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Il segretario del Pd Elly Schlein

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Si intesti il passaggio dal Piano Mattei della Meloni al Piano europeo del nuovo Delors che lo rende il partito dell’alternativa di governo alla Destra in Italia con un ruolo da player nella costruzione della nuova Europa. L’alternativa è l’ultima versione del partito del populismo che è già quello di Conte. Per Elly Schlein è il momento di fare ciò che fece D’Alema non si sa con quale sofferenza: si rivolse al papa straniero e si chiamava Romano Prodi. Ora tocca a lei cercare il nuovo Delors. Fuori dalle sue fila, perché in casa non ce l’ha. Oppure la faccia breve e riconvochi il Professore

IL PROBLEMA fondamentale del Pd è quello di essere un partito che di fronte alle grandi scelte ha la consapevolezza di non potere mai compiere scelte populiste. Perché se lo fa si mette nelle mani di Conte che è già stato individuato dalla Meloni come punto di riferimento dell’anti-destra. Si deve invece misurare con nettezza su tre grandi temi di carattere internazionale che hanno però ricadute dirette sul posizionamento strategico italiano e sul futuro della sua economia e della sua società.

Il primo punto è quello della lotta della Russia all’Occidente perché noi siamo dentro l’Occidente ed è inutile che facciamo i furbi, non è più tempo di ambiguità e ammiccamenti.

Il secondo punto è l’altra spina nel fianco che è rappresentata dal Medio Oriente che su di noi peserà in modo speciale al di là delle speculazioni politiche sul lodo Moro. Che era più o meno quello che scrivevano tutti i servizi occidentali con la speranza che i palestinesi non facessero in casa loro quello che facevano a casa di altri fingendo di chiudere un occhio o a volte facendolo davvero.

Il terzo punto che è quello che viene meno capito, ma è il più importante, riguarda l’Africa che vale da sola per dimensioni Europa e Russia messe insieme ed è la vera bomba a orologeria del mondo. Una bomba che o la disinnesca l’Europa o, vista la latitanza degli Stati Uniti, deflagra sotto il dominio russo cinese che si è già mangiato tutto o quasi, avamposto occidentale nigeriano compreso. Il nuovo quadro geopolitico impone almeno di chiedersi che cosa succederà all’Africa con la povertà che avanza, il cambiamento climatico in atto, le diseguaglianze che esplodono e che cosa comporterà tutto ciò sui flussi migratori dove non si sposteranno più in centomila ma a milioni. Oggi hanno risorse agro-alimentari per dare da mangiare a 600 milioni di persone e sono il doppio e diventeranno presto il doppio del doppio.

Non sono problemi che può affrontare da sola l’Italia perché sono planetari e non si possono risolvere tornando indietro con i sovranismi o con un multilateralismo che assegna all’Iran la presidenza del Forum sui diritti umani delle Nazioni Unite. Su queste cose il Pd deve scendere in campo con visione e determinazione dicendo chiaro e tondo che bisogna passare dal Piano Mattei della Meloni al Piano europeo del nuovo Delors se vuole essere il partito dell’alternativa di governo alla Destra in Italia e se vuole svolgere un ruolo chiave di player nella sfida da vincere della costruzione della nuova Europa.

L’alternativa a tutto ciò è l’ultima versione del partito del mugugno, quello che dice “è tutto sbagliato, è tutto da rifare”. Che è già il partito di Conte. Si troverebbe a operare, in questo caso, su un terreno dove ci sono leader politici che sanno muoversi meglio del Pd. Per Elly Schlein è arrivato il momento di ripetere la scelta di D’Alema operata non si sa con quale sofferenza: fece venire il papa straniero e si chiamava Romano Prodi. Ha la caratteristica di guardare sempre avanti il Professore e lo ha dimostrato anche ieri tracciando la nuova rotta del Pd e la rotta possibile dell’Europa federale che l’Italia deve chiedere e costruire. La stessa cosa che fece allora D’Alema con Prodi deve fare oggi lei cercando il nuovo Delors che è il nuovo Prodi di oggi. Fuori dalle sue fila, perché in casa non ce l’ha. Oppure la faccia breve e riconvochi il Professore.


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