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Una seduta del Governo Meloni

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Dopo anni che ci si è buttati nelle leggende metropolitane e si è fatto credere un mondo che non c’è lucrando sulle percezioni sbagliate della gente, è arrivato ora il momento di spiegare agli italiani il mondo che c’è assumendosi la responsabilità di fare percepire al Paese la realtà. Che non vuol dire solo bandire oggi i nuovi populismi, ma fare l’operazione verità sui populismi di ieri. Perché questo aiuta a capire e rende tutto credibile. Perché questo permette di avvicinare un po’ di più il percepito della gente alla realtà e garantisce quel consenso che serve per governare e cambiare il Paese. Altrimenti con il cortocircuito tra accise sulla benzina e balneari si rischia di cadere sul percepito in casa delle persone normali mentre fuori si sono superati alla grande i test delicati di mercati e Europa

Sono giorni che scriviamo che il governo di Giorgia Meloni e, soprattutto, la sua leadership personale hanno conseguito un tasso di fiducia niente affatto scontato sui mercati e sulla interlocuzione con le istituzioni europee. Il tabù della grande paura della Destra italiana al governo che avrebbe infranto le regole europee è stato abbattuto dalla coerenza dei comportamenti in materia di finanza pubblica e di attuazione del processo riformatore e di spesa produttiva del Piano nazionale di ripresa e di resilienza (Pnrr).

Ha contribuito anche una saldezza di posizioni di politica estera fortemente ancorata all’alleanza atlantica in una fase di grande turbolenza determinata dalla guerra di invasione di Putin in Ucraina e di preparazione di un nuovo ordine mondiale. Anche se qui, per la verità, non si nutrivano dubbi particolari. L’errore più grave che potrebbe commettere Giorgia Meloni è, però, quello di cullarsi di questi risultati e di queste verità. Perché nell’azione di governo pesa il giudizio dei mercati e dell’Europa, ma anche quello delle persone normali.

Che se si fanno l’idea di un governo che difende solo le persone amiche producono con i loro comportamenti un impatto negativo fatto magari anche di impressioni non fondate. Chi governa deve sempre avere la piena consapevolezza che esistono la realtà e la realtà percepita. Se le persone normali si convincono che i balneari vengono difesi a prescindere solo perché sono amici di chi governa è un problema.

Se si convincono che si vuole continuare a farli pagare quattro soldi con guadagni stellari per cui non solo non si apre alla concorrenza ma si blocca anche l’aumento dei canoni, allora il problema della percezione della realtà si aggrava. Perché in questo caso, come in quello delle accise sulla benzina e in altri casi ancora, hanno impatto anche le impressioni non fondate. Perché le persone normali si convinceranno che chi governa vuole tutelare per i suoi amici balneari e poi per altri amici del lavoro autonomo e magari anche per altri amici di altre nicchie ancora i loro extraprofitti che in termini relativi appariranno alle stesse persone normali addirittura superiori a quelli molto più rilevanti in termini assoluti dei petrolieri.

Ovviamente tutte le cose sono molto più complicate perché la realtà è fatta di mille sfaccettature, di fenomeni veri, di cose che si possono toccare e di dettagli che pesano, ma grazie al dibattito pubblico malato italiano tutto ciò non vale e contano invece le percezioni. Chi è oggi al governo, però, non farà fatica a capire che la sinistra, quella che è sopravvissuta con i suoi eredi rossi e cattolici, è caduta proprio per la percezione di essere diventata il partito dei ricchi della cosiddetta Ztl delle grande città, un partito che se ne fregava della gente e dell’ambiente, cosa peraltro questa neppure vera.

Insomma: è caduta su questa percezione creata dal populismo cavalcato anche dalla destra che ha potuto lucrare su di esso. Oggi che è in atto davvero la rinascita italiana perché il miracolo della stagione di Draghi nascosto dalle percezioni sbagliate alimentate dal populismo sta continuando, c’è il rischio paradossale che il punto storico di vantaggio della destra che è la sintonia con il percepito del popolo diventi un punto di debolezza perché si corre il rischio di rimanere schiacciati sotto lo stesso percepito che è diventato un’altra cosa.

La fortuna politica della Destra è stata costruita in parte sul percepito sbagliatissimo di un Paese sull’orlo della catastrofe mentre correva più di tutti in Europa e in parte sul fatto che era fuori dai giochi ed era, dunque, l’ultima carta da giocare. Ora se si consuma il capitale del percepito e non è più l’ultima carta da giocare, rischia di bruciare il suo successo così abilmente costruito sui mercati e in Europa. Ecco perché è urgente per la nuova Destra di governo fare una grande operazione di verità perché il percepito degli italiani si avvicini quanto meno al percepito della realtà.

Dopo anni che ci si è tutti buttati nelle leggende metropolitane facendo credere alla gente un mondo che non c’è – il caso delle accise sulla benzina che è stato l’unico grande errore del governo Meloni è emblematico – è arrivato ora il momento di fare conoscere al Paese il mondo che c’è. Questa è l’operazione verità che la nuova Destra deve essere in grado di compiere se vuole sopravvivere e guidare il cambiamento. Altrimenti piacerà ancora per un po’ ai mercati e non farà guasti seri in Europa, ma avrà la rivoluzione in casa alimentata dal percepito di una realtà che non esiste che cavalcheranno altri al posto della vecchia Destra di opposizione.

Questo è il rischio capitale da scansare assumendosi la responsabilità di fare percepire al Paese la realtà. Che non vuol dire solo bandire oggi i populismi, ma fare l’operazione verità sui populismi di ieri. Perché questo aiuta a capire e rende tutto credibile. Perché questo permette di avvicinare un po’ di più il percepito della gente alla realtà e garantisce quel consenso che serve per governare e cambiare il Paese.


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