Palazzo Chigi
5 minuti per la letturaPer arrivare a convocare un consiglio dei ministri d’urgenza con all’ordine del giorno un solo tema “comunicazioni del Presidente” di cui nessuno è stato avvisato, vuol dire che il momento ha una sua solennità. Questo Paese deve capire una volta per tutte che se continuiamo a giocare con le riforme abilitanti del Pnrr vuol dire che non abbiano nemmeno la maturità di capire che questa è l’ultima occasione che ci è stata concessa dall’Europa, l’ultima chance per avere delle disponibilità a fondo perduto di cui abbiamo bisogno come il pane. Dipende dai partiti capire e partecipare alla straordinaria esperienza di costruzione del Piano di rinascita italiano e europeo o perseverare sulla strada del nulla rumoroso a base di propaganda da talk all’italiana e giochini parlamentari. Per scegliere bene bisogna avere la maturità di capire qual è l’interesse nazionale e avere la forza di essere coerenti con la scelta compiuta
Siamo arrivati al dunque. Il mondo dell’irrealtà è costretto a fare i conti con la realtà. Per arrivare a convocare un consiglio dei ministri d’urgenza con all’ordine del giorno un solo tema “comunicazioni del Presidente” di cui nessuno è stato avvisato, vuol dire che il momento ha una sua solennità. Per chiedere e ottenere in dieci minuti il via libera al voto di fiducia sulla riforma della concorrenza, è chiaro che si è dovuto prendere atto che i partiti continuano a fare schermaglie a fini elettorali mostrando una siderale distanza dalla delicatezza del momento, dai bisogni delle persone, e dal valore complessivo della posta in gioco per l’intero Paese.
Questo giornale sta avvisando da giorni che la complessità della situazione internazionale causa guerra e pandemia e gli effetti delle grandi crisi inflazionistica, energetica e, soprattutto, alimentare non consente i soliti giochetti della politica italiana che portano all’indebolimento del governo Draghi. Così come non consente ritardi o bizantinismi sull’attuazione degli impegni di riforme di struttura e di spesa produttiva assunti dall’Italia con il Piano nazionale di ripresa e di resilienza (Pnrr) e finanziato non con nuovo debito comune europeo. Così come non consente indebolimenti della leadership del premier sulla strada delle alleanze internazionali, della costruzione della pace che passa da un cessate il fuoco prima possibile e poi dai negoziati diplomatici, e della costruzione della nuova Europa che passa attraverso dossier europei delicatissimi come quello dell’energia e dell’alimentare nell’immediato e una politica di bilancio, di difesa e estera finalmente comuni.
Questo Paese deve capire una volta per tutte che se continuiamo a giocare con le riforme abilitanti del Piano nazionale di ripresa e di resilienza (Pnrr) vuol dire che non abbiano nemmeno la maturità di capire che questa è l’ultima occasione che ci è stata concessa dall’Europa e, allo stesso tempo, l’ultima chance per avere delle disponibilità a fondo perduto di cui abbiamo bisogno come il pane. Se non riusciamo a capire che la Spagna ha fatto otto rigassificatori con i soldi suoi e noi non riusciamo a spendere neppure quelli che ci hanno dato le famiglie tedesche e olandesi per solidarietà pandemica, vuol dire che viviamo nel mondo dell’irrealtà e stiamo rischiando di pagare un conto salatissimo.
Se non ci rendiamo conto che non possiamo continuare a riempici la bocca di Mediterraneo o di interconnessione economica e geografica naturale del Mezzogiorno d’Italia tra sponda sud e sponda nord quando non siamo capaci neppure di mettere in cantiere il rigassificatore nel retroporto di Gioia Tauro o di sfruttare l’industria della raffinazione siciliana.
Se non riusciamo nemmeno a capire, come ci avverte con la consueta saggezza il presidente della Repubblica Mattarella, che non si possono chiudere gli occhi di fronte all’aggressione e alla violenza fuori della storia.
Se non si perdono ora, minuto, secondo, tra capi partito della maggioranza e plotoni di sergenti, per indebolire la leadership di governo che riscontra “apprezzamento universale” per la solidità della posizione italiana “fortemente ancorata nel campo transatlantico e dell’Unione europea” e lavora a tutto campo per arrivare a una conferenza internazionale sul modello degli accordi di Helsinki del 1975 auspicata da Mattarella, vuol dire molto semplicemente che non c’è consapevolezza che stiamo dentro la partita che ridisegnerà il nuovo ordine mondiale e la possiamo giocare proprio grazie all’autorevolezza internazionale di Draghi per il ruolo svolto in modo egregio come presidente della Banca centrale europea e per il peso politico che Mattarella ha conquistato nel tempo in Europa e fuori con la sapienza dei comportamenti e delle alleanze.
Se di tutto questo non si ha né cognizione né percezione, si continua a giocare con il termovalorizzatore a Roma o si ritiene di potere fare slittare ancora riforme abilitanti del Pnrr come quella della concorrenza senza nemmeno aprire il dossier fiscale. Se con una faccia di bronzo che non ha pari al mondo essendo capi di un partito della maggioranza, si può dire “tutto bene, ma sull’invio di nuovi armi in Ucraina no” come se niente fosse, allora è chiaro che si vive in un altro mondo e che la corda del governo si può spezzare.
Tutto questo, e altro ancora, avviene mentre con REPowerEU per l’energia c’è spazio per noi solo per nuovi prestiti e, quindi, nuovo debito, quindi nulla. Perché è lo stesso debito che il Fondo monetario internazionale, concludendo la sua visita ieri a Roma, ci ha detto che è troppo alto, intimandoci di non fare scostamenti di bilancio. Così come avevano già fatto la Commissione europea, l’Ocse e così via. Se questo è il quadro complessivo, e purtroppo questo è, allora anche un bambino capisce che si va verso la tempesta perfetta senza neppure rendersene conto. Soprattutto, si percepisce che la convocazione ad horas del consiglio dei ministri e i tempi contingentati per approvare la riforma della concorrenza sono l’ultima chiamata per i partiti prima del disastro. Dipende da loro capire e partecipare alla straordinaria esperienza di costruzione del Piano di rinascita italiano e europeo o perseverare sulla strada del nulla rumoroso a base di propaganda da talk all’italiana e giochini parlamentari. Per scegliere bene bisogna almeno avere la maturità di capire qual è l’interesse nazionale e avere la forza di essere coerenti con la scelta compiuta. Di questi tempi, purtroppo, sono merce rara.
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