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I leader del centrodestra

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I video a ripetizione su Putin e le esternazioni irrituali sulla composizione dei ministri ci consegnano l’immagine di un Berlusconi che “ricatta” la Meloni o, a sua volta, subisce indebite pressioni da Putin. Si tratta in entrambi i casi di scenari avvilenti. Salvini e Berlusconi con modalità differenti hanno provato in tutti i modi ad azzoppare la leadership della Meloni affinché il suo governo parta con una gamba ingessata. Lei non deve e non può consentirlo. Ci permettiamo di dire con forza che Giorgia Meloni non deve mollare di un millimetro né sulla qualità della squadra dei ministri né, ancora di più, sul teatrino di pensioni e flat tax che a giorni alterni manda in scena Salvini scherzando con il fuoco. Anche perché da vicepremier bastano le parole per produrre danni enormi. Le dimissioni della premier inglese, Liz Truss, frutto dell’errore capitale di annunciare uno scostamento addirittura modesto per il suo bilancio, dimostrano in modo inequivocabile come va a finire

Berlusconi ha continuato fino all’ultimo momento a comportarsi allo stesso modo. Non è mai uscito dalla spirale di ricatti e contro ricatti del tipo “cara mia Meloni ti posso fare mancare i voti, pensaci bene”. Non ha fatto una bella figura, perché comportandosi così danneggia il suo partito e rischia di fare partire ingessato il nuovo governo Meloni. I video a ripetizione su Putin e le esternazioni irrituali sulla composizione dei ministri arrivando a ipotizzare addirittura staffette fuori da ogni regola istituzionale, ci consegnano l’immagine di un Berlusconi che “ricatta” la Meloni o, a sua volta, subisce indebite pressioni da Putin. Si tratta in entrambi i casi di scenari pericolosi e avvilenti, ma questo purtroppo ci dice la logica che è l’unica da usare in simili circostanze. Altrimenti si può solo ipotizzare che vive in un mondo che non c’è più e non vuole accettare la realtà. Cosa che denota altro genere di problemi.

Politicamente Berlusconi potrà anche dire che esce più forte, tema opinabile da verificare, ma di sicuro ha fatto scattare nel mondo un ulteriore avvertimento sull’Italia facendo in modo che il governo si indebolisca ancora prima di partire. Addirittura ancora prima di formarsi. Ha anche indebolito uno dei rappresentati più qualificati della sua compagine politica qual è l’ex presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, che ha fatto sempre molto bene nelle istituzioni europee sia come commissario più volte sia come presidente di importanti commissioni. Nessuno in Europa dubita della collocazione europeista federale e atlantica di Tajani, sono gli audio imbarazzanti di Berlusconi su Putin a creare il problema che non può comunque arrivare ad annullare le storie personali. Resta il fatto politico determinato dalle esternazioni irrituali del Cavaliere che fanno partire Tajani indebolito e, cosa improbabile, se dovessero escluderlo non mancherebbe neppure chi penserebbe che questo era il vero obiettivo di un altro disegno di Berlusconi. Vale a dire caos nel caos del film della irrealtà politica italiana che non ha più spazi di manovra.

Le dimissioni della premier inglese, Liz Truss, frutto dell’errore capitale di annunciare uno scostamento addirittura modesto per il suo bilancio, dimostrano in modo inequivocabile che i gradi di libertà della finanza pubblica oggi non ci sono più perché i mercati si sono spezzati e perché non c’è più quella liquidità fortissima nella lunga stagione dei tassi a zero e sotto zero. Per estrema sintesi e chiarezza per chi legge il governo inglese ha annunciato tagli delle tasse di 45 miliardi e nel giro di tre settimane ha dovuto aumentarle di 32 miliardi. Perché sono esplosi a tassi di rischiosità italiani i rendimenti dei titoli pubblici inglesi e i fondi pensione che ne erano pieni zeppi sono arrivati a un soffio dal default.

Non è mancato neppure chi ne ha parlato come dei nuovi subprime della nuova crisi finanziaria globale. Ci permettiamo di dire con forza che Giorgia Meloni non deve mollare di un millimetro né sulla qualità della squadra dei ministri né, ancora di più, sul teatrino di pensioni e flat tax che a giorni alterni manda in scena Salvini in quanto si scherza davvero con il fuoco. Anche perché da vice premier le parole di Salvini possono produrre danni che nemmeno è possibile calcolare. Salvini e Berlusconi con modalità differenti hanno provato in tutti i modi ad azzoppare la leadership della Meloni e hanno costituito situazioni di fatto perché il suo governo parta con una gamba ingessata. Lei non deve e non può consentirlo.

Questo giornale in assoluta solitudine ha spiegato prima di tutti quanto fosse pesante la lezione per l’Italia del ripetuto errore del governo conservatore inglese che ha avuto danni finanziari e reputazionali irrecuperabili semplicemente per fare quello che Salvini e Berlusconi hanno strombazzato per tutta la campagna elettorale. Il crollo della sterlina e il dissanguamento della banca centrale d’Inghilterra sono avvenuti in un Paese che ha un debito pubblico pari al 100% del prodotto interno lordo, noi partiamo dal 145,4% e, quindi, non abbiamo questo genere di spazi di manovra neppure dichiarativi.

La Meloni lo sa bene e farà di certo molto bene a insistere fino all’ultimo istante utile per fare guadagnare il massimo di competenza e di coesione alla sua compagine di governo a partire dai dicasteri economici e a muoversi in Europa e negli Stati Uniti lungo il solco tracciato da Draghi che è il leader politico vero della nuova Europa del debito e degli investimenti comuni. Che è, tra l’altro, l’unica risposta possibile ai nostri problemi energetici. Il gesso dalla gamba va tolto subito anche perché chi ha da perdere di più sono quelli che il gesso hanno provato a metterlo. Almeno questo è chiaro a tutti.


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