5 minuti per la lettura
Paesi Brics si aprono a nuovi partner carichi di armi, petrolio, debiti e scarichi di democrazia e si inventano la favola della moneta, ma l’ipotesi di un minimo di accordo coordinato dalla Cina è pericolosa per popolazione e componente economica coinvolte. La partita del patto europeo nasconde il mistero di governare un’Europa a 35 quando già a 27 non decide nulla. Poi arriva Amato su Ustica: le complicazioni estere e interne si intrecciano plasticamente. Si percepisce un mondo in ebollizione che cambia il cortile di casa e impone un nuovo modus operandi di governo, ma anche un cortile di casa che cerca sponde nel mondo per capitalizzare le debolezze estive populiste di questo governo e creare ad esso ancora più problemi dentro le mura domestiche
Il problema vero di Giorgia Meloni in questa fase è tenere in piedi un’agenda di governo che coniughi una politica estera sempre più difficile con una politica interna nella quale non ci si riesce a sganciare dalla propaganda inutile per le elezioni europee che è il solito show di bandierine all’italiana con il consueto carico rumoroso di finzioni. Questa propaganda oggi non serve a niente ai fini del voto perché l’appuntamento elettorale è comunque ancora relativamente distante, ma la Meloni è messa in difficoltà dal fatto che per lei è più complicato fronteggiare questa propaganda interna della sua maggioranza trovandosi senza una opposizione degna di questo nome.
Siccome questa opposizione forte non c’è, anzi è debolissima, allora gli altri della sua coalizione di governo sguazzano in queste acque limacciose e lei ha problemi. Perché da che mondo è mondo è l’opposizione forte che aiuta la maggioranza a stare insieme rinsaldandosi per fare le cose. Il punto di fondo di questo momento estremamente complicato per l’Italia e gli italiani è che ci vorrebbe davvero un po’ di solidarietà generale soprattutto per quello che sta accadendo sul versante internazionale che continua ad essere colpevolmente sottovalutato.
La partita del nuovo patto europeo è una partita di tutti i Paesi perché è un mistero come facciamo a governare un’Europa a 35 quando ci sono già difficoltà a tenere insieme un’Europa a 27 e non abbiamo avuto neppure la forza di prendere la decisione che si procede con maggioranze qualificate almeno sulle scelte che contano. Dovremmo prepararci a fare i conti con questo processo decisionale costitutivamente paralizzante con Paesi come Moldavia, Ucraina, Georgia, i nuovi stati balcanici e altri ancora, che sono tutti tra di loro molto differenti e quasi tutti hanno un problema di scarsa tenuta istituzionale e civile perché si ritrovano con una debolezza del sistema pubblico che porta a una corruzione endemica.
A tutto ciò si aggiunge la bolla cinese immobiliare con il rallentamento globale che ne discende, ed è addirittura l’ipotesi migliore perché l’alternativa è una nuova Lehman, la difficoltà tedesca ormai strutturale, e i Brics molti dei quali sono messi davvero male, ma non rinunciano ad alzare la testa. Hanno deciso di unire le forze aprendosi a nuovi partner, carichi di armi e petrolio e scarichi di democrazia, e forse non ci riusciranno.
Può finire tutto nel nulla, di certo ci metteranno anni a mettersi d’accordo anche per raggiungere un minimo di accordo con il coordinamento della Cina che diventa, però, pericoloso anche solo come ipotesi perché comunque, mettendo tutto insieme, ci sarebbe lo schieramento di un pezzo estremamente consistente dell’economia nonostante tutte le debolezze e le divisioni che porta al suo interno. Non avranno mai un altro dollaro loro come moneta comune, questa ipotesi fa parte delle favole perché ignora la realtà dei mercati e, se non altro, perché prescinde dalle ambizioni cinesi in particolare sulla loro moneta digitale, ma è un fatto di cui tenere conto che questo gruppo allargato potrà rappresentare un’alternativa economica al dominio assoluto dell’Occidente.
Perché è oggettiva la rappresentanza di una quota rilevante della popolazione mondiale e di una componente non indifferente dell’economia mondiale. Che controlla, tra l’altro, anche materie prime essenziali come i metalli rari e gli stesi fossili unendo il petrolio di Iran e Arabia Saudita alla forza tecnologica e finanziaria della Cina ancorché ridimensionata da bolle e scandali. Tutti uniti insieme si presenteranno in Africa con un parterre diverso da quello degli ex colonialisti europei che procedono peraltro ancora separatamente. È evidente che l’Europa se non cambia subito totalmente registro e non si attrezza finisce a quel punto completamente fuori partita nel quadrante complicato del futuro. In questo contesto già delicatissimo di suo improvvisamente le complicazioni del quadro internazionale e le difficoltà interne addirittura si intrecciano.
La domanda che tutti si pongono, dopo l’intervista di Giuliano Amato a la Repubblica, è perché qualcosa si muove ora dalla sera alla mattina sulla strage di Ustica. Ci si interroga su due livelli. Perché si chiedono risposte oggi a Macron quando è noto a tutti che il nostro esercito era nelle mani dei comandi Nato francese e americano? Perché la si tira fuori adesso questa storia? Perché si ha sentore che in quegli ambienti, questo è il primo livello di interrogativi, c’è chi vuole tornare a fare un gioco improprio? Perché si vuole invece sul piano interno costringere Giorgia Meloni a aprire con Macron un nuovo capitolo denso di insidie e, quindi, questo è il secondo livello di interrogativi, la si vuole ulteriormente indebolire in casa facendolo da fuori casa?
L’autorevolezza della figura di Amato non è discutibile, ma il capo dell’Aeronautica si è affrettato a parlare di fandonie e il presidente del Consiglio ha subito detto che se è a conoscenza di cose nuove le tiri fuori. Ce ne è abbastanza almeno per allacciare le cinture di sicurezza e rendersi conto che c’è un mondo nuovo in ebollizione che cambia il cortile di casa e impone di ribaltare il modus operandi di governo, ma c’è anche un cortile di casa che cerca sponde nel mondo nuovo per capitalizzare le debolezze estive populiste di questo governo e sfruttare le alleanze fuori casa per creare ad esso ancora maggiori problemi dentro le mura domestiche. Sì, un autunno complicato. Davvero complicato.
La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA