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È inammissibile che tutto ciò accada, come ha detto il ministro Giorgetti, perché i deputati non si rendono conto. Ignorano che è cambiata la meccanica della politica economica italiana e europea. È questo il punto più basso della storiaccia dove una parte della rappresentanza parlamentare italiana indossa il costume dei pagliacci e fa del Parlamento il teatro della irresponsabilità. Pensare che l’economia italiana è ai massimi livelli di fiducia di imprese e famiglie anche se gufi e gufetti dei loro centri studi che condividono l’irresponsabilità dei pagliacci del Parlamento non fanno altro che negarlo. Abbiamo scritto ieri che l’Italia è appesa a un filo. La pezza a colori per rimediare ovviamente pensano di averla già trovata, ma è bene che si diano subito tutti una regolata. Perché se no finisce male.
Un Parlamento di pagliacci irresponsabili. Siamo al trionfo della inadeguatezza che certifica che la classe dirigente di questo Paese è la degna espressione del talk show del nulla che occupa il dibattito pubblico italiano dalla sera alla mattina. Non è neppure immaginabile che manchi la maggioranza assoluta per approvare il documento di economia e finanza (Def) e difatti non ci sono precedenti. Non è neppure immaginabile che ciò accada il giorno prima che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, si deve presentare a prendere schiaffi all’Eurogruppo.
Perché, anche se i deputati della maggioranza non lo sanno, perché vivono nel mondo della irrealtà che entra in tutte le case attraverso il supertalk a reti più o meno unificate, è finito per sempre un ciclo che è durato dieci anni. Perché la Bce non compra più i titoli italiani. Perché i tassi non sono più a zero. Perché con il nuovo patto di stabilità e crescita europeo, chiunque governi, i Paesi a alto debito come l’Italia non potranno più fare deficit. Perché dovremo superare molti test per dimostrare che la nostra capacità di fare investimenti e rispettare le scadenze è una realtà o lo diventerà molto presto. Perché dovremo negoziare con la forza della nostra economia e la credibilità delle nostre istituzioni passo dopo passo un minimo di unione fiscale europea e evitare il ritorno a culture dell’austerità oggi ancora più distorsive di un passato inglorioso prepandemico e pre-guerra.
È addirittura inammissibile che un ministro dell’Economia di un Paese come l’Italia si debba presentare al primo appuntamento importante dopo un ciclo durato dieci anni dove è stato comunque possibile fare deficit o attuare politiche espansive dovendo addirittura dire che in casa sua non è stato neppure approvato in Parlamento il documento di economia e finanza (Def). Perché la credibilità e la fiducia per un Paese indebitato come il nostro sono tutto. Perché i numerini del Def sono il programma economico che misura la serietà dell’Italia e di chi la governa. È ancora più inammissibile che tutto ciò accada perché, come ha detto lo stesso Giorgetti, i deputati non si rendono conto, non hanno neppure capito che è cambiata la meccanica della politica economica italiana e europea.
Stavano a mangiare il gelato o il maritozzo a qualche decina di metri dal Parlamento o si erano messi in viaggio per anticipare di giovedì il ponte del primo maggio. Questo è, in assoluto, il punto più basso della storiaccia dove una parte della rappresentanza parlamentare italiana indossa il costume dei pagliacci e fa del Parlamento il teatro della irresponsabilità. Serviva la maggioranza assoluta di 201 voti, si sono fermati a 195 partendo da 240. Sono spariti 45 voti, 18 risultavano in missione, magari da verificare bene, gli altri 27 si sono persi per strada.
Il capogruppo di Forza Italia e il suo vice erano assenti, avevano di sicuro impegni più importanti. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento ha dimostrato di certo di avere il controllo della situazione. Sono risultati assenti il 32% dei deputati di Forza Italia, il 24% di quelli della Lega, il 12% di Fratelli d’Italia. Vogliamo che Giorgetti si presenti con questa altra bella figuraccia che non ha precedenti nella storia repubblicana italiana all’Eurogruppo di oggi?
No, è molto peggio, non lo vogliamo neppure, non abbiamo un problema politico interno, ma ci riusciamo benissimo perché abbiamo altro da fare. Siamo al trionfo assoluto della irresponsabilità. Pensare che il mondo si era convinto che gli italiani erano tornati a giocare in serie A e avrebbero onorato ogni scadenza prima degli altri. Pensare che l’economia italiana è ai massimi livelli di fiducia di imprese e famiglie anche se gufi e gufetti dei loro centri studi che condividono l’irresponsabilità dei pagliacci del Parlamento di ieri non fanno altro che negarlo. Abbiamo scritto ieri che l’Italia è appesa a un filo. La pezza a colori per rimediare ovviamente pensano di averla già trovata, ma è bene che si diano subito tutti una regolata. Perché se no finisce male.
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