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Giorgia Meloni

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È il momento di lanciare una rivoluzione culturale approvando il Mes e dicendo chiaro e tondo che in politica fare un passo indietro non è indice di debolezza, ma di adeguamento responsabile alle situazioni. Che la doppia crisi internazionale decreta la fine della politica demagogica e che i tassi fermi della Bce non annullano l’extradeficit della manovra. Giorgia Meloni parli al Paese e aiuti la gente a capire che non è più il tempo di prima. Non è un tradimento, ma una dimostrazione di intelligenza politica

Anche chi è accecato dal pregiudizio non potrà non prendere atto che in politica estera Giorgia Meloni ha avuto un coraggio doppio che ora fuori casa è riconosciuto da tutti. Il primo è stato quello di capire che la linea atlantica di Biden era di necessità quella vincente al punto che ovviamente anche il Pd non ha potuto fare altro che accodarsi. Il secondo è stato quello sia di fare risvegliare l’Europa sulla strada del partenariato strategico con i Sud del mondo, a partire dall’Africa, facendo emergere le contraddizioni dei tassi usurari cinesi con cui si stanno comprando territori e popoli meridionali, sia di compiere una scelta netta coerente in Medio Oriente che pone la priorità di disinnescare ogni forma di escalation del conflitto. Questi sono fatti, non chiacchiere.

La doppia crisi internazionale ha rafforzato Giorgia Meloni perché il mondo ora sa che l’Italia ha un presidente del Consiglio responsabile che, per di più, non è neppure quello che tutti, a torto o a ragione, si aspettavano. Così come è ormai chiaro a tutti che l’Italia della nuova Destra è nel gruppo di testa dell’Europa che ha tracciato una linea di partenariato strategico con l’Africa che è risultata effettivamente anticipatrice rispetto al nuovo mondo e che è nell’interesse di tutti perché significa tagliare almeno un po’ le gambe a chi, come la Russia con le armi e come la Cina con i soldi, è arrivata prima di noi.

Questa azione solidale, che oggettivamente in Europa ha spinto la Meloni, ha aperto gli occhi a molte delle popolazioni africane e, in genere, del Mediterraneo allargato che si stanno rendendo conto che è vero che quando hanno avuto bisogno è scattato il soccorso finanziario cinese ma a tassi usurari dietro i quali si nasconde per loro la nuova colonizzazione per molti versi ancora più odiosa di quelle che la hanno preceduta.

Ora, però, la stessa Giorgia Meloni deve fare subito in casa una serie di cose. La prima è proporre in Parlamento e fare ratificare convintamente il meccanismo europeo di stabilità (Mes) avendo la forza e l’intelligenza di capire che in politica fare un passo indietro non è indice di debolezza, ma di adeguamento responsabile alle situazioni. Deve rendersi conto che tirare un sospiro di sollievo perché all’unanimità la Banca centrale europea non ha alzato ulteriormente i tassi non significa che avendo fatto una finanziaria ipercauta le cose stanno a posto. Primo. Perché dentro la legge di stabilità c’è un extradeficit affatto trascurabile. Secondo. Perché intorno a lei c’è chi continua a mandare messaggi sbagliati del tipo “non potete mettere le mani nei conti” e il partito trasversale delle marchette anche dentro la maggioranza non ha deposto le armi.

Non basta la considerazione consolatoria che non esiste un’alternativa a lei perché questi movimenti di disturbo potrebbero metterla nelle condizioni di non lavorare come la delicatezza della situazione richiede. A Giorgia Meloni serve oggi in casa lo stesso coraggio avuto fuori casa per lanciare una vera rivoluzione culturale dicendo chiaro e tondo che il tempo della distribuzione di promesse alle varie lobby è finito per sempre. Che la stagione della politica delle marchette non esiste più.

Questo tipo di ragionamento con le scelte e i comportamenti che ne discendono va teorizzato e imposto, non attuato – magari a zig zag – facendo finta di niente. Giorgia Meloni deve parlare con forza al Paese e aiutare la gente a capire che non è più il tempo di prima. Non è un tradimento, ma una dimostrazione di intelligenza politica che capisce le trasformazioni e esercita la sua leadership per coglierne il senso più profondo e fare tutto quello che si deve fare.


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