagogia impediscano di vedere che si stanno risolvendo i problemi seri e creino un tale pandemonio da bruciare il capitale sul quale poggia la nostra agricoltura. Perché senza quel capitale la partita è persa in partenza.
La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA